(sonoro)
OFFERTE PRO BOLLETTINON. N.. 10 | Graneris Bartolomeo (Demonte) 10 |
Galvagno Francesco 4 | Abbio Michele (Lonigo) 5 |
Rinaldi Paola 5 | Ravera Maria 5 |
Taricco Angiolina (Narzole) 5 | Tarditi Dott. Elia 10 |
Vigliecca Teresa (Dogliani) 15 | Avv. Prof. Luigi Ferreri (Chieri) 100 |
Cencio Luigia 2 | Gallo Giuseppe 5 |
Gallo Teresa 5 | Strasia Rosa 5 |
Taricco Maria 5 | Vaira Luigi (Centallo) 3 |
Marrone Vincenzo 5 | Tarditi Vincenzo 5 |
Fam. Grisotto Gius. 5 | N. N. 5,50 |
Rapalino Maria 5 | Cav. Marchetti (La Morra) 10 |
Cav. Anselma Sindaco 10 | Dott. G. Stella (Verona) 10 |
Lucia Gervasone-Stella 10 | Fam. Alessandria Gius. 5 |
Comm. L. Giordano (Torino) 20 | Paola Avenati-Bassi-Giordano 10 |
Teresa Burzio-Giordano 10 | Maria Mallè-Giordano 10 |
Fam. Boffa 5 | Fam. Davico 2 |
Musso Maria Ved. 4 | Tarditi Luigi (Tarditi) 5 |
Abrigo Teresa 2 | Blengino Margherita 5 |
Balocco Renzo (Narzole) 10 | Ida maffei-Foglio (Verona) 7 |
Fam. Manzone Carlo 4 | N. N. 5 |
Marengo Angela (Bra) 5 | Tarditi-Raviola Agostina 10 |
Milanese Maria Irene 10 | Montanaro Margherita (Bra) 5 |
E' con animo commosso che constatiamo tanto crescendo di simpatia attorno al nostro modesto giornaletto. A tutti i generosi oblatori vada la nostra espressione di riconoscenza sentita unita alla preghiera che implora e compensa la benedizione di Dio. All'Esimio Prof. Avv. Ferreri che per la seconda volta ci fa tenere la vistosa e significativa offerta di Lire cento il nostro specialissimo grazie.
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da LUCE E FORZA del Maggio 1926
LO SCIOGLIMENTO DELLA NOSTRA CASSA RURALE
Dopo 30 anni di vita ha cessato di esistere la nostra Cassa Rurale. I soci in Assemblea generale 21 Marzo di quest'anno ne hanno deliberato all'unanimità lo scioglimento. Di questo atto importante - frutto di maturo esame e di lunghe discussioni, occorre dare alcuni schiarimenti onde con serenità senza prevenzioni possano dare il loro giudizio i presenti ed i posteri.
La Cassa Rurale di Novello fu fondata il 10 Settembre 1896 dal compianto Mons. Majolo Arciprete, con atto legaIe del notaio Bellino. Da principio la sua importanza fu poca.
Troviamo la prima assemblea generale composta di 13 Soci. Il primo bilancio dato il 13 febbraio 1898 dava un residuo attivo di L. 56,60. Nel 1901 la Cassa aveva un totale di depositi a risparmio che arrivava appena tra capitali e interessi a L. 30257. Questa somma di depositi andò abbastanza lentamente aumentando riuscendo a toccare nel 1913 appena le 100 mila lire.
Gli anni più floridi per la Cassa corsero dal 1918 al 1922 gli anni che si possono chiamare dell'abbondanza e che portano i depositi della Cassa ad oltre mezzo milione E fu precisamente questa cha pareva la fortuna la maggior disgrazia della Cassa. L'Amministrazione dovette cercare nuovi sbocchi a questo affluire di denaro e tra le diverse somme depositate alle varie Banche o convertite in titoli troviamo anche una somma non indifferente depositata alla Cassa Rurale di Bagnolo. Fu questo il principio della nostra rovina.
Il fallimento della Cassa Rurale di Bagnolo e in proporzione assai minore i succeSSiVi disastri ben noti del Momento e della Banca del Lavoro colpirono a morte insieme a quasi tutte le Casse Rurali del Piemonte anche la nostra. E qui crediamo doverosa per il buon nome di tutte le Amministrazioni, una dichiarazione. Si era sempre detto che i depositi fatti presso una Cassa Rurale erano al sicuro da ogni perdita. E così avrebbe dovuto essere anche nei riguardi di Bagnolo. Non era quindi agire imprudentemente, come qualcuno malignamente insinuava, collocare presso quella Cassa una parte dei fondi di disponibili. I soci di Bagnolo che se non erriamo oltrepassavano i 400 erano più che garanti dei depositi che la Cassa riceveva. Venne il fallimento. I soci avrebbero dovuto rispondere illimitatamente ed i depositanti come noi avere l'intero capitale. Ma così non fu. La legge limitò assai la responsabilità dei soci, le spese del fallimento e della liquidazione fecero il resto ed oggi è triste realtà che i depositanti a Bagnolo non ebbero ancora il becco di un centesimo.
Le Casse Rurali dissestate sperarono in aiuti che furono promessi e non vennero malgrado tutto lo scalpore fatto attorno a questo fallimento che costituisce purtroppo una pagina nera nel movimento sociale cristiano. E dovettero morire una dopo l'altra, come oggi muore la nostra.
I motivi che determinarono i soci a votarne lo scioglimento all'unanimità in un'assemblea che supera tutte le altre per numero di soci presenti si riducono sostanzialmente ai seguenti:
1° La Cassa cominciava a perdere la fiducia anche dei soci che domandavano il rimborso dei loro depositi. Ne conseguì una notevole diminuzione negli utili, anzi oggi si era al punto che gli interessi passivi superavano gli attivi,
2° Tutti i soci erano ornai stanchi del peso che porta la responsabilità illimitata da cui da tempo domandavano di essere liberati.
3° La Cassa aveva ormai perduta la sua ragione li essere, posta com'era nell'impossibilità di fare anche la mini-ma beneficenza.
4° L'avvenire si presenta non troppo chiaro per le Casse Rurali che potrebbero da oggi a domani trovarsi di fronte ad altri gravi problemi da risolvere.
5°. Si presentava infine l'occasione da tanto tempo attesa di un favorevole accordo col Piccolo Credito di Cuneo che, sostituisce la Cassa impiantando a Novello una sua filiale.
Non è il caso di esporre qui al pubblico tutto l'operato in questi ultimi giorni dell'Amministrazione nei riguardi delle trattative avute colla benemerita Banca. I soci che hanno sentito le ampie spiegazioni sanno che la soluzione trovata è certamente la migliore fra quante si presentavano e sanno anche quanta riconoscenza noi dobbiamo al Piccolo Credito di Cuneo per esso all'Ill.mo Direttore Gen.le Comm. Gedda che solo ed unico sì prende a cuore la triste condizione di tante Casse Rurali e, nel limite del possibile, aiuta la soluzione della tremenda crisi che le travaglia. Le informazioni assunte in vari campi ci hanno dato ampio affidamento sulla serietà dell'Istituto che tanta messe di simpatia ha raccolto nella nostra provincia.
Noi riconoscenti auguriamo al Piccolo Credito la cui filiale di Novello è stata affidata al senno e alla pratica ben nota del Cav. Anselma Pasquale, quelle fortune che ben meritano la sua serietà e i suoi nobili sentimenti.
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NELLA MUTUA INCENDI
Anche questa Società come tutte le mutue, traversa in questi giorni il suo periodo di crisi. Fondata nel 1906 ebbe un discreto numero di soci che a mutua garanzia firmarono una cambiale a mano dell'Amministrazione.
Non si pagava alcuna quota e in caso di incendio i Soci si sarebbero divisa l'entità del danno. La fortuna assistè la società che fino al giorno d'oggi non ebbe alcun incendio di qualche importanza.
Il decreto-legge 2 Sett. 1919 modificò profondamente lo stato delle mutue. Non ammettendo a godere dei benefici della legge se non le mutue federate e non potendo essere tali se non quelle che disponevano dj un certo fondo, dietro parere di abili periti in materia, nell'assemblea generale del 25 Giugno 1922 all'unanimità di voti si venne neIla determinazione di trasformare la società da tipo a quota di riparto a tipo misto stabilendo cioè una piccola quota annua, destinata col tempo a fare un fondo alla società e accettando lo statuto - tipo di tutte le mutue facienti capo aIIa Federazione Provinciale e per essa alla Confederazione della Mutualità e delle Associazioni.
A ciò aveva anche indotto la considerazione del pericolo a cui sarebbe stata esposta la mutua nel caso di un grave incendio, che avrebbe addossato ai soci una quota di riparto assai grave e determinato forse la soluzione della mutua stessa.
Se invece a questo si fosse potuto ovviare col patrimonio di riserva, parte con un sussidio eventuale del governo promesso dalla legge e parte con una ben fatta riassicurazione pareva che le cose in ogni evento avrebbero dovuto risolversi bene. Durante però lo svolgersi di queste pratiche avvennero due fatti gravi:
1° I sacerdoti che fino allora s'erano esclusivamente occupati dell'andamento della mutua furono in forza delle disposizioni pontificie proibiti di oltre interessarsene.
2° Nel seno della nuova amministrazione e specie dei soci venne determinandosi una corrente contraria alle nuove innovazioni o una opposizione alla federazione e sopratutto alla riassicurazione della mutua.
Si provocarono così le dimissioni dell'amministrazione ed oggi la Mutua Incendi non può dire di essere sistemata. Noi, per il bene dei soci, ci auguriamo che questa sistemazione possa farsi presto. Pensino i soci: se avvenisse un incendio di qualche entità quante sarebbero le difficoltà per stabilire ed esigere a pro del povero colpito la somma corrispondente al danno?
Noi non pretendiamo comandare, anzi in ossequio all'autorità non accetteremo mai di far parte del Consiglio di amministrazione di alcuna società a scopo economico. Ciò non toglie che per il desiderio che abbiamo di promuovere il bene del paese possiamo dalle colonne del nostro giornaletto aiutare ogni buona iniziativa e formulare proposte che serenamente discusse potrebbero portare un aiuto alla soluzione delle questioni. Ed a proposito della mutua noi ci permettiamo di esprimere qui il nostro parere. Noi tutti abbiamo bisogno che la mutua viva.
Se oggi tutti insieme formiamo una forza rispettabile, divisi saremo domani facile preda delle varie società che vanno alla caccia di clienti. ricadendo nel pericolo che la mutua voleva togliere.
Per altra parte noi abbiamo bisogno di avere la sensazione e Ia assoluta certezza che in caso di incendio anche grave il sinistrato sarà completamente e sollecitamente risarcito di tutto il danno avuto. Infine vogliamo evitare l'inconveniente di tariffe troppo elevate che, come si dice, equivalgono e bruciare una trave e anche più, ogni anno.
Per arrivare a questo risultato quale sarà la via più sicura? Tornare all'antico cioè alla società in cui i Soci pagano nulla e se viene un incendio si ripartiscono il danno? Ripetiamo che questa forma ha molti inconvenienti e per la difficile federazione e perché domani in caso di un grave incendio porterebbe un peso assai oneroso ai soci. E se poi per disgrazia avvenisse che uno o più soci non potessero o non volessero pagare la loro parte? Sarebbero questioni che costano tempo e denaro e intanto il povero sinistrato aspetta.
La seconda soluzione è la forma che ha oggi la società cioè forma mista: i soci pagano una tariffa ridotta dlestinata a fare un fondo. In caso di incendio si esaurisce la riserva e se non basta si supplisce dai soci. Anche a nostro parere, come sempre abbiamo detto, va completata prima colla federazione per poter godere dei vantaggi che la legge del 1919 concede alle mutue e poi con una forza di riassicurazione per evitare i pericoli già detti sopra.
Noi crediamo si possa anche avere una terza soluzione e cioè: fare una coassicurazione con una società seria e sicura alle seguenti condizioni: 1° Non aumentare le nostre tariffe. 2° Avere una percentuale a favore della mutua per la costituzione lenta ma sicura di un fondo. 3° Avere nel consiglio dei periti due o più membri nostri. Forse così la mutua continuerebbe a vivere, anzi crescerebbe ed avremmo la sicurezza che senza danneggiare gravemente alcuno anche il più grave incendio sarebbe tosto risarcito. Per il bene di tutti noi auguriamo che nell'assemblea di oggi 9 Maggio la grave questione trovi dalla buona volontà e concordia dei soci la migliore soluzione.
Musso Teresa Cortese 4 | Stra Giov. 5 |
Gallo Giov. 3 | Pirra Francesco 5 |
Saccato Teresa (Bergera) 6 | Bozzone Lorenzo (Moriglione) 5 |
Rossi Michele (Merli) 5 | Cucco Virginia (Fornaci) 5 |
Passone Pietro (Maslera) 5 | Manzone Elisa 5#160; |
Astore Filiberto (Torino) 5 | Borio Ernesto 5 |
N. N. 5 | Rocca Bernardo 5 |
Musso Carlo (Costigliole Saluzzo) 5 | Sorelle Galvagno Lucia ed Agostina 10 |
Gallo Veneranda (Cherasco) 5 | Bucasso Pasqualina 5 |
Sarzotti rag. Giovanni (Torino) 10 | Abrigo Margherita (Rivalta) 5 |
Vedova Alessandria (Arbi) 2 |
A tutti gli offerenti l'espressione della nostra vivissima riconoscenza e tante benedizioni dal Signore.
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da LUCE E FORZA del Giugno 1926
LE NOSTRE FESTE PATRIOTTICHE
Diciamo subito che non avremmo potuto scegliere una giornata più disgraziata. La pioggia insistente e a sera un vento gelato disturbarono non poco. Tuttavia la festa riuscì ancora a sorpassare ogni aspettativa. Al mattino verso nove si trovavano già radunati in municipio le rappresentanze di tutte le società locali con bandiera, il Consiglio Comunale e numerose rappresentanze di fasci e società circonvicine. Notiamo Narzole , Monforte, Monchiero, La - Morra, Bra, ecc Sono già presenti le autorità politiche, gli oratori, i padrini e madrine dei gagliardetti da benedirsi - L'arrivo della banda fascista di Bra generosa e gentile offerta del Comm. E. Marone suscita le prime ondate di entusiasmo. Servito a tutti e generosamente il Vermouth daI Municipio s'ordina per le vie imbandierate il primo corteo alla Chiesa per la benedizione del gagliardetto della milizia. Ne è padrino il Comm. Enrico Marone; madrina la gentile Sig.na Maria Baron di Cuneo che offre il prezioso vessillo. Benedice il gagliardetto l'Arciprete che coglie l'occasione per dire brevi parole sul significato di questa e delle altre funzioni. La Messa letta è accompagnata all'organo dall'ottimo M.o Ghigo distintissimo nostro organista. Segue nell'Asilo la consegna del gagliardetto ai militi accompagnata da poche e sentite parole della madrina, del Sindaco Cav. Anselma, del Prof. Roggero, del Prof. Milanese e commentata da un poderoso discorso dell'oratore ufficiale Avv. Toselli che suscita fremiti d'entusiasmo e commuove alle lacrime. Declama una bella poesia con accento commosso e deciso l'alunna della 5^ Ghisolfi Lucia. I bimbi delle scuole cantano gli inni patriottici. Il corteo al Parco è rimandato alla sera, causa la pioggia che ripiglia.
Il pranzo è servito nell'ampio locale delle scuole con signorilità e abbondanza dai fratelli Pirra, ai quali bisogna fare gli auguri meritati, perché fa piacere che i forestieri a Novello trovino buone accoglienze e ottimi servizi. Parlò pel primo il Prof. Roggero che lesse un fascio di telegrammi e adesioni che non registriamo per tema di dimenticare. Facciamo un'eccezione per la più sottolineata da applausi: quella del sempre munifico Prof. Ferreri Rettore del collegio Umb. I di Chieri, spedita sopra un assegno di L. mille a favore del Fascio novellese. Un'altra offerta generosa fu fatta dal Dott. Stella padrino del gagliardetto del Fascio che regalò L. 400.
Segue il Prof. Milanese, il Dott. Stella tutti applauditissimi e in modo speciale il Comm. Marone la cui parola facile, chiara e squillante è fatta segno ad una ripetuta e lunga ovazione che deve aver detto al giovane e valoroso industriale di quanta onda di affetto memore e riconoscente lo circondi, Novello intera. Non mancarono i brindisi augurali al Re, al Duce e all'on. Bertacchi la cui presenza desideratissima fu impedita da cause impreviste.
Alle 16 si ritorna in Chiesa per la benedizione del gagliardetto del Fascio novellese, padrini il Dott. G. Stella da Verona nostro concittadino e la Gent. Sig. Eleonora Roggero Tarditi.
Poscia si ricompone il corteo per il Cimitero per l'inaugurazione e benedizione del Parco della Rimembranza. La solenne funzione avrebbe certamente meritata una giornata più degna che desse maggior tempo e calma per esaltarne i profondi significati. I nostri caduti furono però, dopo la benedizione impartita ai 36 alberi recanti in cippi tricolori i nomi dei prodi, ricordati con parola appassionata e smagliante dal Prof. Milanese V. Segretario Politico Provinciale e nostro affezionato e stimatissimo concittadino d'adozione. Parlarono ancora il Sindaco Cav. Anselma, il Prof. Roggero tra l'alternarsi dei canti delle Scuole e delle armonie della brava banda di Bra e la bella commemorazione si sarebbe ancora prolungata se il tempo inclemente e un vento gelido non avessero obbligato a ritirarsi lasciando con un senso di rimpianto i nostri eroi alla cui memoria non s'era potuto dare quanto la nostra riconoscenza memore si riprometteva.
Così anche Novello ha scritto la sua bella pagina di popolo non degenere dalle sue tradizioni di patria, di religione, di civiltà. Sia lode al solerte Comitato organizzatore e specie all'anima di esso il Prof. Roggero, Segretario Politico, il Cav. Anselma, il M.o Ghigo che tanto si prodigarono per la buona riuscita.
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LA PIENA DEL TANARO
E' una cosa che non ci riguarderebbe se purtroppo il Tanaro che non può venire a Novello, non avesse anche nella sua furia devastatrice portato ingenti danni a famiglie nostre abitanti nella vallata.
A ricordo di uomo non fu mai visto uno spettacolo impressionante quale dall'alto del nostro paese si presentava ai nostri sguardi proprio la mattina del 16 maggio. In breve ora l'inondazione guadagnò i campi circostanti formando un lago solo fin quasi sotto la strada ferrata nei pressi della cascina Ca-Bianca. Più impressionante giù verso Narzole ove minacciava il ponte e ove l'acqua aveva raggiunta la strada provinciale nei pressi della stazione ostruendo il passaggio. Danni immensi si ebbero a Monchiero ove asportò il ponte sul Rea, a Narzole ove fu rovinato in più punti il grandioso canale idraulico, a Moriglione e ovunque furono allagate e cosparsi i promettendi raccolti di un pesante strato di sabbia e ciotoli e asportate le piante. A tutti i colpiti dal grave disastro mandiamo le nostre sentite condoglianze pregando che il Signore moltiplichi altrove ciò che il fiume rapace ha loro portato via.
L'INSEDIAMENTO DEL PODESTA'
Nostro primo Podestà, è superfluo il dirlo, è il Cav. Anselma Pasquale già nostro beneamato Sindaco la cui competenza amministrativa unita ad un'energia e onestà non comuni è nota non solamente ai Novellesi.
Ed i Novellesi che altamente apprezzano i meriti del loro Podestà e che lo ricambiano con eguale affetto vollero improvvisare attorno a Lui una magnifica dimostrazione che dicesse tutto il loro compiacimento per l'avvenuta nomina. La simpatica festicciuola si celebrò domenica 23 Maggio con un riuscitissimo corteo che partendo dalle Scuole e prendendo il Podestà alla sua abitazione lo accompagnò in Municipio. Erano presenti oltre il Consiglio Comunale una larga rappresrentanza delle Scuole, le Società, le Autorità e personalità locali e una interminabile schiera di popolo plaudente e salutante.
In Municipio dopo l'ultima seduta del Consiglio Comunale parlò a nome della popolazione l'Arciprete e a nome del Fascio il Prof. Roggero. Presentarono fiori e auguri i bimbi delle scuole e dell'Asilo e rispose a tutti ringraziando commosso il neo Podestà che volle poi attorno a sè ad un fraterno banchetto in casa sua i Consiglieri, l'Arciprete, i Presidenti di Società, i Medici, il Conciliatore, il prof. Roggero e il M.o Ghigo felice organizzatore della simpatica dimostrazione.
Se il tempo non ci mancherà in altro numero diremo qualche cosa di questa istituzione e ricorderemo gli antichi Podestà di Novello dalle memorie dell'Archivio Parrocchiale. Oggi ci limiteremo ad un fervido augurio al neo Podestà di lungo e proficuo lavoro coronato sempre da consolante successo al bene di questa popolazione cui egli ha dedicato la sua mente d'amministratore e il suo cuore di padre.<
LA NOTA TRISTE
E’ data dalle numerose sepolture che abbiamo fatto in questi giorni. L’ultimo stato civile pubblicato nel numero di Aprile dava appena due morti in paese: un vecchio ed un bimbo. Oggi dobbiamo purtroppo registrarne una lunga fila e la nostra non assume più il carattere di uno stato civile ordinario ma diventa una cronaca funeraria eccezionale. Ecco la lunga e dolorosa sequela:
1. MANTELLO GIUSEPPE PIETRO di Sabino di mesi 19 m. il 9 Marzo.
2. PIRRA GIOV. di Giovanni (Chiarente) di mesi 8 m. l’8 Marzo.
3. TARICCO GALVAGNO MADDALENA (paese) di anni 81 m. il 15 Marzo. Donna profondamente religiosa finiva santamente la sua vita col conforto di tutti i Sacramenti.
4. GIACHINO GIUSEPPE (Tarditi) di anni 74 m. il 9 Aprile. Tiriamo un velo pietoso sulla fine di questo disgraziato la cui morte tragica ha fatto muovere la giustizia umana aprendo la prigione a due individui. Troppo scalpore ne ha già fatto la stampa che va a caccia di notizie sensaziona1i e morbose. Da certi fatti di cronaca sudicia si può imparare una cosa sola: dove può portare una passione malsana non frenata.
5. CONTERNO N. N, di giorni 1 m. l’11 Aprile.
6. GIACCARDI N. N. di giorni 1 m. il 15 Aprile.
7. GALVAGNO PIRRA GlUSEPP1NA (paese) di anni 67 m. il 18 Aprile. E’ la povera vittima di una caduta fatale. La povera Giuseppina già stremata da una lunga malattia tu colta da un deliquio proprio mentre attraversava a stento il balcone di casa sua. Appoggiatasi al parapetto precipitava nel vuoto sulla strada riportando dalla caduta ferite che ne determinarono in poche ore la morte.
La poveretta era però preparata all’ultimo passo da una vita cristiana e dalla frequenza ai Sacramenti che aveva ricevuti pochi giorni prima. Serva questo pensiero di conforto alla desolata famiglia e specie alla figlia.
8. TARDITI ALESSANDRIA MARIA (Ravera) di anni 74 m. il 29 Aprile. Provata da una lunga malattia che la fece soffrire terribilmente diede meraviglioso esempio di pazienza cristiana e moriva dopo aver ripetutamente ricevuto i SS. Sacramenti.
9. PREGLIASCO DOMENICO (paese) di anni 76 m. il 7 Maggio. Anche questo povero vecchio vissuto di lavoro e di solitudine per quanto morto quasi improvvisamente ebbe tempo a ricevere i SS. Sacramenti.
10. SANGIANO PIRRA ANNA MARIA (paese) di anni 66 m. il 22 Maggio. Penò lungo tempo con grande pazienza cristiana e ricevette più volte i SS. Sacramenti.
11. QUARONE TARDITI MARIA MADDALENA (paese) di anni 74 m. il 23 Maggio. E’ un altro esempio di donna fortemente cristiana. Da qualche anno abitava colla figlia Maestra Serafina e si può dire usciva unicamente per portarsi in Chiesa. La accolse la morte che non venne inaspettata col sorriso del giusto che sa dove va e ricevette con edificante pietà i SS. Sacramenti. Fu priore delle Umiliate.
12. BARBERIS TARDITI CATTERINA (paese) di anni 70 m. il 24 Maggio, ex Priora anch’essa della Compagnia. Da tempo attendeva la morte e questa la colse ancora all’improvviso. Finché potè, anche trascinandosi, la Chiesa era l’unica sua meta.
13. VIGLIONE TARICCO~ BRIGIDA (Bricco) di anni 74 m. il 25 Maggio. Era quest’anno Priora delle Urni!iate. Per poter più comodamente attendere alla Chiesa si era acquistata una casa in paese dove contava passare gli ultimi anni facendosi del bene. Il Signore però stimava sufficiente al premio la vita lunga di lavoro e di preghiera e la chiamava a sè dopo una lunga malattia che accresceva i suoi meriti. Ricevette più volte i SS. Sacramenti.
14. VAIRA PIETRO (Ghercina) d’anni 54 m. il 29 Maggio. E’ la vittima più pietosa di tutta la serie. Lascia una famiglia di sei bimbi in erba. Malato da quattro anni sopportò la sua infermità con edificante rassegnazione ed accolse la morte con disposizioni veramente cristiane.
15. ABRIGO ANTONIO (paese) di anni 71 m. il 28 Maggio. Morì quasi improvvisamente confortato però da tutti i Sacrarnenti. Di pietà edificante univa il lavoro alla preghiera e pazienza cristiana. Lascia un grande esempio alla famiglia.
Alle numerose famiglie che i piangono i loro cari giungano gradite le nostre condoglianze e le promesse di preghiere.
PICCOLA POSTA
Davico - Crema. Grazie tuo scritto e tue notizie. Sta di buon umore e segui la tua strada. Tutto passa. Ti salutano con noi i cantori. I tuoi tutti bene.
Abbio M. - Lonigo. E’ tanto tempo che ti devo una risposta. Scusa. Ho ricevuto tutto e ti ringrazio. Sono contento di tue buone notizie. Continua a farti onore. Ti salutiamo tutti compresa la tua famiglia che sta bene.
Passone Evaristo - Penango. Grazie dei tuoi replicati saluti. Ti attendiamo alle prossime vacanze. I tuoi tutti bene. Prega per noi.