Un paziente e competente ricercatore (che per modestia non gradisce essere nominato), già funzionario di un’organizzazione ufficiale europea, residente in Provincia vicina alla nostra, pubblicherà prossimamente un volume con tutti i dati relativi ai Borio. Gentilmente, mi ha inviato (e, per questo, lo ringrazio) lo stralcio che riguarda i Borio di Novello, così i miei amici Borio di Novello, a cominciare da Pasquale, potranno inorgoglirsi per le loro origini nobiliari e guardare noi plebei dall’alto in basso...

Ecco il testo (non è che abbia capito tutto, ma, per gli esperti, sarà interessante):

 

“””””GENEALOGIA DELLA NOBILE FAMIGLIA

BORIO di NOVELLO

 

 

Novello- Torre e porta del borgo

 

 

Novello fu per alcuni secoli la capitale di uno stato feudale, retto da un ramo della famiglia Del Carretto. Situato nella marca arduinica, era presumibilmente diventato proprietà dell'aleramico Bonifacio Del Vasto nel 1091 e da lui passò ai suoi discendenti. Con la morte di Giacomo I Del Carretto, marchese di Finale, e la ripartizione dei suoi domini fra i tre figli nel 1268, nacque la signoria (contea?) di Novello, affidata al figlio Enrico. La sua ampiezza può essere desunta dall'investitura concessa da Carlo IV ai fratelli Antonio, Alberto, Enrico, Franceschino e Manfredo, figli di un successivo Giacomo Del Carretto. L'atto, redatto il 2 febbraio 1354, conferma gli antichi privilegi della famiglia su vari luoghi, tra cui Novello. Si venne,

quindi, a creare un feudo "non mediato" direttamente sottoposto all'Impero e, pertanto, con una sua sovranità specifica, similmente al ducato di Guastalla, per esempio. Ciò permise, come vedremo, che vi si potesse formare nobiltà.  Infatti, dal secolo XV si venne a creare nel borgo un ceto dominante, legato in qualche modo sempre ai Del Carretto, composto da esponenti di poche famiglie del "patriziato" locale che formavano il Consiglio Comunale, tra le quali si ritrovano i Ferreri/o, Moretti, Borio, Tarditi, Rosso, Pira, Marescotti, Belmonda, Alessandria, Vajra e Passone.

            Gli atti notarili riguardanti il territorio di Novello per il periodo sino al primo quarto del secolo XVIII non sono stati assoggetti al sistema delle insinuazioni previsto per gli stati sabaudi dal momento che Novello risultava feudo imperiale e, pertanto, non sottoposo alla normativa e giurisdizione sabauda, come detto.Per tale motivo non esistono atti notarili riguardanti la comunità in questione sino agli anni '20 dell'700. Gli atti di battesimo della Parrocchia di S. Michele di Novello iniziano in periodo assai risalente (1556). Gli atti di morte iniziano invece solamente dagli anni '30 dell'600. Qualche atto di matrimonio cinquecentesco si ritrova inserito nei primi registri dei battesimi o delle morti. I matrimonio venivano rigorosamente celebrati nella parrocchia di appartenenza della sposa, per questo motivo non si ritrovano in Novello molti atti di matrimonio Borio celebrati con donne di altro luogo. L'assenza di qualifiche attribuite ad un soggetto negli atti parrocchiali non è indice di una scarsa rilevanza sociale; in Novello si hanno addirittura atti parrocchiali in cui alcuni membri della famiglia feudataria dei Del Carretto sono citati senza alcuna qualifica! Viceversa la qualifica di "Signore" negli atti civili, come detto, indicava generalmente uno status nobiliare o si accompagnava ad una carica socialmente prestigiosa (o entrambi). Gli ordinati della comunità di Novello, ossia i verbali del consiglio comunale, iniziano nel secondo decennio dell'600 e sono abbastanza completi per il secolo XVII, tranne che per gli anni 1659-1671, periodo per il quale risultano completamente inesistenti.

            Tutto ciò premesso, è pacifico che i Borio in Novello furono di casata ragguardevole, sicuramente nobile e famigliare dei Del Carretto; infatti molto esponenti di quest'ultima famiglia compaiono come testimoni in vari atti di battesimo e matrimonio dei Borio, non in quanto loro "padroni" (come di consuetudine in quei tempi) ma in quanto loro confinanti nelle proprietà terriere (come si può verificare dai catasti del borgo). Data la vicinanza a Tigliole è sempre stata considerata come un ramo di quella tigliolese, considerati anche i rapporti parentali mantenuti tra i due rami, tanto che alcuni esponenti dei Borio di Tigliole si trasferirono a Novello agli inizi dell'600. Il ramo "principale" si crede che giunse nel borgo verso la metà del '500 con un Oddone ed i suoi figli, ritrovandosi in paese per quel periodo solo il nucleo famigliare indicato. E' rappresentata ininterrottamente nel Consiglio Comunale di Novello, come detto, con vari suoi membri che ricoprono cariche pubbliche prima fra tutte quella di Sindaco, in particolare per il secolo XVII nelle persone di: Giovanni Battista nel 1638; il nobile Antonio Maria nel 1640 e nel 1664; il nobile Giovanni di Giovanni Battista nel 1681; il nobile Giovanni Battista nel 1685; nel 1691 messer Matteo, nato nel 1652 e morto nel 1712 e forse qualcun'altro per il periodo 1659-

1671.

            La Famiglia consegnò l'arma durante il consegnamento del 1687-88, ma i verbali di tale consegnamento sono tra quelli andati dispersi. Nell'indice sopravvissuto si ritrova quanto segue:

 

"Indice di sei volumi di consegne d'armi che non esistono in quest'archivio - 1613 = 1687 - Volume unico" - A. St. TO Riun., Inventari 121"

 

Indice dell'Arme Esistenti nel 3° Registro Nuovo "Borio di Novello, abit. e in Dogliani 67 5". (Doc. 7)

 

            Dunque "Borio di Novello abitante in Dogliani". Dall'analisi attenta degli archivi parrocchiali e comunali di Dogliani e delle insinuazioni di Dogliani presso l'Archivio di Stato di Cuneo, si riscontra che l'unico personaggio portante il cognome Borio residente a Dogliani, borgo confinante con Novello, nel 1687-88 risulta essere un Antonio Borio, primo, unico e ultimo Borio nativo proprio di Novello che prese stanza in Dogliani; fu pertanto questo Antonio, al di la di ogni ragionevole dubbio, a consegnare l'arma e di lui si scriverà nella genealogia che segue.

            Analizzando i requisiti richiesti per i consegnamenti d'arme del 1687-88 si riscontra che risultava necessario l'uso legittimo dello stemma da almeno sessant'anni, a meno che non si fosse in presenta di concessioni o privilegi specifici.

            Nel caso di specie, non risultando alcuno privilegio di concessione in capo alla famiglia, si desume che lo stemma Borio venisse utilizzato almeno dagli inizi dell'600. Il suo utilizzo, dunque, non può essere circoscritto al singolo soggetto consegnante, bensì dalla compagine famigliare ancora risiedente in Novello.

            Il fatto che solamente il Borio residente fuori da Novello, ossia nel borgo confinante, Dogliani, consegnò l'arma è alquanto chiaro ed inequivocabile: Novello in quel tempo risultava essere feudo imperiale, come già sopra specificato, e, pertanto, esente dalla giurisdizione ducale sabauda e, quindi, dalle prescrizioni di legge riguardanti i consegnamenti stessi, similmente a quanto avvenne per il ramo di Tigliole, enclave pontificia.

            In merito alla descrizione dello stemma dei Borio di Novello, essa è andata perduta, come detto. Ciò nonostante si può ipotizzare che esso possa essere il medesimo di quello dei Borio di Costigliole e Tigliole, località poco distanti da Novello (stemma: di rosso al monte di tre cime di verde su cui è posato un gallo d'oro (alias al naturale)). Lo stemma dei Borio di Costigliole, Tigliole e, forse, Novello presenta degli interessanti richiami, cromatici e di figure araldiche, allo stemma di Mondovì (limitrofo a Niella Tanaro ed a Novello) nonché al galletto simbolo del suo territorio (detto monregalese). Ciò avvalorerebbe ancor più l'ipotesi delle comuni origini dei vari rami dei Borio portanti questo stemma e del legame con i due borghi sopra indicati, dal

momento che lo stemma non richiama in alcun modo il cognome Borio e che, dunque, non può essere giustificato da qualche "tentativo" di riproduzione grafica del suono o significato del cognome stesso.

            Il Manno, invece, riporta dei Rostagni, sempre di Cuneo, baroni di Bozzolo.

a) Giovanni, n. 1522 c.;

b) Geronimo, n. 1520 c.;

c) Giovenale, n. 1525 c.;

b) Antonina, n. 1530 circa sp. 4.6.1565 Agostino Gioia di Cherasco, testi Carla del Carretto dei signori di Novello e Antonio Marenco.

 

 

 

Ramo di Giovanni di Oddone

 

A) Giovanni di OddoneN. 1522 c.a) Giovannone, n. 1542 cB) GiovannoneN. 1542 c. Sp. I 13.1.1566 Bartolomea nipote di Giovanni Abrastao (?), testi Franceschino Marenco e Giovanni Moschetto; II 2.2.1573 Alasina di Giovanni Vassallo, testi Enrico Blirio, Antonio Passone, Giacomo Mallarino. a) Domenica, n. 1575

b) Bartolomea, n. 1577

c) Giovanni, n. 1580

d) Antonio, 1582, padrino Messer Giovanni Giacomo Vassallo

C) GiovanniN. 1580. Detto anche Giovannone nell’atto di battesimo della figlia Alasina. Sp. Caterinaa) Francesco, n. 1611

b) Maria, n. 1614

c) Alasina, n. 1617

d) Giovanni Andrea, n. 1620 c.;

e) Giovanni, n. 1622 c.

f) Giovanni Paolo (m. 1709), sp. Giovanna Margherita (n. 1639 m. 1704), da cui: 1) Alasina, n. 1674 m. 1704; 2) Andrea, n. 1676 m. 1678; 3) Giuseppe m. 1683D Giovanni AndreaN. 1620 circa. Sp. Anna Maria. Si trasferisce in Barolo ove testa nel 1684. Dispone che il suo corpo venga inumato nella Parrocchiale di Barolo con le illuminazioni ed elemosine consuete. Lega alla compagnia del Corpus Domini di Barolo, ai “Disciplinati” di Barolo ed agli Ospedali Mauriziani e dispone per la celebrazione di cento Messe in suffragio della sua anima.1) Caterina sp. Matteo Mascarello di Barolo, dote 10 dicembre 1667; 

2) Antonina, sp. Pietro Minardo

3) Giovanna, sp. Biaggio Scandello

4) Margherita, sp. Lorenzo Bruno

5) Agnesina sp. Bartolomeo Borio, suo cugino, dote 23 gennaio 1683.C e) GiovanniN. 1622 c1) Bartolomeo, n. 1644 m. 1714, sp. Agnesina Borio da cui a) Lucia m. 1675; b) Carlo Antonio m. 1675; c) Francesco m. 1677

2) Giovanni Battista, n. 1647.D Giovanni Battista N. 1647 m. 1717, sp. Caterina.1) Giuseppe n. 1668 m. 1678

2) Antonino Francesco n. 1671 m. 1679

3) Marc’Antonio n. 1672 m. 1678

4) Giovanni, m. 1684

5) Giovanni Antonio, m. 1689

6) Giovanni, m. 1690.

 

Ramo di Geronimo di Oddone

 

A) Geronimo di OddoneN. 1520 circa.a) GiovanniB) GiovanniN. 1538 circa. Sp. Franceschinaa) Maria, n. 1557

b) Agostino Lorenzo, n. 1563

c) Geronimo, n. 1565 c.

d) Lazzaro, n. 1568

e) Pasqua, n. 1571

C) GeronimoN. 1565 c., di Panerole, contrada di Novello verso Monforte. Sp. Margheritaa) Franceschina, n. 1583

a) Giovanni, n. 1585

b) Lucia, n. 1595

c) Domenica, n. 1601

B d) LazzaroN. 1568, padrino Giovannone Borio, sp. Alasina.a) Antonio Maria, n. 1591 m. 1681 a 90 anni, qualificato nobile. Sindaco di Novello nel 1640 e 1664, sp. Lucrezia da cui Lazzaro, n. 1630 e Giovanni, n. 1634 m. 1663

b) Agostino, n. 1601 da cui Anna Maria m. 1661.

D Giovanni detto Giovanni BattistaN. [data illeggibile] 1585 e battezzato con il solo nome di Giovanni. M. 28 luglio 1665 ad 80 anni. Sindaco di Novello nel 1638 e consigliere comunale del 1664 come “Giovanni detto Giovanni Battista”. In alcuni atti di battesimo dei suoi figli viene chiamato Giovanni in altri Giovanni Battista. Suo figlio Carlo Agostino, per esempio, viene battezzato come figlio di “Giovanni Battista” ma viene indicato come figlio di “Giovanni” nel suo atto di matrimonio del 7 febbraio 1675. Sp. forse in seconde nozze Margherita.a) Geronimo, n. 1631;

b)[?], n. 1636;

c) Carlo, n. 1637

d)Antonio, n. 1639

e) Lucia, n. 1642

f) Carlo Agostino n. 1644

g) Maria, 23 gennaio….

h) Giovanna Maria, 8 febbraio…

i) Maria, 10 giungo…

l) Carlo Agostino, n. 1649

m) Carlo Agostino, n. 1653, madrina Cecilia moglie di Antonio Maria BorioD d) AntonioN. 1639. Sp. Dogliani 9 gennaio 1666 la nobile Angelica di Carlo Lorenzo Perotti. Testimoni i nobili Carlo Francesco Sartoris e Pietro Paolo Romana. M a Dogliani il 23 aprile 1694.

            Antonio Borio vive tutta la sua vita tra Novello e la confinante Dogliani. Viene sempre qualificato come “Signore” o addirittura “D[ominum]D[ominum] Antonium Borium de Novello”, nel suo atto di matrimonio, pertanto anche quando ancora non si è insediato in Dogliani. Esso infatti appare per la prima volta nelle liste dei Cotizzi di Dogliani nel 1669, mentre al momento del suo matrimonio (1666) risiede ancora in Novello, come si ricava anche dall’atto stesso di matrimonio, nella parte sopra trascritta. Risulta particolarmente facoltoso tanto da acquistare vari immobili in paese, poderi, cascine e terre anche confinanti con Novello, ed è lui, come detto, a consegnare lo stemma avito. Sposa una nobile doglianese di famiglia di primaria importanza. Da tutto questo si può inequivocabilmente ritenere che appartenesse ad una famiglia nobile già in Novello.

a) Carlo Alessandro, n. 1670 c.;

b)Teresa Bernardina, n. 1675, m. 1678D d) a)Carlo Alessandro N. 1670 c. Avvocato in Dogliani qualificato negli atti notarili come “Molto Illustre Signore”. Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Mondovì il 4 luglio 1693. Officiale della Compagnia dell’Angelo Custode di Dogliani. Sp. I la Nobile Francesca Maria Revelli dei consignori di Torre Uzzone, da Farigliano; II la Nobile Angela Maria Gotti dei conti di Salerano, da Cherasco; III la Nobile Rosa Margherita Gagliardi, dei consignori di Ceva e Signori di Scagnello e S. Michele, da Ceva. Testa a Dogliani il 27 giugno 1735. Dispone che il suo copro venga inumato in tomba propria presso l’altare di S. Giuseppe della parrocchiale di S. Paolo di Dogliani con la celebrazione di ben ottocento (sic!) messe in suffragio dell’anima sua entro l’anno dalla sua morte.

            Presso l’archivio comunale di Cherasco è conservato un fascicolo processuali di oltre cento pagine, redatto tra il 1730 e 1732, inerente una lite tra Carlo Alessandro ed i fratelli conte Giovanni Francesco (1678-1742) e cavaliere Paolo Maurizio Gotti di Salerano per la restituzione della dote della sua defunta seconda moglie.

                 Dal I

1) Antonia Maria, sp I Sig. Urbano Baroli di Cuneo, II Sig. Paolo Bolla di Mondonio

2) Paola Teresa, sp. Nob. Medico [  ]Vico di Centallo, dei consignori di Montabone

3) Maria Maddalena, Nob. Avv. Serafino Blangini di Ceva

4) Anna Maria

 

                 Dal III

5) Antonio Maria, erede universale

 

Ramo di Giovenale di Oddone

 

A) Giovenale di OddoneN. 1525 circa. Sp. Margheritaa) Maria, n. 1548 c., sp. 1568 Giovanni di Marcello Dorsiano di Cherasco, matrimonio confermato nel 1569

b) Antonio, n. 1557

c) Eleonora, n. 1559

d) Eleonora, n. 1564, madrina Franceschina Borio

e) Lorenzo, n. 1570, madrina Isabella del Carretto dei signori di Novello

f) Maddalena, n. 1571 illegittimaB) AntonioN. 1557. Padrini Bernardino Rubino e Lorenzino Favriti, madrine Bianchina di Dionisio Passoni e Giovannina di Oddone Pira. Sp. Margherita.a) Maria, n. 1606

b) Giovanni m. 1662 a 55 anni

 

Altro ramo

 

Giacomo N. 1560 c. Sp. Mariaa) Giovanni, n. 1587, padrini Annibale Bagnasco di Mondovì e Margherita Ghigliaza.

 

Qui finisce lo stralcio dei Borio di Novello. Per parecchi, la lettura non sarà stata facile. Per chi ha una minima esperienza di ricerche, in Comuni di Province diverse ed in Parrocchie di Diocesi diverse, pensi al tempo, alla fatica, alla spremitura di meningi che una simile ricerca comporta. Per questo, aspettiamo con ansia la pubblicazione del libro.

Auguri ai miei nobilissimi amici Borio, residenti a Novello o trasferitisi altrove. E che Dio li benedica!    

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