La tumultuosa adunanza di ieri dei maestri elementari di Torino
"L’agitazione della classe magistrale torinese per la nota questione del denegato aumento di stipendio, che venne accordato alle altre 42 categorie di dipendenti comunali, diventa acuta. Come è noto, il commissario regio, conte Filiberto Orgiali, in seguito ad energiche pressioni degli impiegati ed agenti comunali, stretti in fascio nella «Federazione dipendenti comunali» aderente alla Camera del lavoro, ha concesso a tutti gli appartenenti ai servizi comunali un aumento di mercede che per gli impiegati è di 200 lire al mese. Da questa concessione vennero esclusi i maestri. Ad una Commissione d’insegnanti, che si recò a chiedergli la ragione di questa esclusione, il commissario rispose che non poteva considerare i maestri alla stregua dei dipendenti comunali, che non si trattava di spese obbligatorie alle quali il Comune fosse costretto e che, infine, le condizioni del bilancio non consentivano un nuovo aggravio."
Nota. - Gli insegnanti si riunirono per protestare, sotto la guida del loro sindacato (Associazione Insegnanti). Come succede molto spesso, ci furono solo tumulti, perché si presentò un rappresentante sindacale della Camera del lavoro (madre della C.G.I.L.), invitando tutti gli insegnanti a lasciare il loro sindacato e ad iscriversi alla Camera del lavoro.
L’agitata discussione si risolte in nulla, ma va reso merito agli insegnanti, che non risposero positivamente ad un invito così pacchiano e sfacciatamente di parte.
Però, consideriamo la risposta del commissario regio. I maestri elementari erano (a quel tempo) ancora dipendenti comunali; allora, perché escluderli? Mi viene il dubbio che al conte (i cui figli probabilmente non avevano bisogno della scuola pubblica) non stesse molto a cuore l’istruzione della popolazione e che fosse comprensibile il risentimento degli insegnanti.
Dicono che la storia non si ripete; ma è proprio così? In questi ultimi quarant’anni, l’istruzione, di ogni ordine e grado, fu sempre ai primi posti nel pensiero dei nostri governanti? Bah!
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Da LA STAMPA del 19 Febbraio 1020
Gravi fatti a Sestri Ponente – Conflitto fra operai e forza pubblica - Vari feriti dalle due parti
"Dolorosi fatti sono oggi accaduti a Sestri Ponente. Come già da ieri sera vi comunicavo, gli operai si erano resi padroni di diversi stabilimenti, dove dopo aver eletto nuovi capi misero alla porta il personale direttivo della Società.
Oggi gli stessi fatti si sono ripetuti negli stabilimenti delle fonderie Ansaldo a Sestri e nelle acciaierie di Campi, dove, a porre termine all’anarchia, venne chiamata la forza pubblica. Verso le 12 circa, duecento guardie regie e carabinieri, al comando del commissario Goffredi, entrarono negli stabilimenti e intimarono agli operai lo sgombro delle officine, allo scopo di ristabilire la sicurezza e di tutelare il materiale macchinario della Società.
La forza pubblica venne accolta dalla massa appollaiata sui tetti e sulle terrazze con una fitta sassaiuola e con lancio di grossi pezzi di ghisa. Gli agenti risposero dapprima con una scarica a salve, ma continuando da parte delle maestranze le sassate, contro di esse fecero fuoco sparando un centinaio di colpi a pallottola.
Avvenne allora tra gli operai un momento di panico generale, durato però pochi momenti, poiché subito si diressero verso la porta di ingresso dello stabilimento alla guardia della quale stava un plotone di soldati comandati da un sottotenente. La massa operaia li aggredì e riuscì a disarmarli, adoperando poi le armi e sparando dietro trincee improvvisate contro la forza pubblica. All’improvviso attacco questa rispose con una scarica di moschetteria. Gli operai fuggirono, abbandonando fucili e munizioni.
I feriti d’arma da fuoco nei diversi stabilimenti, ammontano a quindici, di cui due gravemente (seguono i nomi dei feriti).
Della forza pubblica rimasero feriti (seguono i nomi di diedi militari (di cui due gravi), del comandante Goffredi e di due ufficiali).
In seguito a questi fatti, gli operai degli altri stabilimenti disertarono subito il lavoro in segno di protesta.
Nota.
1) Impariamo un nuovo modo di scioperare.
2) Perché il plotone di guardia non sparò per difendersi? Temeva qualche P. M. diversamente orientato?
3) perché quei cattivoni governativi non si lasciarono impunemente ammazzare, come era – secondo alcuni pensatori anche di oggi – loro preciso dovere?
Ancora Bah!
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Da LA STAMPA del 27 Febbraio 1920
Le agitazioni agrarie e la Direzione del Partito Socialista per l’invio di una commissione in Russia.
Nota. - Tralascio il prolisso svolgersi della riunione.
La Direzione discusse molto sulla situazione delle agitazioni agricole, specie di quelle nella Valle Padano-Veneta. Naturalmente, colpa tutta del Governo e lamentela per il ritardo dei visti ad alcuni parlamentari socialisti, delegati dal partito ad una visita in Russia, per vedere, studiare, analizzare il progredire della rivoluzione bolsevica, ai fini di una sua auspicabile applicazione in Italia.
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