Eschilo fece di Antigone la tragica eroina che muore per non venir meno alle "leggi non scritte degli dei", ossia, per non violare il diritto naturale. Se ci esaminiamo a fondo, ci rendiamo conto che tutti - atei, cattolici, di qualsivoglia religione o filosofia - sappiamo benissimo ciò che è bene e ciò che è male, senza che ce lo dica un dogma o un articolo di legge. Sempreché abbiamo l'uso di ragione.
Sono ben noti gli argomenti di coloro che sostengono l'inesistenza del diritto naturale. "Se esistesse - dicono - sarebbe semplicemente la legge del più forte, la negazione della convivenza!".
Peccato che confondano volutamente il diritto naturale con la libertà individuale. Ma tant'è: devono pur dir qualcosa per autogiustificarsi ed autoassolversi.
Nel '700, i negrieri razziavano gli abitanti dell'Africa e li vendevano come schiavi in America; era legittimo, ma nessuno voleva paragonato a un negriero nè i commercianti di schiavi erano considerati persone rispettabili. Perché?
Fino a sessant'anni fa, c'erano le tenutarie dei bordelli che rispettavano tutte le leggi: avevano tanto di licenza, pagavano le tasse, rispettavano le prescrizioni sanitarie, circolavano a destra, eccetera. Eppure, non erano considerate persone da portare ad esempio ai nostri figli nè da proporre come spose. Perché?
Video bona meliora proboque, peiora sequor: vedo il bene ed approvo il meglio, ma seguo il male, diceva Orazio. Magari lo dicessimo anche noi; noi, invece, facciamo uno sforzo di autoconvincimento per dire che è bene ciò che, secondo "le leggi non scritte degli dei", ossia, secondo il diritto naturale, è male. Poi, ci atteniamo a quest'ultimo. Decoloriamo il vino in acqua e ci illudiamo di essere sobri.
(Lettera inviata, nel febbraio scorso, al Corriere della Sera, ma - ovviamente - non pubblicata. Non politicamente corretta?).
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