CAMBIO NEGOZIO (Ottobre 2013)

     Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

     Hai buona memoria? Certamente sì, visto che sei nell'Eternità. Io, purtroppo, molta meno, ma certe cose le ricordo.
     Ti ricordi la campagna elettorale per le ultime comunali? Fra le varie promesse, c'era quella di fare un po' di pulizia circa gli accattoni professionisti. Sai benissimo che c'è un'organizzazione che distribuisce gli accattoni nelle varie città ed assegna loro il punto esatto di lavoro, i giorni e l'orario di servizio. Presumo che, a fine giornata, i questuanti debbano consegnare il ricavato ai boss, che lasceranno loro le briciole.
     Come ricordi, caro Beato, tempo fa, parlai della brutta impressione che ebbi, quando una signora chiese al questuante nero, grande e grosso, giovane e col pizzetto, da dove venisse.
     La signora, probabilmente, pensava da quale Stato; il nero pensava più limitato e spiegò che veniva tutti i giorni col treno da Torino, che faceva parte di un'organizzazione, che era stato reclutato così e cosà, che aveva il posto fisso che veniva cambiato ogni 15 giorni (come le donnine in quelle case di una volta, che Tu non conosci), eccetera.
     Fra l'altro, caro Beato, assistetti personalmente alla discussione fra due questuanti neri, il titolare del posto ed un altro, mandato presumibilmente da altra organizzazione, che dovette andarsene per non creare incidenti gravi. Si direbbe che qualcuno abbia il monopolio dei posti di accattonaggio e che, per poterne utilizzare uno, si sebba pagare il pizzo. Tipo mafia, insomma.
     Io comprendo il questuante, come quello che c'è al mattino all'entrata della mia Chiesa. E' italiano, è di età matura ma non da pensione, è senza lavoro e senza cassa integrazione, eccetera. Parla tranquillamente ed educatamente con tutti, spiegando che non può farne a meno per sopravvivere. Mia moglie offre sempre il piccolo contributo.
     Ma, caro Beato, quelli che lo fanno per ingrassare un'organizzazione mafiosa, no. Speravo che la promessa elettorale di fare pulizia in materia venisse mantenuta, ma non se ne parla nemmeno. Bisogna cambiare il detto: non più "promesse da marinaio", ma "promesse da sindaco".
     Però, caro Beato, non credi che dobbiamo contribuire pure noi Cuneesi a migliorare la situazione? Io lo sto facendo: non metto piede nel supermercato, se vedo il nero questuante all'entrata. Non me la sento di sostenere la mafia, di qualunque colore sia; se le forze dell'ordine non hanno niente da dire, avranno i loro motivi.
     Tu, caro Beato, mi dirai: di che cosa può essere imputato? Ti rispondo: non lo so, ma so che, se si vuole imputare qualcuno di qualcosa, in Italia quel qualcosa si trova sempre; basta volerlo.
     Caro Beato, permettimi di avere i miei motivi per almeno cambiare il luogo della spesa.
     Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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