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JUS SCHOLAE e JUS LOCI (Ottobre 2024)

       Intanto, bisogna chiarire che chi è in Italia ha un documento italiano che lo dimostra. Secondo me, sarebbe giusto che chi riesce ad arrivare in Italia, maggiorenne o minorenne, riceva un permesso di soggiorno provvisorio, senza limiti di tempo, ma che possa e sia immediatamente revocato nel caso di almeno due reati contro la proprietà, contro il fisco o contro le leggi dello Stato e che non siano solo ammende, ma che prevedano al massimo anche la pena detentiva.
      Capisco che chi abita in quartieri “particolari” non ne possa più: bici rubate, auto danneggiate, cantine e solai forzati e depredati, spaccio ormai visibile. Parlo per plurima conoscenza diretta.
      Insomma, accogliamoli tutti, perché noi abbiamo bisogno di braccia e loro di lavoro, ma siamo severi coi disonesti. Il tutto senza l’intervento del mondo giudiziario, perché la revoca è competenza di chi la concesse.
      La mia è una spiegazione grossolana, che va studiata sulla base di: onesti si, disonesti no. Si può anche – nel rispetto delle norme di legge – concedere il lavoro professionale personale, ma al secondo scontrino non rilasciato, sia espulso.
      Poi, a 18 anni (o all’età in cui si potrà votare). si conceda la cittadinanza. Ma anche questa sia revocabile per gli stessi motivi sopra indicati. Sorgerà la protesta di quanti dicono che la costituzione non lo permette e che la costituzione non si tocca. Se non sono ignoranti, sanno che la costituzione, dal 1948 ad oggi, è stata modificata ben 16 volte; nel qual caso sanno di dire bugie. Si può fare 17, coll'art. 138, aggiungendose si vuole, anche il referendum.
      Rimane il problema se l’espulso ha familiari minorenni a carico. Non ho risposta, ma è un problema che devono studiare gli esperti, governativi e non.
      Per lo JUS SCHOLAE non avrei dubbi: siano tutti ammessi alla scuola d’obbligo, fino al completamento dell’obbligo scolastico in scuole statali. Se non frequentano, commettono reato i genitori; perciò l’espulsione dovrebbe essere automatica.
      In tal modo sarebbero alleviate anche le carceri, che rigurgitano di stranieri che fanno di tutto. Intanto, sono condannati ad una pena, non ad una villeggiatura, e lo stato potrebbe dimostrarsi benevolo condonando agli immigrati – anche se con cittadinanza – cinque anni di pena. Traduco: se la pena non supera i cinque anni è condonata con immediata espulsione e revoca di cittadinanza. E non è ammessa riammissione.
      Ho parlato grossolanamente, ma bisogna aiutare in tutti i modi gli onesti, se no lo stato fa la figura di chi tiene il sacco del ladro.
      Su un giornaletto locale (ma non ricordo quale), lessi un’intervista a un sindaco arrabbiato che disse pressappoco così (le virgolette non dicono niente, perché non ricordo le parole esatte)ì: "Che i Comuni abbiano il problema della sicurezza lo sanno tutti. Furti, danneggiamenti e, soprattutto, tantissima droga che passa di mano in mano, ad ogni ora del giorno e dellatte. Ci sono vere e proprie piazze di spaccio, dove confluiscono spacciatori in particolare nordafricani, con o senza permesso di soggiorno. E la droga si porta dietro degrado e violenza. In genere, litigano fra di loro e sono quasi tutti con un coltello in tasca."
      Insomma, ciò che espongo va studiato da esperti della materia, senza disturbare la magistratura, ed il risultato deve rispondere al concetto: immigrati onesti sì, senza limiti; immigrati disonesti no, senza distinguo.
      E concludo ripetendo la necessità di modificare (17° modifica) l’art. 3 della Costituzione.

      L’ho fatta lunga, ma sono ultranovantenne e mi permetto di dire la verità (giustizia permettendo).

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