(sonoro)

PRESENTAZIONE

 

Sono lieto di presentare a tutti i Novellesi la ristampa della MONOGRAFIA DI NOVELLO, scritta dall'Arciprete don Giambattista Majolo nel 1894, quasi cent'anni orsono.

Quell'anno, Novello tutto aveva celebrato solennemente il 25° anniversario dell'ingresso in Parrocchia di don Majolo, avvenuto il 7 agosto 1869, e l'Arciprete, in ringraziamento, diede alle stampe, presso la tipografia Paganelli di Alba, offrendola ai suoi "cari parrocchiani", la presente monografia, frutto di anni di ricerche accuratissime presso vari archivi.

Questo prezioso documento, che ritengo, per Novello, unico nel suo genere, era diventato ormai non solo una rarità, ma quasi del tutto introvabile.

Venutone in possesso per puro caso, lo lessi avidamente, lo trovai molto interessante e, da allora, ho sempre desiderato ristamparlo, per evitare di perdere notizie tutt'altro che da dimenticare, anzi, degnissime di essere tramandate ai posteri, Novellesi in primis, ma anche a tutti gli studiosi di storia locale.

Consigliatomi col Provveditore agli Studi, novellese emigrato a Cuneo, sensibile e attento a tutto ciò che riguarda Novello, la sua storia, le sue istituzioni, la vita della sua gente, lo trovai entusiasta dell'idea; mi decisi, allora, a questa piccola operazione editoriale, "sponsorizzata" unicamente dalla Parrocchia e, per essa, da Voi tutti.

Sono convinto di offrire un prezioso regalo a tutti i Novellesi: i giovani vi troveranno curiosità interessanti e gustose sul loro paese; i meno giovani e gli anziani faranno il confronto con gli anni che stiamo vivendo, sogneranno ad occhi aperti un passato, purtroppo irripetibile, perché la ruota del tempo e della storia gira vorticosamente, macinando freddamente tutto, cose, avvenimenti, persone.

Un sentito ringraziamento a chi ha curato, con la solita meticolosa e puntigliosa attenzione, la ristampa di questo centenario libretto, a delizia dei Novellesi contemporanei.

Un augurio cordiale a tutti i Novellesi e a quanti lo leggeranno: possano ricavare, dalle virtù degli Avi, stimoli ed incentivi per una vita laboriosa, onesta, pia, nel rispetto reciproco, per una sempre pacifica e santificante convivenza.

Ad meliora quotidie.

Novello, dicembre 1990.

Don SECONDO RAPALINO
Arciprete

 

 

 

 

 

 

AI SUOI CARI PARROCCHIANI

IN SEGNO DI IMPERITURA GRATITUDINE

ED A RICORDO

DELLE DIMOSTRAZIONI DATEGLI

NELLA RICORRENZA DELL’ANNO XXV

DEL SUO INGRESSO IN PARROCCHIA

L’ARCIPRETE

GIAMBATTISTA MAJOLO

 

 

 

 

 

 

CAPO I

Topografia.

Novello, Comune nel Mandamento di La Morra, Circondario e Diocesi di Alba Pompeia, sorge sulla riva destra del Tanaro, a cavaliere di amena e ferace collina, che nel suo lato settentrionale rannodasi a quella, sulla quale si eleva il suddetto villaggio di La Morra.

La positura di Novello è a levante di Cherasco, e ad ostro di Alba; dista da quest'ultima città circa diciassette chilometri, dodici da Cherasco, poco più di cinque dal capo luogo di Mandamento, e confina a nord con Barolo, ad est con Monforte, a sud con Monchiero, ad ovest con Narzole.

Il villaggio è all'altezza di metri 471 sul livello del mare, e fa bellissima mostra di sè. Dal suo lato orientale domina i poggi di Diano, Montelupo, Serravalle, Murazzano e parecchi altri paesi delle Langhe. Dai lati di mezzodì e ponente guarda Monchiero, Lequio Tanaro, Mondovì, Benevagienna, Fossano e grandissimo tratto della fertile pianura del Piemonte; anzi da questa parte, la vista non resta interrotta che dalla catena delle Alpi, che circondano esso Piemonte.

 

 

 

 

 

 

CAPO II

Concentrico.

Il villaggio di Novello si può considerare diviso in due parti; nella villa propriamente detta, e nel borgo di S. Michele. Non parlando che della prima, è questa per un buon tratto tuttora cinta da grossi bastioni, che vanno a congiungersi col castello che sta sulla vetta del colle nel più erto sito del villaggio. Nel recinto del castello vedesi ancora ai giorni nostri un'alta muraglia, che è un avanzo maestoso di antica fortezza.
          Solo pochi anni addietro si aveva ancora accesso alla villa per tre grandiose porte, sulle quali si ammiravano le armi imperiali, statevi dipinte nel tempo in cui il Comune era tuttavia feudo dell’impero austriaco. Ora di queste porte non sussistono più che due, la porta a settentrione della villa, e quella a mezzodì, ma lo stemma imperiale non è più visibile che sulla prima.
          Le piazze sono due, l'una all'estremità meridionale del villaggio, detta di Sant'Anna, dal nome della cappella che quivi esisteva da tempo antichissimo, dedicata a questa santa, e che fu demolita nel 1870 per far luogo all'attuale piazza e palazzo municipale; l'altra più nel centro del paese, ed è la piazza Vittorio Emanuele Il, ossia piazza parrocchiale, cui adornano le facciate della Confraternita e della Parrocchia, non che le case della Congregazione di carità e dell'Asilo Infantile.

Delle varie vie che intersecano l'abitato, la così detta Maestra, ora Umberto I, è quasi piana e sta sopra uno strato sassoso, che a foggia di istmo, si prolunga in sul vertice della deliziosa collina.

Tanto le piazze come le vie hanno il loro nome proprio scritto in modo visibile, e tanto le une come le altre sono sufficientemente illuminate a spese del Comune per mezzo di lampioni, assai ben disposti, e mantenuti a petrolio. Anche il selciato si tiene quasi dappertutto in buono stato.

Dal villaggio diramansi due strade, classificate fra le provinciali nel 1886, l'una che partendo dall’abitato mette al castello della Volta e di là dirigesi, a sinistra, per La Morra, a destra, per Barolo e ad Alba; 1' altra che partendo dall'abitato va a riuscire nella sottostante valle del Tanaro sulla via che, a sinistra conduce alla stazione ferroviaria di Monchiero, a destra si dirige alla stazione ferroviaria di Narzole.

A Novello, oltre di estesissime e veramente deliziose vedute, di un bellissimo cielo, di un clima temperato e di un'aria purissima, si gode del beneficio di parecchie pubbliche fontane, ricche di fresche, leggere e salubri acque.

 

 

 

 

 

 

CAPO III

Territorio e suoi prodotti, commercio e fiere.

Il territorio di Novello comprende molte frazioni, delle quali la più distante dalla Parrocchia è quella di Moriglione, sulla riva sinistra del Tanaro.
          Esso misura una superficie di giornate 3080, pari ad ettari 1108, ed è quasi tutto coltivato tanto in collina quanto in pianura. Questa pel tratto di quasi un chilometro è bagnata dal fiume suddetto, che contiene barbi, anguille, trote ed altri pesci di inferiore qualità.
          Ferace in ogni sua parte, il territorio di Novello produce in gran quantità cereali, legumi, foglia di gelso e tartufi squisitissimi; ma il suo prodotto principale è quello delle uve. La freisa, il neirano, la barbera, il dolcetto e specie il nebbiolo, ti danno vini che non temono il confronto con quelli delle più rinomate regioni vinicole del Piemonte; vini sommamente igienici, e che si possono conservare inalterati per una serie lunghissima di anni, e trasportare dovunque, anche oltre i mari, senza che soffrano avarie di sorta.

Nel 1888 ne spedii io stesso in America dieci ettolitri, e l'acquisitore ne restò così soddisfatto, che me ne commissionò subito il doppio di ettolitri per l'anno vegnente.

Nel 1887, avendone mandata alcuna brenta al sig. D. Giuseppe Moriondo, prevosto di None, questi in data 18 aprile stesso anno, me ne accusava ricevuta con queste parole: "Le spedisco, signor Arciprete, coll'acchiuso vaglia l'importo del vino inviatomi, e già da me assaggiato. La ringrazio cordialmente del favore fattomi, e posso assicurarla, che anche presentemente lo trovo superiore al barolo di Serralunga di quattro anni, benché proveniente da cantina di cui posso fidarmi. Il suo è più saporito, ed in quanto allo spirito non la cede punto al barolo sopradetto". Nell'esposizione enologica poi che si tenne a Londra nel 1888, i vini di Novello meritarono al sig. Quarone Giuseppe nientemeno che il diploma di 2° grado, attestato che in quell'esposizione non poterono neppur conseguire i vini di La Morra e di Barolo per quanto prelibati, e già a buon diritto celebri in ogni parte di Europa.

Che se il commercio del vino di Novello non ha ancora preso quello sviluppo, che pur avrebbe già dovuto prendere, egli si è perché manca tuttavia in questo paese un produttore, che fabbricandone in grande quantità abbia i mezzi di farlo conoscere e pervenire su più estesi mercati, che al presente si faccia. Ma quando ciò si effettuasse, allora senza dubbio, anche i vini di Novello acquisterebbero quella rinomanza, di cui già sono al possesso i loro vicini di Barolo e di La Morra; scomparirebbe nel loro prezzo quella differenza che senza ragione esiste presentemente, e facendosene commercio su più vasta scala, si schiuderebbe pei Novellesi un'era di ricchezza e prosperità mai veduta.

In questo paese non hanno luogo mercati ebdomadarii propriamente detti, ma per la comodità delle vie che vi danno accesso, ben sovente si importa, e quindi si trova a comperare, non solo quanto occorre per i bisogni della campagna, come paglia, fieno, pali, vimini, legna, concime, ecc., ecc., sì bene ancora l'occorrente pel vitto giornaliero delle famiglie.
          Di fiere se ne tengono due all'anno; la prima instituita nel 1887, ha luogo il 3° lunedì di settembre; la seconda, di data immemorabile, si tiene il giorno 13 dicembre, sacro a Santa Lucia, chiamata perciò fiera di Santa Lucia. A quest'ultima, come la più antica e conosciuta, accorrono in grandissimo numero forestieri e negozianti d'ogni genere, e vi si fanno moltissimi contratti particolarmente di bestie suine.
          Il Municipio che nulla omette per favorire il commercio e la prosperità di Novello, dopo aver costrutte le strade ora classificate tra le provinciali, che ne agevolano di molto le comunicazioni coi paesi limitrofi, stabilì ancora (anno 1878), nel concentrico, un peso pubblico a bilico della portata di 600 miriagrammi.
          Per il quotidiano smercio degli oggetti alimentari, sono botteghe da pizzicagnolo, da pristinaio, da erbaiuolo ed altre, in cui si vendono ogni maniera di generi coloniali. Vi ha un negozio di drapperia, una farmacia per il servizio sanitario, due caffè e due pubblici alberghi, nei quali il forestiero può essere certo di trovare non solo scritto, ma effettivamente: buon vino e buon ristoro.

 

 

 

 

 

 

CAPO IV

Popolazione.

D'indole buona e svegliata, i Novellesi sono dati in massima parte all'agricoltura, anzi che al commercio, e dotati di un naturale robusto, fortificati dal clima e dall'aria salubre, sono laboriosi quant'altri mai, e sostengono lunghe e gravi fatiche, sfidando l'intemperie delle stagioni e gli ardenti calori della state, pur di ottenere il loro intento, che è di avere a tempo opportuno bene coltivate le loro terre e vigne.
          Di ingegno perspicace questi terrazzani, sono capaci di molta coltura, e noi vediamo con nostra consolazione quanto possa l'istruzione e l’educazione nelle menti di questi giovanetti, che frequentano i catechismi, l'asilo, le scuole. Peccato che talora per deficienza di mezzi, taluni che prometterebbero di fare un'ottima riuscita, siano obbligati con rammarico proprio, e dei loro maestri, lasciar da parte gli amati studi, per seguire i genitori nei filari delle vigne, lasciando così incolto un ingegno che potrebbe tornare di grande utilità alla chiesa, alla società, alla patria!

Per quanto però sia vero che questa popolazione non si occupi generalmente che di agricoltura, tuttavia non fanno difetto Novellesi dati a professioni arti e mestieri, e di Novello si ebbero in ogni tempo e si hanno tuttora sacerdoti, regii notai, farmacisti, maestri o maestre, patentati, geometri, non che falegnami, fabbroferrai, sarti, mastri da muro, tessitori, calzolai, ecc. Anzi, parlando di calzolai, piacemi qui ricordare che nell’esposizione agraria industriale artistica della Provincia di Cuneo, tenutasi in Mondovì l'anno 1878, il novellese Foglio Giovanni di Lorenzo, ottenne la medaglia d'argento di progresso per calzoleria.

Quanto al numero degli abitanti, confesso che mi fa meraviglia il vedere, come Novello, che già contava 1400 anime fin dal 1660, non sia ancora pervenuto al giorno d'oggi a compiere il numero di 2000 abitanti.

Infatti, secondo l'ultimo censimento da me fatto neI 1890, questa popolazione non si compone che di 1800 persone, delle quali:

Maschi............N......937
Femmine.........N......863
__________________
Totale.............N.....1800

Uniti in matrimonio...................N.....726
Celibi......................................N.....966
Vedovi tra uomini e donne.........N.....108
_______________________________
Totale......................................N...1800

 

 

 

 

 

 

CAPO V

Opere pubbliche.

Prima del 1734, reggeva la cosa pubblica in Novello un Consiglio Comunale composto di quattordici membri o consiglieri. A cominciare dal 25 febbraio di quell'anno, per ordine dell'Intendente d'Alba, questo numero fu ridotto a nove e poi a cinque. Detto Consiglio si chiamava il Consiglio della Comunità, e solo sotto il governo francese prese il nome di Consiglio della Municipalità, aveva assai più poteri che al giorno d'oggi; imperocchè, oltre di avere tutte le attribuzioni che ha il Consiglio attuale, spettava ancora al Consiglio di allora: 1° il diritto di eleggere i suoi membri o consiglieri; 2° il diritto di nominare nel suo seno, ossia fra i consiglieri in carica, il sindaco; 3° il diritto di designare i giovani che dovevano prestare servizio militare nelle regie truppe. Fatta la designazione, il Consiglio la partecipava al Giudice locale, che a sua volta la comunicava ai giovani con l'ordine di partire nel tempo che loro veniva indicato. Qualora i giovani designati, giunti al loro destino, non fossero trovati abili al servizio, si rilasciavano in libertà, mandandosi al Consiglio di nominare tosto altri in surrogazione. Si era questa una tremenda responsabilità che pesava sul Consiglio istesso, ma, se non altro, giovava assai a tenere il paese sgombro dai soggetti più pericolosi. Nel secolo scorso Novello era solamente quotizzato per due soggetti: ma ciò non deve far meraviglia, se si considera che in quel tempo questo Comune aveva già ogni anno sotto le armi venti e più soldati volontari.
          Presentemente reggono la cosa pubblica, a norma delle vigenti leggi, il Sindaco, la Giunta, il Consiglio: il Sindaco è nominato dal Re fra i membri del Consiglio; la Giunta è nominata dai Consiglieri, il Consiglio è eletto dal popolo, ossia da tutti i maschi aventi l'età di anni ventuno e che sappiano almeno scrivere il proprio nome. Per le elezioni amministrative del 1890 erano inscritti 357 elettori.

Quanto l'attuale Municipio abbia a cuore la pubblica istruzione, risulta dalla moltiplicità delle scuole e dalla grave spesa che sostiene ogni anno per mantenervi i rispettivi maestri. Questi sono in numero di quattro: due maestri patentati pei maschi e due maestre patentate per le femmine, senza nulla dire dei coadiutori o supplenti, che nella stagione invernale tengono scuola nelle frazioni di Moriglione, Fornaci, Panirole e Pezzole, pel mantenimento delle quali scuole campestri, concorre eziandio in parte il Comune. Riguardo alla spesa totale, essa ascende alla somma di L. 3300, mentre solo cinquant'anni addietro non si spendeva dal Comune per la pubblica istruzione che lire 500 annue in tutto.

Va poi senza dirlo, che anche in Novello si ha l'Ufficio Postale con l'annessavi Cassa di Risparmio, e tutto funziona regolarmente. Solo si desidererebbe al riguardo che il servizio postale non una sol volta al giorno si facesse, come al presente si usa, ma due volte, come già si pratica nei paesi vicini di La Morra, Monforte, ecc.

 

 

 

 

 

 

CAPO VI

Istituzioni di Beneficenza.

In Novello v’hanno due istituti di beneficenza: la Congregazione di carità e l’Asilo Infantile.

La Congregazione di carità, fondata da certo Ferrero Giovanni con suo testamento 17 aprile 1762, e istituita ente morale con lettera ministeriale in data 17 ottobre 1769, firmata Di Morozzo, ha per iscopo di soccorrere i poveri a domicilio, pagando per essi il medico, i medicinali, in certi casi, la pigione di casa, e loro somministrando, secondo il bisogno, panno, farina, sussidii in denaro.
          Per le tavole di fondazione, il Giudice del luogo, il Sindaco, il Parroco ed il Segretario comunale, erano gli amministratori nati della Congregazione di Carità. In forza delle vigenti leggi civili, gli attuali amministratori, in numero di cinque, compreso il Presidente, sono tutti eletti dal Consiglio comunale, e sono eleggibili anche i nullatenenti, anche le donne, ma non il Parroco.
          La Congregazione di Carità di Novello, oltre una casa propria che dà a fitto, possiede sul Gran Libro del Debito Pubblico una rendita annua di L. 2000.

Riguardo all’Asilo, correva l’anno 1882, quando lo scrivente, vedendo come nei paesi limitrofi già fioriva la benefica istituzione degli Asili di Infanzia, venne in pensiero di fondarne pur uno in questo Comune.
          A tal fine, fatto un appello ai padri di famiglia, ed ottenuta da ben quaranta di essi formale promessa che avrebbero non solo approfittato della pia opera a vantaggio dei proprii bimbi, ma ancora contribuito, una volta che fosse stata impiantata al mantenimento della medesima, con un’annua retribuzione più o meno rilevante, secondo le forze di ciascheduno, si accinse all’impresa.
          Fatta riattare ed ampliare, sumptibus suis, ad uso di scuola infantile, una casa di sua privata proprietà, sita nel centro del villaggio, e col sussidio di L. 300 (delle quali 150 furono elargite dalla famiglia Giordano, 100 dal maggiore d’artiglieria Stella Sabino e 50 dal signor Calzia Nicola) provvisti gli oggetti più necessari per la Scuola, il 23 novembre 1883 si apriva il sospirato Asilo.
          L’esperimento di un anno avendo dato ottimi risultati, ai primi benefattori se ne aggiunsero tosto altri, fra i quali è pregio dell’opera ricordare l’egregio nostro sindaco, A. Allara, che fece l’oblazione di una rendita sul Gran Libro del Debito Pubblico di L. 50, ed i signori Giuseppe e Marianna coniugi Quarone, che elargirono la somma di L. 200, oltre 13 miriagr. di paste per minestra. Con questi sussidii ed altri, che sarebbe troppo lungo enumerare, l'Istituto si consolidò, ed il 12 dicembre 1886 veniva eretto in ente morale.

Ecco il tenore preciso del R. Decreto di erezione:

UMBERTO I

PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE

RE D’ITALIA

Sulla proposta del nostro Ministro, Segretario di Stato per gli affari dell'interno e Presidente del Consiglio;

Vista la domanda per la erezione in Ente Morale dell'Asilo Infantile, stato istituito nel Comune di Novello (Cuneo), a cura e spese dell'Arciprete Giambattista Majolo e col concorso di altri privati benefattori;
Visto lo Statuto Organico pel detto Asilo;
Visti gli altri atti relativi;
Vista la legge 3 agosto 1862 ed il regolamento 27 novembre stesso anno sulle Opere Pie;
Udito il parere del Consiglio di Stato;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. Il suaccennato Asilo Infantile nel Comune di Novello, è eretto in Ente Morale.

Art. 2. È approvato lo Statuto Organico dell'Asilo stesso, composto di ventiquattro articoli, visto e sottoscritto d'ordine nostro dal Ministro dell'interno.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e decreti del Regno d’Italia; mandando a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.

Dato a Roma, 12 Dicembre 1886.

Firmato: UMBERTO. - Controfirmato: DEPRETIS.

Per copia conforme
Il Direttore Capo di Divisione
CASANOVA.

Questo istituto ha per iscopo di provvedere alla custodia giornaliera dei bimbi d'ambo i sessi, curare la loro educazione fisica, morale, intellettuale e religiosa, e preparare degli allievi disciplinati alle scuole elementari del Comune. Esso è diretto da un Consiglio generale, composto del Sindaco locale, che ne è Presidente nato, e di tutti i soci azionisti, e da un Consiglio di Amministrazione, che si compone del Parroco, che ne è pure Presidente nato, e di quattro membri eletti dal Consiglio generale degli azionisti. Benchè non conti ancora che dieci anni di vita, l’Asilo di Novello possiede già un capitale di L. 12000.

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