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ACCADEVA IN PIEMONTE 100 ANNI FA (Giugno 1918)

      Come cambiano le usanze! Oggi, il pane integrale costa più di quello privato della crusca. Durante la guerra 1915-18, invece – come, poi, anche in quella 1940-45 – per carenza di pane lo stesso andava lavorato con la crusca, con un limite minimo di crusca fissato per legge. Ecco un esempio di infrazione.

Da LA STAMPA del 21 Giugno 1918

      """A Nizza Monferrato (Alessandria) in seguito a verifica effettuatasi dagli agenti nel molino a palmenti sito in Ponte Verde, si constatava in detti locali la giacenza di Kg. 150 circa di farina di frumento tenero abburattato ad un tasso inferiore al prescritto, nonché kg. 140 di frumento tenero, tutti scoperti della tessera di riconoscimento.""" (Seguono le solite sanzioni).

      Anche il burro scarseggiava, pur essendo un alimento fortemente prodotto in Italia.

Da LA STAMPA del 16 Giugno 1918

      """L’Ufficio Annona comunica:
      Burro – A partire da lunedì 17 corrente, la razione individuale di burro misto è fissata in grammi 75 per persona alla settimana, ferma rimanendo la razione di grammi 50 pel burro naturale. Il burro misto trovasi in vendita in sostituzione del burro naturale negli spacci municipali e nei distributori dell’Alleanza Cooperativa, al prezzo di cent. 80 all’ettogrammo, contro distacco del tagliando 17-23 giugno, a pagina 27 della nuova tessera di razionamento."""
      Non ho trovato una definizione precisa di burro misto; c'è un accenno ad un composto con burro vegetale (margarina) o burro da grasso animale.

      Anche i muli degli Alpini ed i cavalli dei Cavalleggeri devono mangiare, specie in guerra, dove il loro lavoro è pesante. E allora? Ogni Comune dovette emanare il seguenta avviso:

Da LA STAMPA del 1° Giugno 1918

      """L'Ufficio Annona comunica. Per incarico della Commissione Provinciale Incetta bovini e foraggi, si invitano i proprietari di terreni coltivati a prato, situati in questo Comune, a fare denuncia precisa della superficie e qualità del prato all'Ufficio Municipale di Annona, Via Corte d'Appello 4 (per Torino), entro il giorno 6 giugno prossimo.
      Si ricorda altresì ai coltivatori di prato l'obbligo di conservare e mettere a disposizione della predetta Commissione la quantità di fieno che presumibilmente verrà incettata, quantitativo almeno uguale per quantità e rispettiva qualità di quello incettato l'anno scorso, avvertendo che la Commissione non terrà valide le ragioni che gli agricoltori potranno indurre per la mancanza di fieno precettato."""

      Durante la rotta di Caporetto, molte famiglie si dispersero e misero nella disperazione genitori e parenti.

Da LA STAMPA del 1° Giugno 1918

      """Ricerca di profughi - La Lega Nazionale delle seminatrici di coraggio fa ricerca di tre bimbi profughi, iI tre fratelli Furlani, provenienti da Udine. Il primo, di 9 anni, si chiama Secondo; la bimba, di 8 anni, si chiama Odelia; l'ultimo, di tre anni e mezzo, Antonio. Sono tutti e tre biondicci. Chi li avesse raccolti o ne avesse notizia farà opera buona darne avviso alla Lega, Corso Massimo d'Azeglio, 25, alla quale è ricorsa per aiuto l'angosciata nonna. Il padre dei piccini è militare a Padova, la madre fu trattenuta a Udine. Si ricerca pure lo zio dei bambini, certo Luigi Marciuzzi di S. Marco."""

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      E la guerra coma andava in quel Giugno? Il nemico continuava a premere e ad oltrepassare in alcuni punti il Piave, ma l'Esercito Italiano si era riorganizzato e, con l'aiuto di forze alleate, era pronto al contrattacco.

Dai bollettini del 21 giugno:

      """Il 20 giugno, sul Montello, la pressione avversaria, continuò fortissima, ma fu ovunque contenuta dai Grigioverdi che, contrattaccando, riguadagnarono terreno. Tentativi nemici di avanzata verso occidente e verso sud animarono particolarmente la lotta a oriente della linea Casa Gheller Bavaria e nei pressi della stazione di Nervosa. La brigata "Pisa" (29° e 30°), avanzando con ammirevole slancio, catturò 400 prigionieri, molte mitragliatrici e riprese intatte al nemico due nostre batterie di medio calibro, prontamente rimesse in azione contro l'avversario.
      Sul Piave la lotta si concentrò in alcuni settori; a ovest di Candelù un attacco nemico fu prontamente respinto. Più a sud, di fronte a Fagarè e Zenson, l'azione controffensiva italiana, iniziata la notte del 20, proseguì irresistibile e riportò i Grigioverdi sulle posizioni del giorno precedente. Il nemico subì perdite pari alla sua strenua resistenza; molte centinaia di prigionieri restarono nelle mani italiane; nella zona a occidente di San Dona l'avversario tentò una forte azione contro Losson. Arrestato una prima volta dal fuoco delle artiglierie, rinnovò invano per ben quattro volte l'attacco, finché, esausto dalle moltissime e gravi perdite subite, fu costretto a indietreggiare di fronte all'incrollabile valore dei sardi della brigata "Sassari" (151° e 152°), validamente coadiuvati dal 2° battaglione del 209° fanteria (brigata "Bisogne") e dal 9° battaglione bersaglieri ciclisti.
      A nord di Cortellazzo nostri reparti di marinai e bersaglieri, gareggiando in ardimento, irruppero nelle linee nemiche, catturandovi 200 prigionieri e mantenendole poi in saldo possesso. A Cavazuccherina ampliammo la testa di ponte""".

      Il bollettino continuava:
      """Il numero dei prigionieri finora accertati dall'inizio della battaglia ad oggi supera i 12.000. Nella lotta che da più giorni si combatte sull'aspro terreno del Montello, si sono particolarmente distinti, oltre la brigata "Pisa", le brigate di fanteria "Aosta" (5° e 6°) e "Mantova" (113° e 114°), i reggimenti di fanteria 3° (brigata "Piemonte"); 68° (brigata "Palermo"), 215° (brigata "Tevere"), 270° (brigata "Aquila"), il XXVI e il XXVII Reparto d'Assalto ed il 790 battaglione zappatori che, combattendo a fianco della fanteria, confermò ancora una volta lo spirito di sacrificio ed il valore dell'arma del genio. Squadroni di lancieri di "Milano" (7a) e di "Vittorio Emanuele II" (10°), intervenendo decisi nella lotta ad occidente di Zenson per arrestarvi il tentativo di sfondamento del nemico del giorno 19, hanno aggiunto nuove pagine alla storia gloriosa dei loro reggimenti e dell'arma di cavalleria""".

      Finalmente, la sera del 23 giugno il Comando Supremo poteva dare una grande notizia all'Italia, con un laconico ma eloquente bollettino che fece delirare d'entusiasmo l'intera penisola:
      """Dal Montello al mare, il nemico, sconfitto ed incalzato dalle nostre valorose truppe, ripassa in disordine il Piave""".

      Il resto è retorica.

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