LA COCCIUTA 4 (Aprile 2017)

 

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Volevo riparlarTi della capacità di governo della Cocciuta, ma lessi di una nuova iniziativa che certo non riscuote il mio plauso; allora soprassiedo e Ti parlo subito della novità.
      Caro Beato, che ne dici dell’idea "comunale" di abbattere il vecchio edificio, in passato utilizzato per servizi sociali (IPI), per farne un palazzone di sei piani? Come sai e vedi, si tratta di quel basso corpo edilizio d’angolo fra via Monte Zovetto e via Quintino Sella. Tu ed io (e, spero, tanti Cuneesi) capiamo che in tal modo la Cocciuta introita denaro, ma non sarebbe stato più utile, per la popolazione, abbattere semplicemente l’edificio, non concedere licenza su quell’area, pagare il terreno alla Provincia (pagarlo come area non edificabile, s’intende) e lasciarlo a parcheggio? Pagarlo è un modo di dire, perché sarebbe Borgna che paga a Borgna...
      Ispirami la Tua opinione, perché vedo i miei concittadini sempre più affamati di parcheggio, sempre più costretti a spendere soldi pro distributori di carburante (pro petrolieri, insomma); mi piange il cuore nel vedere i cosiddetti Ausiliari del Traffico a caccia di auto parcheggiate esorbitanti dalla linea apposita, il tutto a vantaggio economico della Cocciuta, ma non solo.
      Caro Beato, ora Tu mi dirai che per la Cocciuta è impossibile sottrarsi al dovere di concedere licenze, come deliberato dalle varie commissioni, che il tutto è previsto dal Piano Regolatore (intoccabile come se lo avessi fatto Tu), che qui e che là, eccetera eccetera; ma sai anche che il Tuo e mio Vangelo dice che nulla è impossibile a Dio (e, con un po’ di buona volontà, a chi si crede tale, aggiungo io). A dir la verità, il Piano Regolatore lo toccano, eccome! Basta che Tu pensi all'ex Policlinico, che, invece di far spazio per parcheggio, diventerà un edificio a sei piani, con torretta!
      Caro Beato, Tu - come altri - mi dirai che parlo perché ho la lingua in bocca, perché non me ne intendo, eccetera. Sarà vero, lo confesso; sono un quisque de populo (un uomo qualunque, tradotto per mia cugina Clotilde), che vola basso e che non ha retropensieri. Insomma, uno che guarda solo i fatti e i fatti dimostrano che da decenni la Cocciuta ha la frenesia dei palazzi in centro, a scapito dei parcheggi utili e risparmiosi.
      Quando la Cocciuta guarirà dalla sudditanza (che supponiamo solo psicologica) nei confronti dei grandi palazzinari che, ovviamente, curano legittimamente soltanto i loro interessi?
      Caro Beato, fai qualcosa per la tua città!

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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