(sonoro) Aprile 2024
Carissimi Parrocchiani e amici
L’inizio di un nuovo anno è sempre una buona occasione per gli auguri di bene e di felicità longeva. Ma è anche insieme una buona occasione per un doveroso esame di coscienza. Ognuno, giovane o vecchio, deve domandarsi: “Lo finirò l’anno che ho incominciato? E in quali condizioni di corpo e di spirito? E se per avventura il 1957 fosse l’ultimo di mia vita, come vorrei averlo passato?” Ecco. Gli auguri, si sa, valgono poco, anche se vengono da una persona che vi ama e che cerca il vostro bene. E quelli del Parroco sarebbero anche sterili se non fossero accompagnati dalla preghiere che egli rivolge a Dio ogni mattina nella S. Messa e che in occasione delle Feste Natalizie e di Capo d’Anno diventano più numerose e più ferventi presso la culla del Celeste Bambino.
La Realtà
A parte gli auguri che valgono ciò che possono valere, mi pare doveroso al principio di un anno nuovo guardare alla realtà delle cose e domandarci come stiamo e quale avvenire ci riservano gli attuali avvenimenti. Basta avere gli occhi nella testa e un po’ di discernimento per subito constatare che il mondo naviga in cattive acque. Pur lasciando a parte la politica fatta di egoismo, torna quasi impossibile farsi illusioni e cullare troppe idee di ottimismo. Le nazioni sono una contro l’altra , anche se a parole si chiamano amiche e alleate. Russia, Polonia, Ungheria, Egitto, Stati satelliti. Medio Oriente ecc. Dicono pure qualche cosa. Dicono che il mondo è un mare in tempesta e che anche i governanti che si guardano di sbieco, stringendosi la mano, si sentono ormai incapaci a riportarlo alla calma, alla pace.
Occorre tornare alla fonte della pace, della giustizia, della carità, al Vangelo, a Cristo, se si vuole risolvere i problemi che assillano le nazioni.
Le Cause
Un proverbio latino dice”Homo hominis lupus”, che vuol dire che l’uomo poggiato sulle sole sue forze è lupo per gli altri uomini: se può mangia. E questo concetto si può esprimere con una parola “egoismo”. Prima noi, poi gli altri e se non bastano le parole, i trattati, i patti atlantici, l’ONU ecc. Usiamo la forza. Consideriamo sotto questo aspetto le guerre, i furti, gli assassinii, ecc. e tutto viene sotto il comun denominatore: l’egoismo.
Ora, cari parrocchiani e amici, occorre vedere se di questa terribile peste siamo un po’ infetti anche noi. Ecco un fatto che spiega: “In una parrocchia non tanto lontano dalla nostra e non tanto maggiore, c’è l’Asilo, l’Ospedale e la Parrocchia con le sue Opere. Tutti e tre gli Enti posseggono parecchie giornate di terreno. Non hanno mezzadri e quando un lavoro è necessario basta una parola, un invito di chi presiede e una squadra di uomini e giovani in poco tempo sbriga i lavori necessari”. Da noi questo non sarebbe neanche possibile, sovraccarichi come sono tutti di lavoro. Però è notato questo assenteismo, questa indifferenza, questo disinteressamento per ogni cosa che non sono i nostri affari, anche quando c’è tempo e non urgono lavori. E’ una cattiva abitudine, una quasi seconda natura portata dall’isolamento in cui si vive, in una parola è “egoismo”. “Io penso a me, gli altri si aggiustino”. E questo non è Vangelo.
Rimedi
Vi abbiamo già accennato. All’egoismo si oppone la carità, l’amore verso il prossimo, verso la Parrocchia, verso le opere di bene, verso il paese. Sì, anche verso il paese. Non abbiamo mai pensato, cari parrocchiani, perché nel nostro paese manca la mano d’opera, mancano tanti operai necessari: un meccanico, un lattoniere, un elettricista e oggi possiamo aggiungere un sacrestano, parecchi mezzadri, ecc.? Perché nessuno s’interessa e così si continua ad essere tributari di altri paesi che abbondano di mano d’opera con nostro danno e nostro disdoro. La carità non è tutta di pane, dice il proverbio.
La Conclusione
Una sola: “Vogliamoci più bene”. Aiutiamoci a vicenda. Usciamo dal guscio in cui ci siamo racchiusi. Interessiamoci, per quanto possiamo, dei problemi, dei bisogni, delle convenienze del paese, della Parrocchia, delle Opere buone. Oggi, se così avessimo pensato e operato anni fa, quante cose farebbero onore al nostro paese: l’acqua in piano, la cantina sociale, il Ricovero, il campanile e altre belle cose che renderebbero anche finanziariamente e ci farebbero fare bella figura. Invece? Ecco il ragionamento di tanti dvanti alle iniziative: “Questo non mi rende e allora siluriamo”.
Cari parrocchiani, siamo fuori strada. Continuando così ci rimettiamo materialmente e spiritualmente.
Il vostro Parroco
Festa dell’Immacolata
La Festa dell’Immacolata che torna ogni anno gradita e devota, quest’anno è stata caratterizzata da una funzione speciale: l’accettazione e l’imposizione della medaglia a un bel gruppo di ragazze che hanno promesso alla Madonna esemplarità di vita, purezza, obbedienza, pietà. Senza pubblicare i nomi diciamo semplicemente che erano 13 nuove iscritte alla compagnia degli Angioletti, 10 le Aspiranti e 5 le nuove Figlie di Maria.
Alle fortunate famiglie, dove le brave ragazze eserciteranno il loro apostolato di bene (poiché speriamo che le loro promesse non siano solo parole gettate al vento) la raccomandazione di cooperare al sempre maggiore miglioramento spirituale delle loro figlie, ed alle brave Suore silenziose artefici di questo Apostolato i ringraziamenti della popolazione e le benedizioni della Madonna.
La Lega di Perseveranza
Fu tenuta nei giorni 3 e 4 Dicembre, colla direzione del Rev. P. Gilardi S. J. E l’esito fu abbastanza consolante. Gli scolari, le Donne, le Ragazze, gli Uomini e Giovani ebbero modo di sentire la calda e convinta parola dl bravo Padre e la Comunione del mercoledì mattino fu abbastanza numerosa per tutte le categorie. Se possiamo esprimere un desiderio, sarebbe quello di vedere un po’ aumentato il numero degli Uomini e Giovani adulti ai quali ricordiamo che la Lega di Perseveranza regolarmente frequentata è sicura garanzia di salvezza, poiché aiuta efficacemente a vivere abitualmente in grazia di Dio, il che , in questi tempi di morti improvvise, non è poco… Alle brae Donne e Figlie, specie se di A. C., vorremmo raccomandare la tempestiva distribuzione dei biglietti invito che da tempo teniamo a disposizione.
La Giornata pro Seminario
Fu tenuta la domenica 2 Dicembre e a Vespro fu egregiamente commentata dal nostro don Cogno professore in Seminario. A lui il nostro ringraziamento. L’esito fu soddisfacente. Molte preghiere in tutta la settimana a ciò dedicata; molte Comunioni e Messe.
Le offerte furono le seguenti: Alla porta della Chiesa (racc. Dalla Giov. Femm.) L. 2306 – Dalla cassetta 1177 – Off. Della Chiesa 1000 – Arciprete 1000 – Da Bergera 700 – Da Panerole 650 – C. F. 500 – R. L. 100 – Totale L. 7433 che unite alle 21370 raccolte dalla ottime Delegate dell’Opera Buon Pastore danno un totale di L. 28.802 (offerta sella Parrocchia per l’anno 1956) che speriamo non subiranno più la sorte della dimenticanza di pubblicazione come avvenuto per quelle del 1955. E ci non per ostentazione ma perché gli offerenti abbiano la prova che le loro offerte sono andate a destinazione senza la umiliazione di vedere sul resoconto annuale: Novello una righetta.
Il ringraziamento a tutti gli offerenti lo dà sovente il Vescovo, lo ripete il Parroco e la paga la darà il Signore.
Buone Speranze
(due nuovi chierici)
Nel mese di Ottobre scorso ha ricevuto l’abito chiericale della Compagnia dei PP. Somaschi a Somasca il giovane Tarditi Lorenzo di Benedetto che ora ha incominciato il liceo ((Corso filosofico) nel collegio di Camino (Alessandria).
E nel nostro Seminario diocesano, nel bel giorno dell’Immacolata ha vestite le divise chiericali il giovane Alessandria Silvio di Pietro.
Alla suggestiva funzione hanno assistito i genitori e numerosi parenti dei due fortunati giovani che hanno scelto la parte migliore tra le carriere di questa vita., ai quali auguriamo di vedere coronato il loro sogno sostenuti dalla salute e buona volontà per il quale noi continuiamo le nostre preghiere.
A Moriglione
Il Parroco prende viva parte al dolore di quella buona popolazione che da lotre due mesi, dopo la partenza del Cappellano D. Delrivo, trasferitosi, come Insegnante, a Canale sua patria, si trova senza assistenza religiosa e nell’impossibilità (almeno finora) di avere anche una semplice Messa festiva. Certo che la partenza del bravo e zelante Cappellano ha lasciato un rimpianto non comune nella Borgata che ricorda il suo zelo e il suo disinteressato lavoro che ha in pochi anni trasformato quell’ambiente e fatto di quella Cappella un piccolo giardino spirituale e c’è di che addolorarsi che il bravo Sacerdote non abbia potuto sistemarsi colà quale Insegnante, non ostante la sua non comune coltura e le abilità didattiche di cui ha dato più di una prova. Purtroppo nella nostra bella Italia sovente la lettera della legge prevale sullo spirito e i posti sono distribuiti in base ai punti in graduatoria per cui una maestrina non ancora ventenne sovente passa avanti ad un sacerdote che ha consumato sui libri decenni di studio.
Il servizio spirituale che un tale sacerdote può prestare ad una popolazione per legge non ha valore. E ciò è doloroso constatare in pieno secolo ventesimo. Auguriamo alla povera popolazione orfana di trovare quanto prima una soluzione al grave problema raccomandandola a quanti la potrebbero aiutare.
Nell’Azione Cattolica
La sera dell’Immacolata si è fatta la prima benedizione e distribuzione delle tessere di A. C. Con vero piacere, perché questo è auspicio di progresso, abbiamo constatato un notevole aumento per ora tra il gruppo Donne e la Gioventù Femminile, poiché la cerimonia si è limitata a questi due gruppi. Le Donne sono salite a n. 68 e le Figlie (tra effettive, aspiranti e piccolissime) a N. 92, il che per la nostra Parrocchia è già qualcosa.
Speriamo che anche i Giovani e gli Uomini per i quali fissiamo la funzione delle tessere al primo dell’anno, possano crescere in numero e specialmente in attività. L’aver a disposizione l’intera sede già occupata dalle A.C.L.I. concorrerà ad una più cordiale intesa e proficuo lavoro. L’esperienza prova che tra persone di ideali comuni è più facile la via da percorrere.
Per l’ordine nelle Ss. Messe
Crediamo bene avvertire, onde evitare lamentele che nella pubblicazione e celebrazione delle S. Messe si segue un ordine che non può essere mutato se non per cause eccezionali. Si dà la precedenza (per la Messa prima) alle Messe cantate (settima, trigesima, anniversaria, quotidiana), seguono le Messe lette per ordine di elemosina e di tempo di consegna. Perciò preghiamo a non insistere quando non si vede pubblicata la propria Messa ordinata forse anche da un mese e pazientare.
Verrà anche il suo turnoperché tutte le Messe ordinate vengono regolarmente registrate.
La festa di S. Lucia
Anche quest’anno il tempo è stato abbastanza propizio per la cara festa del 13 Dicembre.
Molti forestieri certo non sono venuti per la cosidetta fiera che anche se può vantare tradizioni secolari, pure va decadendo di anno in anno. La Festa di S. Lucia continua ad interessare vicini e lontani ed ogni anno riceviamo offerte per Messe e preghiere e, ciò che fa più piacere, notizie di guarigioni di malati la cui vista stava per scomparire. In silenzio S. Lucia lavora per i suoi divoti.
In S. Sebastiano
(la cripta sottochiesa)
Pnensiamo che ormai molti si siano accorti che in S. Sebastiano da tempo si lavora per riattare quel bel locale ridotto finora a usi profani. Vogliamo, tornando ad una vecchia tradizione, farne la Cappella per le funzioni invernali nei giorni feriali e se sarà possibile anche nei giorni festivi. Il lavoro, per quanto non ancora ultimato, perché aspetta ancora in primavera la mano artista del bravo nostro pittore Tarditi Oreste, tuttavia già si presenta soddisfacente e lo sarà tantopiù quando ci sentiremo il tepore caratteristico, aiutato, se sarà il caso, dalla buona stufa già allestita. Ciò che spaventa alquanto è la spesa che oltrepassa già le centomila lire e non è ancora il saldo finale. Ma speriamo, come sempre, che la buona popolazione apprezzerà l’utile iniziativa e ci porterà il suo aiuto.
VACANZA vuol dire che una cosa non c’è e questa parola piace solo agli scolari e agli impiegati. Ma vacanza vuol anche dire la mancanza di cose o persone a volte necessarie o almeno assai utili. E facciamo esempi
La Cascina del Beneficio Parrocc.
E’ deserta dal S. Martino dopo la partenza degli ultimi mezzadri. E non è a dire che il Parroco non si sia interessato per avere una buona famiglia adatta all’ambiente un po’ diverso dagli altri. Si capisce che un padrone ha sempre desiderio e direi quasi diritto che la cascina che è sempre sua gli faccia fare bella figura e non lo carichi di fastidi, specie se il concedente è un Parroco.
Fin dal Marzo 1956 il Parroco aveva steso regolare contratto di mezzadria con una stimata e laboriosa famiglia e credeva potersene stare tranquillo. Invece, verso Agosto o almeno assai tardi i nuovi mezzadri vennero a pregare il Parroco di lasciarli liberi, pur avendo già fatto lavori preparatori. Il motivo? Furono parecchi e non ultimo la perdita della salute in più d’una persona. Sarebbero comunque venuti per un anno tanto per far onore alla scrittura.
Il Parroco capì la situazione e non insistette. Sperava però di poter trovare altra famiglia. Ma sì: era tardi e le famiglie buone s’erano sistemate. Non ostante le ripetute pubblicazioni sulla Gazzetta d’Alba e l’interessamento di persone anche forestiere, verso le quali va la riconoscenza, a tutt’oggi la cascina è vuota. Anche in paese ci fu chi s’interessò (pochi), ma ci fu anche chi mise male e pose bastoni nelle ruote. Ai primi il grazie, ai secondi il compatimento. Speriamo in un migliore avvenire.
L’Ufficio di Sacrestano
Colla partenza del bravo Attilio la Chiesa è rimasta senza sacrestano. Per questi due mesi si è provveduto alla meglio, ma tutti capiscono che non è possibile continuare così. E’ strano, ma pare che a Novello l’ufficio di sacrestano sia malvisto e fuggito come quello di seppellitore.
E dire che mentre quest’ultimo è semplicemente un’opera di misericordia (pur essendo lautamente ricompensato) l’ufficio di sacrestano, oltre ad essere pure ben retribuito, porge alla persona che ha fede e crede nei beni spirituali infinite occasioni di farsi del bene.
Ciò non ostante fino ad oggi nessuna persona ha fatto domanda. Anche qui non c’è da perdere la fiducia e a suo tempo la Provvidenza provvederà.
VACANTI, cioè vuoti tanti edifici che potrebbero essere decentemente ristorati e adattati ad accogliere una famiglia di artigiani, di quelle di cui abbiamo parlato (meccanici, lattonieri, ciclisti, elettricisti, fabbriferrai, ecc.di cui sentiamo tanto la deficienza)con immenso vantaggio di tutti. Si ha paura dell’imposta sugli affitti e intanto si perdono annualmente migliaia e migliaia di lire lasciando il paese senza servizi importanti.
E anche qui potremmo parlare di vacanza o meglio di cessazione di vita.
Poiché pensiamo che tutti sappiano che col 1° Gennaio 1957 le nostre A:C:L:I: hanno chiusi i battenti. I motivi? Sono parecchi:
1) La partenza del bravo gestore della mescita (o bar) Signor Dotta Mario che ha trovata conveniente sistemazione in Alba. Lo accompagniamo cogli auguri di buona fortuna mentre facciamo sapere agli interessati che l’Amministrazione non ha ancora trovata la persona che lo sostituisca.
2) Motivo più importante.
Non sappiamo perché, ma non ostante i nostri sforzi e sacrifici non siamo riusciti a far capire agli interessati lo spirito di questa associazione che si chiama «Assoc. Cristiana Lavoratori Italiani». E insistiamo sulla parola «cristiana» che era ciò che più ci preoccupava e nella speranza della quale siamo partiti con le più rosee previsioni sull’avvenire. Dare ai nostri lavoratori attraverso a questo bellissimo programma «un carattere cristiano, una formazione spirituale, culturale, sociale, economica, pur attraverso onesto sollievo e divertimento».Il tentativo è fallito in pieno. Troppi hanno confuso le A.C.L.I. con la bettola riducendo il tutto al litro, alla partita al caffè. Oggi al punto cui sono giunte le cose non c’è speranza di rimedi e lasciamo ciascuno in libertà.
Ne guadagnerà, lo speriamo, l’A. C. Ed i decorosi locali serviranno esclusivamente per gli ascritti: per ora Uomini e Giovani, in seguito, speriamo presto, vi troveranno anche il loro posto le Associazioni di Az. Catt. Delle Donne e della Gioventù Femminile. E così sarà per la Televisione, sulla quale sarà steso un particolare regolamento.
Pro Chiesa
Fam. Ved. Giordano L. 5000 – Frat. Foglio 2000 – Frat. Abbona di Ant. 1000 – Ravera Luigi 500 – Per vendita oggetti fuori uso deteriorati 35.000 – Alessandria Giovanni 1000 – T. M. S. 1000 – Sobrero Pietro 1000 – Sordi Luigia Ved. Costamagna 1000 – Barbaro Bruno (in occ. Battesimo figlioccio) 1000 – R. L. 500 – Taricco Teresa (Rost. Pro zoccolo) 3000 – Galvagno Battista (occ. Battesimo) 1000 – Musso Agostino 1500 – Tarditi Giuseppe fu Dom. 4000 – Manzone Giuseppe fu Giuseppe (in on. S. Bovo) 2000 – Stra Catterino 1000 – Pirra Angelo 1000 – Taricco Francesca (p.g.r. a interc. S. G. Bosco) 2000 – P. E. R. 2000.
Pro lampada al Santissimo
Fam. Ved. Giordano 300 – Giordano-Brunetti Adele 500 – Grisotto Francesco 300 – Ravera Luigi 300 – M.a Carla Borio-Tarditi 600 – Maresc. Abbona Antonio 200 – Tarditi Giuseppe fu Dom. 400.
Per Opere Parrocchiali
Giordano Brunetti Adele L. 1000 – Giordano-Picco Marisa 2500 - R. G. 500 - Meraviglia-Tarditi Giuseppina 500 – Alessandria Giovanni 1000 – Ravera Luigi 300 – Maresc. Abbona Antonio 500 – P. E. R. 2500 – Grimaldi Paolo 500.
Per Borsa Studio
Vietti-Cogno Francesca 500.
Pro Asilo (consegnate alla Direttrice)
Sig. Montagnoni-Perego L. 3000 – Sig. Giordano Dina 1000 – Grimaldi Luigina 500 – Oliva Angela 500 – A mano dell’Arciprete: Teresa Gervasone Poggi 2000 – Passone Luigi (Torino) 500 – Conterno-Bagnasco Rosa (Stazzano) 500 – Taricco Andrea 500.
Pro Bollettino
Alessandria Pietro 500 – Fam. Ved. Giordano 1000 – Giordano-Brunetti Adele 1000 – Pressenda Giovanni 500 – Grisotto Francesco (Torino) 500 – Con. Capobianco-Rostagno 1000 – Picco-Giordano Marisa 2500 – Oliva Angela 500 – Ravera Luigi 200 – R. G. 500 – Meraviglia-Tarditi Giuseppina 500 – Tarditi Francesco (Torino) 500 – Alessandria Giovanni 500 – Abbona Domenica Ved. Paolotti (Torino) 500 – Pirra Giuseppe (Fracchia) 370 – Ved. Costamagna Luigia 500 – Capra-Blengino Catterina 500 – Taricco Teresa (Rost.) 500 – Conterno-Bagnasco Rosa (Stazzano) 500 – Maresc. Abbona Antonio 500 – Tarditi Paolo 500 – Rapalino Giuseppe 500 – Passone Giacomo (Torino) 1000 – Iberti Giovanni 500 – Rinaldi Luigi 500 – Vietti Clemente 400 – Stra Ottavio 500 – Stra Suor France,(Diano) 500 – Cristino Felice 200 – Musso Agostino 500 – Tarditi Giuseppe f. Dom. 500 – Stra Catterina 500 – Sangiano Maria 500 – Gini Catterina 400 – Stra Francesco (Bergera) 500 – Pirra Angelo 500 – P. E. R. 500 – Frat. Rinaldi 400 – Protto Giuseppe 150 – Riva Giampietro 500 – Vietto-Cogno Francesca 500 – Taricco Andrea 200 – M.° Ferrero 1000 – Grimaldi Paolo 500 – Conterno Silvio (Genova) 300 – Gabutti Attilio 300.
A tutti i generosi offerenti sostenitori delle nostre Opere la più viva riconoscenza e ricambio di preghiere al Signore che ha promesso il cento per uno.
Cari Giovani,
Non dimenticherò certamente le belle Conferenze che il Rev. D. Balocco ha tenuto a voi Giovani nelle sere dal 10 al 15 dicembre: tre sere per gli Adulti e due per gli Adolescenti. Ho ammirato la vostra partecipazione, quasi totale, e soprattutto ho ammirato l’attenzione con cui avete seguito quelle conversazioni sui vostri problemi più scottanti e profondi. In questo vi lodo. E, mentre vi invito a meditare sempre quelle parole che vi sono state dettate dal cuore di un Sacerdote che conosce ed ama molto i giovani, mi auguro, e lo spero, che ancora altre volte possiamo avere con noi il caro Don Balocco al quale dobbiamo tutta la nostra stima e il nostro ringraziamento.
Devo ancora ringraziare a nome di tutti voi giovani una bravissima Persona, la quale, con generosa offerta, ha coperto le spese: a Lei la riconoscenza di tutti i giovani e il merito del bene a loro compiuto.
Vedete cari Giovani: tutto si cerca di fare per voi e tutto si deve fare per voi perché la vostra giovinezza è come una primavera in fiore, è la speranza del domani, la speranza della vita che cresce e non si ferma. Tu, o Giovane, sei questa speranza. Ma Tu, o Giovane, cerca di non deludere questa speranza, di non ingannare, di non tradire. Caro amico, ripensa sovente a quanto hai sentito in quelle sere da Don Balocco, ripensa sovente a quanto ti dicono quelli che ti vogliono bene, quelli che ti parlano nel nome del Signore e guardano a Te come all’unica speranza per l’avvenire.
(continua nel prossimo numero)