CLASSICO? ROBA PER LA CASTA... (Dicembre 2016)

      Ho seguito, recentemente, su un noto quotidiano, l'attacco al Liceo Classico, definito la scuola dei ricchi, dei VIP, della casta, di chi ha un retroterra culturale molto alto; insomma, la scuola di chi, in famiglia, ha qualcosa di più di un aiutino.
       Mi sono sentito umiliato e mi sono demoralizzato nel constatare come tutto serve, in buona o in mala fede, a denigrare una delle istituzioni veramente produttiva di cultura e di preparazione alla vita, indipendentemente dai risultati economici.
      Semplicemente, non è vero: i frequentanti il Classico sono di estrazione eterogenea e il risultato nella vita è generalmente indipendente dalle origini familiari.
      Chiedo venia al lettore, ma, a testimonianza, cito ciò che scrissi su questo sito nel Luglio del 2004. Allora, lo scrissi per confutare l'idea che l'alternanza scuola-lavoro fosse il non plus ultra per tutti gli indirizzi scolastici. Ora, per confutare la leggenda che solo i ricchi frequentino il Classico.
      Scrivevo:

      """Anche l'idea che il classico sia frequentato solo dai figli dei notabili e dei ricchi è un'idea balzana. Più ieri che oggi, per la verità.
      Ai miei tempi, si frequentava il classico su suggerimento dei professori di terza media e, molto spesso, del parroco del paese. Nella mia classe, ad esempio, eravamo in 20, di cui tre orfani di un genitore. I 37 genitori viventi erano così distribuiti:
5 casalinghe,
6 contadini,
4 professori nelle secondarie,
4 maestri elementari (fra cui mio padre, vedovo, risposato, con 5 figli),
2 geometri,
2 segretari comunali,
1 medico condotto (con 5 figli),
1 avvocato,
1 operaio generico,
1 operaio FF.SS.,
1 tabaccaio,
1 vedovo, usciere statale,
1 vedova, insegnante
1 vedova, lavorante a ore
1 trebbiatore,
1 negoziante in ferramenta,
1 ostetrica,
1 sacrestano,
1 rivenditore macchine agricole
1 agente di commercio.
      Liceali assortiti, dunque. Meglio, liceali scelti in base a presunte capacità di riuscita.
      Io ed un mio compagno, futuro ministro, entrambi con quattro fratelli, per pagarci il convitto facevamo gli assistenti nel convitto stesso. Par cosa da poco? Ecco il nostro orario quotidiano:
- 5,30: Levata;
- 6,00: lavati, sbarbati e vestiti, bisognava dare la sveglia ai ragazzi;
- dalle 6 alle 6,30 cura dei ragazzi (che si lavino bene, che si vestano e che rifacciano i letti);
- 6,30: Messa;
- dalle 7 alle 7,50 assistenza in studio;
- dalle 7,50 alle 8,10 assistenza in refettorio;
- dalle 8,10 alle 8,25 accompagnamento alle scuole pubbliche cittadine;
- poi, corsa al Liceo per le 8,30;
- alle 12,25 (ci era stato concesso di uscire cinque minuti prima delle 12,30) corsa alle scuole cittadine per ritirare i ragazzi e accompagnamento in convitto;
- dalle 12,50 alle 13,20 assistenza in refettorio;
- dalle 13,20 alle 14 assistenza ai giochi;
- dalle 14 alle 16 assistenza in studio (controllo dei loro compiti, delle lezioni, eccetera);
- dalle 16 alle 17 assistenza alla merenda e ai giochi;
-dalle 17 alle 19,30 assistenza in studio (controllo dei compiti, audizione delle lezioni, eccetera);
- dalle 19,30 alle 20 assistenza in refettorio;
- dalle 20 alle 21 assistenza ai giochi;
- alle 21 assistenza in camerata o assistenza in studio (fino alle 22);
- dalle 22 alle 5,30 riposo, ma con un occhio solo, perché bisognava sempre badare a chi si muoveva, a chi non stava bene, eccetera.
      Naturalmente, c'erano le varianti: accompagnamenti pomeridiani, supplenza del collega assistente per sua malattia, eccetera."""

      Eppure, anche in quelle condizioni abbiamo studiato e siamo maturati. Abbiamo imparato a guardare la vita con più distacco, nella buona e nella cattiva sorte.
      E come siamo finiti? Così (a parte uno, molto bravo al Liceo, morto improvvisamente giovanissimo):
- 1 ingegnere in grande azienda elettronica e ottimo pianista;
- 7 docenti scuole secondarie
- 1 dirigente, parlamentare, europarlamentare, ministro
- 1 avvocato e docente
- 1 provveditore agli studi (non fui capace a fare di meglio…)
- 1 avvocato, presidente dell’Ordine
- 1 farmacista
- 1 gestore azienda commerciale
- 1 assicuratore, dirigente
- 1 impiegato di banca
- 1 ingegnere in campo informatico
- 1 carriera militare (generale)
- 1 chirurgo specializzato.
      Insomma, venivamo da famiglie comuni, venivamo da piccole paesi di campagna, venivamo da una piccola città (20.000 abitanti), all’epoca non conoscevamo e non c’interessava la provenienza familiare: ma quanto sentiamo la maturità che c’è in noi! Tale da farci ritrovare a convito annualmente (64° della maturità celebrato il mese scorso), anche se, da 20 compagni, siamo ridotti a 12. Otto sono già “andati avanti” direbbero gli Alpini.

Indietro
lettera successiva
torna all'indice
Torna a GIANNINI