(sonoro)
CATERINA CORNARO (Il Castello)

Da tempo ero incuriosito dai dipinti del castello di Novello. Sulla parete interna di una sala, sono dipinte quattro scene della vita di Caterina Cornaro, nobildonna veneziana del tardo '400, andata sposa al Re di Cipro.
        Che cosa c'entrava Novello?
        Chiesi a tutte le fondazioni Cornaro (sono parecchie), ma nessuna seppe dirmi qualcosa; anzi, c'è chi chiese a me di chiarire il mistero.
        Ora, il mistero è chiarito, ma, prima di illustrarlo, è bene dire due parole sulla vita della Caterina.

Caterina Cornaro (1454-1510), figlia del patrizio veneziano Marco Cornaro e di Fiorenza Crispo, apparteneva a una delle famiglie più ricche ed influenti del patriziato della Serenissima (i Corner).
        Educata in monastero, a 14 anni di età fu data per procura in sposa a Giacomo II Lusignano, re di Cipro e d'Armenia, ma l'unione con lo sposo fu ritardata di quattro anni (1472).
        Il matrimonio rivestiva una grande importanza politica per la Repubblica veneziana che, in caso di morte del re, avrebbe avuto modo di pretendere di svolgere un ruolo di primo piano nell'isola e consolidare così il proprio controllo nel Mediterraneo orientale.
        Nel 1472 Caterina salpò da Venezia per Famagosta, capitale di Cipro.
        Un anno dopo Caterina restò vedova con un figlio nascituro. Nato il figlio questo fu proclamato re con il nome di Giacomo III.
        La notte del 13 novembre 1473 scoppiò la congiura di Famagosta, ordita dalla fazione spagnola per liberare l'isola dalla prepotenza veneziana, che se non riuscì a catturare la regina, trafugò il piccolo re, uccidendo nella reggia il medico e un servo, e fuori, Andrea Cornaro e Marco Bembo, patrizi veneti accorsi in aiuto.
        Morto il figlio (26 agosto 1474), Caterina regnò sotto la protezione interessata della repubblica di Venezia, da sola ma sempre più sorvegliata e meno libera.
        Nell'ottobre 1488 fu scoperta un'altra congiura, ordita ancora dalla fazione spagnola pretendente al trono, il che diede l'occasione propizia e desiderata a Venezia per richiamare Caterina dall'isola e annettersi il regno. Caterina tentò di opporsi ma tutto fu inutile: dovette arrendersi. Il 26 febbraio 1489 abdicò in favore delle repubblica veneta e il 14 marzo successivo, con tutti gli onori, salpò da Cipro. Non arrivò a Venezia che il 6 giugno 1489.
        Dopo aver abdicato al trono di Cipro, fu creata domina Aceli, signora di Asolo, conservando tuttavia anche negli atti ufficiali il titolo e il rango di regina. Caterina giunse nel suo esilio dorato di Asolo l'11 ottobre 1489.
        Come signora, Caterina aveva su Asolo e su tutto il suo territorio un dominio effettivo di , quale prima spettava al Doge. Ad Asolo Caterina e la sua corte, un'ottantina di persone, si installarono nel Castello. A guardia e onore della propria persona la regina aveva un centinaio di soldati, stabiliti dalla stessa Repubblica Veneta. Nell'esercizio però di questa sua sovranità la regina Cornaro aveva dei limiti posti categoricamente dalla Repubblica Veneta: non poteva imporre ai suoi sudditi oneri ed angherie di nessun genere; nella città e nel territorio di Asolo "non potevano rifugiarsi, stare od abitare" quelli che non potevano farlo se il dominio del territorio fosse stato nelle mani del doge.
        Nel 1509, a seguito della invasione da parte delle truppe della Lega di Cambrai del territorio Asolano, Caterina Cornaro si rifugiò a Venezia. Dopo la cacciata dei Tedeschi, fece un breve ritorno ad Asolo. Il 10 luglio 1510 morì a Venezia.

Ed ora, sciogliamo il mistero.

Stanco di rivolgermi a fonti ufficiali, che, non per colpa loro, nulla sapevano, pensai di rivolgermi ai precedenti proprietari del castello, i discendenti Montagnoni, e, in particolare, al prof. Umberto Montagnoni, architetto e docente in pensione delle scuole secondarie superiori.
Questi sapeva tutta la storia e me la illustrò così.

"""""Egr. prof. Ferrero,

con vero piacere colgo l'occasione per ricordare con lei qualcosa che mi riporta agli anni trascorsi a Novello e la ringrazio per il suo ricordo di mia sorella.
        Ho ancora in mente il nostro incontro in occasione degli Esami Stato a Cuneo e a Saluzzo.
        Per quanto riguarda il suo quesito le faró una breve storia del Castello.
        Prima che fosse acquistato da noi, l'intero complesso era di proprietá dell'avvocato Angelo Allara e di sua moglie Maria Allara Nigra, nipote di Costantino Nigra.
        La signora Nigra, discreta pittrice, disegnó il Castello piú recente per l'architetto Schellino di Dogliani, e questo fu costruito intorno al 1870 dall'impresa locale Sangiano.
        Maria Nigra lo arricchí dei suoi dipinti nel salone e nella sala da pranzo, ispirandosi per quest'ultima a scene di vita medioevale. Nel salone invece, dipinse il ciclo dedicato a Caterina Cornaro. Nelle cinque grandi tele narra gli eventi della vita della regina di Cipro, rappresentando se stessa nella Cornaro, il marito (nella veste di Jacopo di Lusignano), il padre e altri membri della sua famiglia. I due guerrieri, a lato del camino, sono due giovani del paese che sembra le fossero particolarmente graditi...
        Spero di aver risposto ai suoi dubbi e rimango comunque sempre a sua disposizione.
        Vado ancora sovente a Novello per trovare i miei al cimitero e per ricordare i begli anni trascorsi lá (forse perché si era cosí giovani..).
        La saluto cordialmente.

Umberto Montagnoni"""""

Grazie, caro amico professore. Grazie per le notizie e grazie per i ricordi: tutti i Novellesi sono ancora legati a quella gran figura del "Capitano" (così era chiamato - anche se era Maggiore - il padre del professore, magnanimo e nobile uomo che fu e si considerò sempre amico di tutti)!

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