(sonoro)

CARA ELENA,

mi scrivi che, vedendo le foto della mia missione di Taipei, hai avuto l’impressione che questo non sia un paese povero.

Infatti, non Io è. E questo rende tutto più difficile, perché le parabole e le beatitudini non arrivano molto gradite a chi è in pieno boom economico e, più che alla salvezza dell’anima, pensa alla salvaguardia della competitività.

AI tempo stesso, mi affascina essere qui e ne ringrazio il Signore. Missione è annunciare Gesù Cristo a nome della Comunità cristiana che ci manda, sia nell’Africa delle guerre e della fame sia nell’America delle ingiustizie e dello sfruttamento sia nell’Asia ricca e pagana.

Mi piace pensare che, in fondo, anche san Paolo, nei suoi viaggi missionari, non aveva la preoccupazione di costruire scuole o ospedali, ma solo di annunciare il vangelo. E non da una posizione di potenza, ma con la debolezza di chi non può proporre altro che Cristo crocifisso, un Dio umanamente sconfitto.

È quasi un anno che sono qui. La prima impressione - rimanga tra noi - è che non riuscirò mai a fare il cosiddetto dialogo interreligioso, soprattutto con i buddhisti locali. Da dove comincio? Non posso dire "Il mio Dio è così e cosà, e il vostro?", perché, evidentemente, credo in un solo Dio. Potrei partire da un confronto con quello che insegnano Buddha o Confucio, ma spesso i giovani non li conoscono e io dovrei insegnare loro prima il buddhismo per poi dire loro che è simile a quello che voglio insegnare loro al posto di quello che gli ho appena insegnato!

E poi, tutte queste presunte similitudini tra cristianesimo e buddhismo dove sono? Vado in un loro tempio, è pieno di dei, e noi ne abbiamo uno solo. Guardo una loro statua: un dio ben pasciuto e dalla faccia terribile; il nostro è mite e crocifisso. Parlo di resurrezione, mi presentano la reincarnazione. Parlo di peccato originale, l’unica cosa da cui da soli non possiamo uscire, e mi rispondono con il cammino di ascesi e autopurificazione. Parlo di creazione, e scopro un mondo dove la storia è un’illusione. Parlo di uomo immagine di Dio, a chi ha immagini di Dio che sembrano bestie (davvero! ho visto pregare di fronte a statue che da noi si possono vedere a Gardaland, nel castello degli orrori). Parlo di diritti umani, e mi rispondono con l’odioso ritornello "Questi sono valori occidentali", come se agli studenti cinesi o coreani non facesse male essere manganellati dalla polizia. Potrei partire dalla profonda dottrina del Dalai Lama, ma ho scoperto che a Taiwan ha solo 500.000 seguaci, per cui è più facile incontrare per strada un protestante.

La Cina è affascinante. Ha una storia, una cultura, un’arte preziosissima. Hanno anche scuole e ospedali, almeno qui a Taiwan. L’unico lavoro che mi resta da fare è, quindi, annunciare Gesù Cristo. E non insegnare il buddismo a chi l’ha dimenticato.

Ciao.

don Michele

La foto: Caramelle, caramelle, una tentazione senza frontiere.

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