ANTIGONE (Aprile 2007)

Eschilo fece di Antigone la tragica eroina che muore per non venir meno alle "leggi non scritte degli dei", ossia, per non violare il diritto naturale. Se ci esaminiamo a fondo, ci rendiamo conto che tutti - atei, cattolici, di qualsivoglia religione o filosofia - sappiamo benissimo ciò che è bene e ciò che è male, senza che ce lo dica un dogma o un articolo di legge. Sempreché abbiamo l'uso di ragione.
       Sono ben noti gli argomenti di coloro che sostengono l'inesistenza del diritto naturale. "Se esistesse - dicono - sarebbe semplicemente la legge del più forte, la negazione della convivenza!".
       Peccato che confondano volutamente il diritto naturale con la libertà individuale. Ma tant'è: devono pur dir qualcosa per autogiustificarsi ed autoassolversi.
       Nel '700, i negrieri razziavano gli abitanti dell'Africa e li vendevano come schiavi in America; era legittimo, ma nessuno voleva paragonato a un negriero nè i commercianti di schiavi erano considerati persone rispettabili. Perché?
       Fino a sessant'anni fa, c'erano le tenutarie dei bordelli che rispettavano tutte le leggi: avevano tanto di licenza, pagavano le tasse, rispettavano le prescrizioni sanitarie, circolavano a destra, eccetera. Eppure, non erano considerate persone da portare ad esempio ai nostri figli nè da proporre come spose. Perché?
       Video bona meliora proboque, peiora sequor: vedo il bene ed approvo il meglio, ma seguo il male, diceva Orazio. Magari lo dicessimo anche noi; noi, invece, facciamo uno sforzo di autoconvincimento per dire che è bene ciò che, secondo "le leggi non scritte degli dei", ossia, secondo il diritto naturale, è male. Poi, ci atteniamo a quest'ultimo. Decoloriamo il vino in acqua e ci illudiamo di essere sobri.

(Lettera inviata, nel febbraio scorso, al Corriere della Sera, ma - ovviamente - non pubblicata. Non politicamente corretta?).

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