Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,
Hai letto la notizia di quel presidente di banca che si è tagliato lo stipendio? O che bel gesto! O che bel gesto!
Sempreché non sia come l'elemosina che i parlamentari hanno fatto per i terremotati: hanno offerto ben 1000 (mille) euro a testa. Vale a dire che, per un mese, invece di 20.000 euro netti, ne hanno ricevuti solo 19.000, quanto un insegnante guadagna, lavorando (ripeto: lavorando), in un anno. Ma non trovi che è comunque un bel gesto, che fa colpo sul popolo bue?
Tornando ai banchieri, hai letto le lodi di quel giornale di sinistra per quel banchiere che ha aumentato l'utile della sua banca? Miracolo! La sinistra convertita all'etica del profitto... Ti immaginerai anche la gioia dei clienti di quella banca, se è parimenti aumentata la tutela dei loro depositi. Perché non tutte le banche sono così fortunate.
A chi si fida di una banca non interessa quanto sia l'utile della gestione, ma quanto sia l'utile dei soldi affidatile.
So che non ti piacciono i discorsi venali, ma ti porto il mio caso ad esempio, perché io per vivere devo pagare: dal macellaio alle tasse, dal gommista al panettiere. Ma, mi raccomando, caro Beato, che il mio esempio resti riservatissimo, anche perché non ha rapporto coi banchieri che si riducono il loro mucchio di stipendio; mi è solo venuto in mente leggendone.
Da sempre sono cliente di una banca (che chiamo Banca 1) e, nel corso degli anni portai ad essa perché me li investisse tutti i miei risparmi. Come sai, negli anni '90 andò in pensione mia moglie insegnante con modesta buonuscita; poi, colla morte di mio padre, vendemmo un pezzetto di terreno sulle Langhe, quelle magnifiche colline che Tu vedi ogni giorno nelle Tue volate; poi, nel 2000, andai in pensione io, con relativa buonuscita.
Queste tre cose, assieme ai risparmi di una vita, mi portarono ad avere la disponibilità di 285.000 euro, non tutti assieme, ma nel corso degli ultimi vent'anni. Li investii in questo modo: 165.000 alla Banca 1, 80.000 alla Banca 2 e 40.000 alla Banca 3. Naturalmente, di azioni e di fondi - al contrario di Te - non so niente, perciò dissi sempre alle banche: fate voi, investitemeli per il meglio, secondo le vostre cognizioni e le vostre capacità.
Qualche mese fa, mio figlio si comprò un alloggetto, ma, da buon insegnante di filosofia e scrittore di romanzetti, non aveva una lira: carmina non dant panem, dicevate Voi quando parlavate latino. Allora optò per un mutuo e per il mio aiuto. Io mi accinsi a vendere, ma trovai la sorpresa. Con l'11 settembre 2001 prima e con la crisi poi, mi trovai (e mi trovo, al 2 aprile) con la seguente situazione:
i 165.000 euro della Banca 1 sono diventati 83.000 (= 50%)
gli 80.000 euro della Banca 2 sono diventati 63.960 (=80%)
i 40.000 della Banca 3 sono diventati 43.000.
E' ovvio che vendetti subito ciò che avevo in Banca 3, ma era poco per l'alloggio. Ora, sono in difficoltà, perché non so dove sbattere la testa. Ti faccio presente che i 43.000 della Banca 3 erano frutto di un programma ad accumulo mensile, così come consigliatomi dalla banca stessa, perciò, poco paragonabili con le altre due banche.
Ma ciò che non mi va giù è il salasso della Banca 1: perché mi hanno consigliato quelle cose che mi hanno fatto perdere quasi il 50%? E' incapacità o altro? Perché con la Banca 2 ho perso molto meno in percentuale?
Tu sai che, quando mi chiedono se sia favorevole alla pena di morte, io, per significare quanto il potere e lo stipendio comportino responsabilità, usando scherzosamente un paradosso, rispondo: sì.
- In quali casi?
- Solo per i magistrati che sbagliano.
- E chi li giudica?
- Tu o io, ad esempio.
- E se sbagliamo?
- Ma noi non siamo magistrati, non abbiamo nè il loro potere nè il loro stipendio.
Lo stesso paradosso, ora, lo applico a quei direttori di banca, che mi hanno fatto perdere il 50%, vale a dire, TUTTA la mia buonuscita. Ma hanno tanto potere e tanto appannaggio.
Caro Beato, Ti ripeto: la presente è riservatissima, non farla leggere a nessuno, ma, onestamente, prima di lodare altri banchieri (non dico bancari, perché mi parrebbe di offendere gli impiegati che non ne hanno colpa), non pensi che si dovrebbe fare un esame del loro operato? Non guardare se la banca chiude in attivo, ma guardare se chiudono in attivo i conti dei clienti che ad essa hanno affidato i loro risparmi.
Con devozione, il Tuo fedelissimo
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