LE FOTO DA 606 A 610 (Marzo 2013)

606) - 1960 - Questo è un mio amico che non conosco. Si presenta come libero pensatore e io aggiungerei giramondo.
Si chiama Giovanni Ferrara, classe 1954, nato a Torino. Dice: "Ho vissuto per libera scelta nel Cuneese, dal '78 al '96 a Mondovì, poi a Cuneo fino al 2001; purtroppo ho dovuto andarmene, mio malgrado dal Cuneese e dal Piemonte. Sono nato a Torino poiché mio papà venne a lavorare lì, come macchinista ferroviere, nel '53. Prima aveva lavorato per 4 anni, sempre nello stesso mestiere, ad Aosta, dove era arrivato nel '49, lasciando Robbio, suo paese natale. Gli altri paesi aventi a che fare con le mie 'radici' sono Rosasco e Palestro. I miei nonni sono stati braccianti agricoli, in quella zona di risaie".

607) – 1961-62 – Dati forniti dai Giuanìn Ferrara

Scuola Emanuele Filiberto di Savoia duca d’Aosta, via Carlo Capelli, borgata Parella, Torino. Classe 2°: maestra Lidia Caselli.

Da sinistra e dall’alto: Ellena, Fausto R., Angelini Mauro, Redoglia Piercarlo, Vangelista, Maragna, Urzi, Maita Lombardo, Alfieri Adriano (poi operatore sociale e consigliere comunale; purtroppo morto già da tanti anni), Rebellato, Rebaglia, Dassetto Paolo, Ferrari C., La Rocca, Massa Lorusso, Ferrara G., Famuso Filippo, Amato Ernesto, Manganaro, Prodoni, Ferrari E., Bernardo, Martinelli.

 

 

608) - 1956 – Scrive Giuanìn, libero pensatore:

“Circa metà anni ’50, via Gravere, borgata Parella, Torino”.

Penso sia con la nonna.

 

 

609 - 1956 – Parole di Giuanìn: “Metà anni ’50, circa. Zona di Corso Monte Grappa, borgata Parella, Torino”.

 

Penso che Giuanìn sia il piccolo, in braccio alla nonna e coi genitori.

 

 

610) – 2010 – Giuanìn  davanti alla lapide di Bottecchia:

OTTAVIO BOTTECCHIA

Corridore di fama mondiale - mentre allenavasi

a prove più ardue - e ad agognati trionfi

colpito - da letale malore

cadeva - in questo tratto di strada

soccorso - dalla gente di Peonis

moriva all’Ospedale di Gemona

il 15 giugno 1927

 

Il malore non c’entra niente: parecchi decenni dopo, in punto di morte, un contadino del luogo confessò di avergli data una tremenda bastonata, perché piluccava qualche frutto del suo vigneto lungo la strada. Non sapeva chi fosse e non voleva certamente ucciderlo.

 

Ma chi era Bottecchia? Il corridore ciclista di cui era tifoso mio padre (poi, lo fu di Bartali).  Cominciò a correre per mangiare, a 27 anni e vinse, fra l’altro, due Giri di Francia, quando le tappe erano di 300 km. e le strade di montagna non erano asfaltate.

Fu l’unico corridore italiano che prese la Maglia Gialla alla prima tappa e la tenne fino a Parigi.

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