MA QUANTO SONO INGENUO! (maggio 2003)

Non mi raccapezzo più; sarà colpa dell'involuzione senile, ma il comportamento di alcuni politici mi lascia perplesso. Alle politiche del 2001, mi candidarono (non nel collegio Alba-Bra, né in quello di Cuneo, mie aree naturali) nelle file di Democrazia Europea. Accettai per un motivo molto semplice: credevo, e credo, che il centro del centrodestra non possa basarsi esclusivamente su delle persone (faccio i nomi: Berlusconi, Previti, Sgarbi, Dell'Utri, Taormina, più alcuni politici riciclati) che mi mettono a disagio. D'altra parte, la storia insegna che, a sinistra, l'economia non è mai decollata veramente. Dove c'è la sinistra (da sola o con altri) ci sono persone abbastanza oneste, convinte, eccetera, ma la storia insegna che vero progresso si è avuto solo quando i governi non erano inquinati da massimalismi o da integralismi. Di qui, la mia razionale propensione per un centro riformista che ci faccia migliorare veramente.

Apprezzai, quindi, l'idea di un partito di centro (Democrazia Europea) che - senza combatterli - prescindesse da Berlusconi & C.; partito che, sia chiaro, non condanno nei suoi principali dichiarati obiettivi politici (figura del Premier e sue leggi personali a parte).

Quando si scelsero i candidati di questa Provincia, si evitò accuratamente di candidare persone che fossero state o fossero parlamentari o ex parlamentari, presidenti di Regione o di Provincia o consiglieri regionali: insomma, nessuno che potesse essere compromesso. Gli incaricati cercarono solo persone che avessero un passato solido e lungamente documentato, che avessero tutte una competenza specifica in qualche campo, dall'industria alla scuola, dal sociale al terziario e così via. Con gente che sa solo imbonire la folla o scandire slogans in corteo non si crea niente. La ricchezza, prima di distribuirla, bisogna produrla. Eravamo tutti nordici, senza particolari simpatie personali per D'Antoni. E' stata una scommessa; ci siamo chiesti: comprenderanno il nostro intento? Evidentemente non siamo stati chiari; come media provinciale, non siamo andati oltre il 5%. Pazienza.

Ora, D'Antoni si è unito a Casini e a Buttiglione per formare l'UDC, con l’intento - secondo me - di affrancarsi pian pianino da Forza Italia, con l’aiuto degli elettori. Mi sarei aspettato che, dal momento che Democrazia Europea non faceva parte del Polo, la neonata UDC si sarebbe limitata, per dovere di lealtà, ad appoggiare il Governo attuale solo dall'esterno, restituendo gli incarichi governativi e riservandosi di non accettare diktat per certe leggi. In altre parole, non capisco perchè non ci si sia opposti a leggi come quella sulle rogatorie, sul falso in bilancio, sul legittimo sospetto e, ora, sul condono edilizio. Sono convinto che parecchi riformisti moderati onesti, vecchi e nuovi, eletti nel Polo, sentano e soffrano le imposizioni di Arcore, ma abbozzino. Coi pochi centristi del centrosinistra non posso consolarmi, perchè, a ben guardare, non ce ne sono o, meglio, non sono centristi: sono gli ex democristiani di sinistra, che più massimalisti non si può. Vedo, nei moderati della Casa delle Libertà (ex democristiani, ex liberali, ex saragattiani), un appiattimento che potrebbe far pensare ad un terribile attaccamento alla poltrona, costi quel che costi, malgrado siano (non tutti) persone di eccellente valore e di dimostrata capacità. O mi sbaglio? Mah!

Continuo ad essere della mia idea: ci vuole un centro-destra (ma si chiami come si vuole) senza certi personaggi, un polo di persone sicuramente pulite, con anni di dimostrate esperienze e competenze, senza sospetti di trasformismo. O continuo a sbagliarmi?

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