Il mese scorso, come battuta sul morto in casa ed il pisano all'uscio, mi augurai che il proverbio venisse clamorosamente smentito, visto che due pisani all'uscio della Scuola ci sono (Letta e Carrozza).
Però, sono perplesso dalle successive mosse governative. Furono nominati i sottosegretari e, prima sorpresa, vidi come l'Istruzione sia - da tutti, non solo dai politici - considerata cone un peso, con sufficienza, con rassegnazione. Infatti, i primi tre giornali-radio di quel giorno elencavano i sottosegretari dei 10/12 Ministeri ritenuti più importanti, senza mai includervi l'Istruzione. Dovetti accendere Televideo. Mi ha fatto male vedere tanta generale noncuranza per la Scuola.
Poi, vennero i sottosegretari.
Il primo, Marco ROSSI-DORIA, ineccepibile e nobile figura di idealista ed altruista, già sottosegretario in passato, si può descrivere colle parole di Wikipedia: "Figlio di Manlio Rossi-Doria, ha studiato al Liceo classico Virgilio di Roma dal 1968 al 1973 dove ha partecipato alla contestazione studentesca e ai movimenti della sinistra. Sospeso per motivi disciplinari nel 1973, ha svolto gli esami di maturità l'anno successivo come privatista".
Il secondo è Gian Luca GALLETTI, del 1961, laureato in scienze economiche e commerciali, di professione commercialista (specializzato in materia fiscale).
Il terzo è Gabriele TOCCAFONDI, del 1972, laureato in scienze politiche, di professione dirigente di cooperativa, esperto di riforme elettorali e di bilanci.
Il primo può difendere certamente gli insegnanti e la qualità della Scuola, ma gli altri due mi sembrano più tagliati per i "tagli". Di questi, ho paura.
Tempo fa scrissi che, quando l'Italia era povera, nella mia Provincia c'erano 905 plessi elementari, c'era il Ginnasio-Liceo in ogni città, anche con classi di soli 10/15 alunni, dove agivano insegnanti che, colla contestazione studentesca di cui sopra, vennero giudicati troppo severi e messi alla berlina. Poi, l'Italia diventò ricca; i plessi elementari ora sono poco più di 200 e nei pochi Ginnasi-Licei le classi sono affollate. Per giunta, il programma del Classico si va snaturando in modo da svilire la formazione umana dell'individuo.
Se penso che lo stesso De Amicis (sì, quello del Cuore...) scrisse che "la scuola stessa è religione", mi vien da piangere. Ovviamente, non religione in senso dogmatico, ma etico, civico, italiano, insomma.
Ora, leggendo i profili dei vari sottosegretari, quando si parla di formazione, s'intende esclusivamente formazione professionale: tutti robot o yes-men, tutti dediti al lucro personale. Mi sa tanto di manuale Cencelli, che attribuiva i posti col bilancino, ma, dopo, i vecchi partiti collocavano i loro migliori uomini per ogni settore.
Io sono vecchio, ma, dopo quarant'anni di vita per la Scuola, posso dire che quella di oggi non è la Scuola che ho sempre sognato; purtroppo, al momento, non vedo segni di miglioramento, ma continuo ad avere speranza nella Carrozza.
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