Caro Beatissimo Angelo, sempre più compatrono di Cuneo,
hai visto, ieri, 27 gennaio? Le cerimonie per il Giorno della Memoria sono state tante e toccanti. Specie per me, che, avendo una componente ebraica in famiglia, piango il tributo di vittime finite ad Auschwitz.
Anch'io avrei voluto testimoniare colla presenza alla cerimonia in Sinagoga a Cuneo la mia partecipazione alla Giornata. Ma non mi fu possibile, perchè non avevo prenotato. Pazienza.
Piango lo stesso, da solo, mio zio e mia zia (27 e 25 anni) ed il loro piccolo bambino, finiti in quel macabro posto. Ho visto le immagini delle atrocità del dottor Mengele sui bambini e, di fronte a quelle torture, di fronte a quei bambini squartati vivi (come piangevano!), ho pianto anch'io. Credo che piangeresti anche Tu, se non fossi Santo e, come tale, imperturbabile.
Ho pianto, ma non in Sinagoga a Cuneo, anche se mi ero portato in tasca la kippah come usava il nonno sepolto nel Cimitero israelitico di Genova, alla cui entrata c'è una lapide con tanti nomi di gasati, compresi quelli degli zii (in ordine alfabetico: Sacerdote Giacomo e Sacerdote Giuili Enrica). Si salvarono i nonni, ospitati in un convento dall'allora non ancora cardinale Siri.
Avevo anche, del Rabbino Hasdà, il Formulario ordinato-tradotto delle Preghiere Israelitiche di Rito Italiano, un po' vecchiotto (del 1902) perché di nonna Segre. Sai, caro Beato, sono quei libri che si leggono partendo dal fondo e che, per venire incontro alla mia ignoranza, hanno la traduzione italiana a fronte.
Comunque, non essendo puro spirito invisibile come Te, mi sono accontentato di veder entrare i prenotati, fra cui parecchi conoscenti.
C'era il presidente dell'Associazione Italia-Israele, c'erano alcuni professori, c'era il sempre brillante don Benevelli, che ho salutato volentieri, c'era il nostro Sindaco, che ho salutato da lontano altrettanto volentieri. Ma mi ha guardato soprappensiero, senza rispondere. Probabilmente, non mi aveva riconosciuto. Tu, che tutto vedi, hai per caso notato se aveva gli occhiali? A me il particolare è sfuggito.
C'era un rigido Cerbero sulla porta (anche lui, poveretto, obbediva agli ordini, come disse qualcuno a Norimberga) che fu inflessibile. Quasi.
Hai contato quanti eravamo in soprannumero? Undici, eppure non ci fu eccezione. Quasi.
Cinque, con cui il Cerbero conversava amichevolmente, furono introdotti "solo per vedere la Sinagoga", si disse. Ma entrarono.
Sei no: brutti e cattivi, fra cui io.
Nonna Segre non voleva sentir parlare di razze, ma di popoli: popolo ebraico, popolo arabo, popolo francese, popolo italiano, eccetera. Sono pienamente d'accordo.
Che ne dici di pregare con me, recitando la preghiera del soldato? "Signore Iddio, che hai costituito di molti popoli l'umana famiglia, da Te creata e redenta"(quest'ultima parola, alla presenza di nonno Sacerdote, l'avrei omessa), proteggi tutti i popoli ed evita all'Umanità altre Auschwitz!
Con devozione, il Tuo fedelissimo
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