(sonoro)

CINA.COM... E GETTARONO LA RETE

In Cina una macchina da scrivere non è mai esistita, almeno non di tipo portatile, stile la leggendaria "lettera 22" di montanelliana memoria. Non avendo, infatti, i Cinesi un alfabeto, ma un sistema di ideogrammi, non è facile decidere cosa mettere sui tasti. Per questo la calligrafia, o "arte del bel scrivere", che a noi fa venire in mente la maestra delle elementari, per i Cinesi è un’arte vera a propria, con tanto di mostre e artisti famosi. Il tradizionale saggio cinese ha la tazza di tè in una mano e pennello e inchiostro nell’altra, (e guai a bere dalla parte sbagliata!)
      E’ vero che grazie al cosiddetto "sistema dei radicali" ogni parola può essere considerata la composizione di uno o più dei 209 segni base, e questo ha permesso ai Cinesi di stampare libri, libretti rossi e giornali di partito; e anche di avere un ordine per consultare il dizionario. Ma non è stato sufficiente per una macchina da scrivere portatile.
      Poi è arrivato il computer, e la luce fu. Due colpi sui tasti e sullo schermo può venire fuori di tutto, un disegno, uno schema, un numero, una parola. Perfino un carattere cinese.
      Non solo, il lavoro in miniatura necessario a costruire un computer ben si adatta alle piccole dita e alla pazienza cinesi e Taiwan è presto diventata la donna di servizio di Silicon VaIIey, Ca., mentre la Cina cominciava a importare Windows e faceva brillare di dollari gli occhietti lucidi di Bill Gates & C.
      Intanto negli anni ‘90 in America avveniva il matrimonio del secolo e il computer si sposava con il telefono, dando alla luce una nuova creatura: Internet, o "cyberspazio", quel "luogo virtuale", che in realtà non è da nessuna parte, come dicono quelli che lo usano per fare affari senza pagare le tasse.
      La rivoluzione si è così silenziosamente consumata: il computer che scrive caratteri cinesi è diventato Internet collegato in rete a tutto il mondo, e il nuovo sapiente della Cina contemporanea ha in una mano una tazza di Nescafè e nell’altra il mouse. E soprattutto ha - in media - meno di 30 anni!

Nella foto: Gli eredi dei cacciatori di teste. I ragazzi di Boys Town, a Taiwan.

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