(sonoro)
Anche stavolta lasciamo il solito argomento religioso apologetico per parlare di cose locali che c’interessano e che per altro hanno pure la loro importanza morale e religiosa.
Sono resoconti morali e materiali sui quali uno spirito riflessivo può fare un po’ di esame e domandarsi so ha fatto il suo dovere verso le opere parrocchiali di cui si parla.
Tutti sanno ormai che il nostro Cine, acquistato coll'aiuto di somme ad imprestito di buone persone, dopo due anni e vari traslochi presentava ancora un debito di 200 mila lire. Detto debito poiché i mutamenti reclamavano, dopo un po’ di tempo la restituzione del prestito, fu colmato da sette generose persone che versarono, senza pretendere interesse la somma di 30.000 lire ciascuna. Dopo un altro anno di esercizio il passivo fu ridotto alla somma di L. 120.000. A questo punto, anche per far tacere voci infondate e forse maligne che supponevano chissà quali guadagni a vantaggio dei sette generosi oblatori, il Parroco s’é deciso ad assumersi intero il deficit restituendo, con sentiti ringraziamenti alle dette persone le 30.000 lire versate.
E questo fu un primo onere che grava sulle spalle del Parroco. Una seconda necessità si aggiunge; l'arredamento del salone (sedie e panche) era diventato del tutto indecente e rovinato, grazie anche alla delicatezza ed educazione di certi giovinastri che hanno scambiato le sedie con cavalli a dondolo, divertendosi finché si trovarono in mano quattro pezzi rotti. Bel piacere! Pagare i danni? Purtroppo per molto tempo la sorveglianza nel salone fece difetto.
Si presentò l’occasione di un acquisto vantaggioso di poltrone e panche a schienale che fu fatto. E fu un’altra spesa di L. 70.000. Totale L. 190.000.
Certo, qualcuno domanderà: Era il caso di fare tale spesa? Non si potevano spendere tali denari in opera migliore?
La risposta non é facile a dare. Noi vecchi di tante cose ne abbiamo fatto a meno; oggi i giovani non più e, se ricordate, anche il Predicatore dell'ultima grande Missione ha insistito sulla necessità di dare alla gioventù qualche onesto svago e divertimento, se non vogliamo vederceli allontanare per darsi a svaghi e divertimenti illeciti ed immorali, che cercano in altri paesi e città, come purtroppo avviene ancora per chi non si contenta dell’onestà.
Per questo l’Associazione giovanile ha il bigliardo e vari altri giuochi; per questo il Cine anche se a volte non corrisponde alle nostre aspirazioni, costretti come siamo a prendere le pellicole come sono in mancanza di meglio. Comunque, se non sempre é il vero bene che si ottiene, é almeno evitato il maggior male.
Di questo fa più piacere dare il resoconto poiché qui non siamo mai in passivo, sia nel resoconto morale che nel materiale.
Per il valore morale dei nostri teatri, chi non riconosce quali lezioni di bene, di moralità si possono ricavare dai magnifici drammi e commedie che si rappresentano sui nostri palcoscenici? Basta pensare •all’ultima produzione dei nostri bravi filodrammatici.
Quanta rovina può portare in una famiglia una insana passione! E quanta pace, quanta,felicità quando la famiglia dopo il pentimento del colpevole, si ricompone nella concordia cristiana. Oh! se le pseudo famiglie,.che non mancano in nessuna parrocchia, capissero e meditassero le lezioni di Nonno Ercole!
Per questo il Parroco ha tributato e tributa una calda parola di elogio e di ringraziamento ai bravi filodrammatici ed ai loro insegnanti, esortandoli ad incontrare volentieri le fatiche, i disturbi ed i sacrifici che il teatro esige. Essi non lavorano per un interesse privato, per una persona, ma lavorano per il bene della Parrocchia, per l’amore del paese, perché non si possa più dire che a Novello non c'è nulla: c'é invece quello che non c’é in tanti paesi forse maggiori del nostro. E iI paese questo lo capisce e noi vediamo con quale avidità e gradimento affolla le recite dei bravi filodrammatici.
Sono prediche che fanno del bene, che si sentono più volentieri di quelle che si fanno in chiesa perché hanno il carattere del teatro cristiano: Castigat ridendo mores.
E non parliamo del resoconto materiale: non basta dire è abbastanza attivo e che è appunto per questo motivo che il Parroco, dietro promessa dei bravi filodrammatici che non l'avrebbero lasciato solo, che si è deciso alla grave spesa dell'arredamento del salone.
Grazie quindi a voi, cari giovani, grazie a quanti con voi lavorano per il nostro teatro, grazie insieme a chi, con minor risultato ma con non minore sacrificio lavora per il Cine, ed in modo speciale alla nuova Amministrazione delle due iniziative, tra la quale ci sia permetto, senza offendere gli altri, dire un grazie speciale al Rag. Bria nostro Segretario, che ha dato e da al Cinema il lavoro silenzioso e costante degno della sua intelligenza e volontà.
Superfluo aggiungere poi, a scanso di malintesi, che estinti i debiti, tutto l'utile sarà destinato ad iniziative di bene a decoro del paese, a sollievo delle miserie, al sempre maggior buon nome di Novello.
La Chiesa Parrocchiale chiude il conto finanziario 1950 col fondo attivo di lire 217.720 comprese le offerte per il nuovo Battistero. Restano ancora da saldare parecchie partite che però non sposteranno gran che la cifra. Diciamo subito che detto capitale è depositato al sicuro su libretto a risparmio intestato alla Chiesa, in attesa di impiego. E il modo di impiegarlo ci sarebbe e come! Parliamo da tempo della necessità di un nuovo Battistero che supplisca l’attuale, in certe parti veramente indecente e indegno dell’artistica nostra Parrocchia. Ma come si fa? Il primo progetto, com’è stato pubblicato, faceva salire la spesa ad un milione e trecentomila lire. L’abbiamo scartato senz’altro per l’impossibilità di raggiungere detta somma. Un secondo progetto riduceva il lavoro, certo assai meno soddisfacente, a meno della metà. Anche a questo abbiamo dovuto rinunziare. Dalla somma di cui dispone la Chiesa oggi, bisogna defalcare le 60.000 lire che, come fu già pubblicato, una pia e generosa persona ha dato per vedere iniziato il rivestimento in marmo dello zoccolo interno. E siamo quindi a circa 150.000 lire disponibili. Che possiamo fare con così poco? E aggiungiamo con dolore l’amara constatazione dell’enorme diminuzione delle offerte ed elemosine nel 1950.
Tuttavia Il Parroco è deciso in quest’anno santo 1951 a lasciare in Parrocchia un qualche ricordo e confida nell’aiuto dei buoni. E’ allo studio una sistemazione del Battistero che, pur riuscendo di comune gradimento, perché abbellirà di molto l’attuale togliendo il disdicevole, non graverà eccessivamente la Chiesa di debiti. Speriamo.
C`é poi un altro lavoro che s’impone. Chi guarda il portale della nostra Parrocchia facilmente capisce che il complesso non risponde al disegno intonato al resto della Chiesa ed è ancora provvisorio, come anni fa, erano provvisorie tutte le finestre della Chiesa e della cupola. Occorre un portale più ampio con l’abolizione del rettangolo in muratura soprastante e la sostituzione di un lavoro finito; occorre il compimento del portale con i due lati in marmo od in cemento sì si da rendere l’entrata decorosa e solenne come esige la Chiesa. Riusciremo a compiere od almeno ad iniziare questi lavori? Lo spero di si, pensando che il denaro a Novello non manca, come non manca la brava gente che saprà imitare l’esempio di altre Parrocchie, non lontane dalla nostra, dove si sono spesi milioni in poco tempo, se ne spenderanno ancora e non si teme di andare al fallimento.
Purtroppo la Confraternita ha chiuso il bilancio 1950 col passivo di lire 28.959 dopo aver esaurito le sue possibilità. Per ora è ricorsa all’aiuto della Chiesa Parrocchiale che ha anticipati i fondi per le spese di restauro più urgenti. Ma molto rimane a fare se non vogliamo vedere col tempo la piccola artistica chiesa, vanto dei nostri vecchi, ridotta ad un mucchio indecente di rovine, il che ci farebbe poco onore.
Purtroppo abbiamo constatato con dolore come l’esempio dato da parecchi ex Priori della Compagnia, non fu imitato da tutti. E sì che non sarebbe un peso eccessivo, almeno per la grande maggioranza. Speriamo che con l’occasione che i Priori passeranno alle case per l’annualità 1951, le offerte siano generose da coprire l’attuale passivo ed incoraggiarci ad iniziare altri lavori non meno importanti dei già fatti.
Anche le Compagnie Religiose non sono ricche. Le loro entrate sono costituite esclusivamente dalle povere quote annuali degli ascrilti e dall'intervento della Compagnia alle sepolture. Ma sia una cosa che l’altra è una miseria ai giorni nostri. Sappiamo di parrocchie dove la quota annuale é di almeno 50 lire e l’intervento alla sepoltura, anche di ultima classe, é di L. 1000 per Compagnia.
Perciò da noi quel poco che le Compagnie riescono a mettere insieme viene esaurito quasi tutto dallo spese per la Festa. Comunque ecco un po’ di resoconto:
Compagnia uomini: vedi Confraternita.
Compagnia Umiliate: attivo L. 736. La Compagnia delle Donne, con pensiero che onora, ha ceduto quasi tutto il suo fondo (L. 8000) per i restauri della Confraternita.
Compagnia Luigini; attivo L. 1166.
Compagnia Figlie di Maria: attivo L, 3807.
Cappella S, Giuseppe: attivo L. 14.115, che saranno impiegate in altri lavori di restauro della Cappella che abbisogna di pavimento e di essere liberata dall’infiltrazione di umidità.
Compagnia del Carmine: attivo L. 4280.
Crocetta: fondo L. 90.250. Vedremo in quest’anno, se sarà possibile addivenire a qualche lavoro di cui la Cappella ha bisogno, ad esempio il pavimento.
Ha chiuso il conto 1950 coll’attivo di L. 11.450. Da aggiungere però che a Panerole quest’anno si son fatte parecchie spese: l’acquisto di una Pisside, di una pianeta verde, di un camice nuovo, rimesso a nuovo un piviale, ecc., e di tutto ciò che costituì una spesa di circa, 12.000 lire va dato merito e lode alla brava popolazione che aderì volentieri all’iniziativa dell’ottima e zelante Priora Sig.ra Vietto-Blengino Catterina.
Molto s’é fatto in pochi anni in quella Borgata per la Cappella, ma molto rimane ancora da fare e prima di tutto il pavimento. Speriamo che la buona volontà dei Borghigiani che già sostengono la spesa per la Massa festiva,. non venga meno e si possa portare la loro Cappella all’onore del mondo.
La Cappella di Moriglione quest’anno è stata la più fortunata, nel senso che, essendo anche quella che ne aveva più bisogno, ha finalmente veduto realizzato il voto da tanto tempo sognato: l’acquisto del Cappellano stabile nella persona del Rev.mo Don Delrivo che è pure insegnante della frazione. Dire la felicità di quella buona popolazione non è possibile. La soddisfazione per il fortunato acquisto cresce di giorno in giorno e meritatamente poiché il Maestro-Cappellano Don Delrivo è una di quelle tempre per cui il lavoro non è mai troppo. Fa scuola, predica, confessa, istruisce con speciali conferenze e ultimamente abbiamo saputo che egli, anticipando l’ambiente di Parrocchia a cui certamente un giorno arriverà Moriglione, ha messo su una scuola di canto maschile e femminile che decora le Messe solenni, i Vespri e rallegra le funzioni con deliziose lodi. Brava gioventù di Moriglione! Alla guida dell’ottimo Cappellano non mancherete di progredire nella cultura religiosa e civile e preparerete alla vostra Borgata tempi migliori.
Della scuola poi non occorre parlare. Don Delrivo ha un’arte speciale in questo campo: basti dire che i ragazzi lo attendono molto prima dell’ora stabilita, gli vanno incontro e la scuola è per loro un vero godimento. Auguriamo sempre più e sempre meglio.
Il conto della Cappella di Moriglione si chiudeva al fine anno con un attivo di L. 167.081 ed un passivo di L, 43.043, lasciando una rimanenza attiva di L. 118.938. Certo che l’avere un Cappellano fisso è tale fortuna e vantaggio che sorpassa ogni sacrificio che la popolazione deve fare. Per questo esortiamo quella buona popolazione a non essere avara con chi spende per essa tutte le sue energie.
Auguriamo anzi a quei di Moriglione che, eliminate le difficoltà che ora si oppongono, avvenga la vera fusione di animi tra le due Borgate e non sia lontano il tempo in cui una bella Parrocchia sorgerà ad egual distanza dei due abitati, trasformando quella frazione in un vero paesello che goda tutte le comodità a cui ha diritto di aspirare.
Senza offendere le altre Cappelle, che certo non si sono trovate nelle fortunate circostanze di S. Grato, occorre dire che da due anni quella Borgata tiene il primato nell’interesse della Cappella. Nell’anno 1949 si spese per la Cappella, la cui superficie fu raddoppiata, la bella somma di L. 190.260 e si chiudeva il conto con un avanzo attivo di L. 23.024.
Nell’anno 1950 si volle arricchire la Cappella di un bellissimo altare in marmo, di una ricchissima decorazione, opera riuscita del pittore Cagnasso del Gallo. mentre la stimata famiglia del Signor Borletto Pasauale colla consorte Stra Carmelina donava alla Cappella un’artistica statua di S. Grato, dall`altezza naturale. che oggi troneggia sullo sfondo della Chiesa a cui dà un’imponenza veramente maestosa.
Non ostante tutto questo che importò la spesa di L. 95.945, il conto 1950 si chiude con un avanzo attivo di circa 40.069 lire. Come non restare meravigliati davanti a tanto lavoro? La generosità e l’attività dei bravi Borghigiani ha veramente superato ogni aspettativa, ed a loro ed ai loro dirigenti va la riconoscenza dei buoni e la protezione di S. Grato.
Doveroso però riconoscere che il merito maggiore di questo immane lavoro va attribuito al suddetto signor Borletto Pasquale che fu l’anima delle iniziative, non risparmiandosi a spese, a disturbi, a viaggi ed anche a ciò che qualcuno reputa un’umiliazione ed invece è un onore: la colletta tra le varie famiglie.
A lui perciò la riconoscenza della Borgata coll’augurio che il suo prezioso aiuto non ci abbia a mancare per le spese che ancora restano a fare: i banchi per la Cappella ed un bel porticato che difenda la facciata dalle intemperie.
Per i banchi faremo fare un piccolo preventivo e speriamo che tutte le famiglie vorranno avere il loro posto in Cappella sostenendo o tutta o in parte in unione con un’altra famiglia, la spesa.
Segnaliamo a titolo di cronaca l’offerta di una cartella dl L. 2000 della fam. Stra Pasquale p.g.r.; L 500 di Stra Lucia; un dollaro di P. P.; L. 2000 di Fam. Torrengo; e L. 200 di Stra Francesca.
Chiude il conto 1950 con un attivo di L. 171.155 e un passivo di L. 35.155. Avanzo attivo L. 136.000 a fondo della Cappella.
Anche a Bergera si deve lodare lo zelo e la buona volontà dei Dirigenti e della popolazione che provvede alla Messa festiva e accresce il fondo alla Cappella. La somma non è ancora sufficiente, ma che bella ed utile cosa sarebbe se si potesse sostituire l’attuale scuola con un bel salone che serva per eventuali conferenze, teatrini, adunanze, ecc. Che ne dite, cari Borghigiani?
Quest’anno la festa di S. Giuseppe, patrono della Compagnia degli Uomini, cade il Lunedì Santo. Non per questo cessa di essere festa di precetto e noi vedremo di solennizzarla quanto sarà possibile. Faremo precedere un breve triduo di predicazione a notte nei giorni 16-17-18 marzo, faremo la solita processione nel dì della festa e speriamo che la brava cantoria maschile regali a onor degli uomini una esecuzione di musica classica, come nelle altre grandi solennità.
Nei giorni 19-20-21, primi della Settimana Santa, avremo pure secondo il solito, le SS. Quarantore di Pasqua, per cui daremo a suo tempo il programma della adorazione.
Per non oberare la Chiesa di troppe spese rinunziamo per quest’anno al Predicatore forestiero delle Quarantore. Verrà però per i primi tre giorni della Settimana Santa, e questo anche perché pochi giorni dopo avremo con noi il Direttore della Lega di P., che ci preparerà alla visita Pastorale del Vescovo.
La nostra Parrocchia avrà la Visita Pastorale il 7-8 aprile p. v.
Il Vescovo arriverà a Novello la sera di sabato 7 verso le ore 17. Sarà ricevuto sul piazzale della Chiesa: in Parrocchia farà subito le esequie per i defunti della Parrocchia, ci rivolgerà la prima parola e darà la benedizione.
Ci parlerà di nuovo alla Domenica mattina e amministrerà la S. Cresima a Vespro. Per espresso desiderio del Vescovo potranno essere ammessi alla Cresima i nati dal 1941 in giù (8 anni) per i quali continueremo il Catechismo dopo Pasqua.
Una calda raccomandazione a nome del Vescovo che si preoccupa del Seminario e cogli ogni occasione per aiutarlo. Seguendo l’esempio di altre Diocesi, il Vescovo farà distribuire ai Cresimandi una busta pregandoli a voler includere in essa a favore del Seminario i loro piccoli risparmi. Li esortiamo perciò vivamente i nostri piccoli a fare fin d’ora qualche sacrificio. Papà e Mamma, ed anche i Padrini aiuteranno a completare la busta con un generoso concorso.
Oh! Come è tremendamente vera la parola di Gesù: «State preparati, poiché nell’ora in cui non l’aspettate verrà il Figlio dell’Uomo a giudicarvi».
La nostra Direttrice partiva martedì mattina (13 febbraio) per Alassio ove contava di passare un breve periodo di riposo nella magnifica ed ospitale villa di un suo amatissimo fratello. Sappiamo che il viaggio fu felice, come felice e riposante fu il primo e secondo giorno. Giovedì mattina (15 febbr.) giungeva improvvisa a Novello una telefonata da Alassio: «E’ morta la Direttrice». Che era stato? Una morte improvvisa che l’aspettava mercoledì sera in cima alla scala mentre accompagnata dal fratello si recava a riposo. Cadde come fulminata e non fece più motto. Improvvisa, si, ma non inaspettata per la buona Direttrice. I suoi 2 anni passati a Novello , si può dire, non furono che una lunga e diligente preparazione alla morte. Impossibilitata a lavori faticosi per i suoi diuturni disturbi al cuore, passava lunghe ore in Chiesa, in fervide preghiere e pie letture. Tutti poi ammiravano il suo tratto, improntato sempre alla più viva carità cristiana e condito di finezza e signorilità non ordinarie. Per l’Asilo ebbe il massimo interesse, curò l’organizzazione di banchi di beneficenza e di collette, diede vita alla Compagnia delle ex allieve dell’Oratorio e spese in bene quelle poche energie che la lunga malattia le aveva lasciato. Pace all’anima sua per la quale furono già celebrate Messe per cura delle ex allieve della Gioventù Femminile di A. C., detti Rosari da tutta la popolazione e sarà celebrato un solenne funerale di trigesima. Novello ricorderà la buona Suor Lina Molinari, come ricorda con riconoscenza tutte le buone Suore passate nel suo Asilo e presenta alla distinta famiglia Molinari ed alla Congregazione salesiana di Maria Ausiliatrice le più sentite e commosse condoglianze.
PER LA CHIESA: P. P. 1000 (p.g.r.); Passone Lorenzo 200; Grisotto Domenico 500; Tarditi G. B. 1000; Pirra Benedetto (Serra) 500; Pirra Giov. (Serra) 1000; Rag. Sarzotti Francesco 500; Alessandria Giovanni 1000; Sangiano Massimiliano 500; Tarditi Margherita ved. Angelo 1000; Sorelle Tarditi (Fracchia) 1000; Tarditi Maria ved. (Veneria) 500; Galliano Pietro 200; Settime G. B. 150; Cogno Gioachino 1000; G. G. 1000; Roggia Giuseppe (Ermigl.) 1000; Taricco Pasquale 500; Tarditi Lodovico 500; Alessandria Eugenio 1000; Alessandria Michele 1000; Stra Giovanni 500; Alessandria-Capra Margherita 500; Ravinale Angelo 500; Taricco Francesca 1000 (a S. G. Bosco); Marrone Aldo 150; Galizio Emma 600 (in occ. Matr.); Borio Adolfo 400; Tarditi Matteo (Venaria) 500; Tarditi Luigi fu Vinc. 1000; Saccato Luigi fu Giov. 300; Tarditi Giuseppe fu Gasp. 1500; Peperone Carlo 400; Passone Michele 300; Borgogno-Tarditi Rosa (1° anniv. Morte della mamma) 1000; Castella Felicina 300; M.o Ferrero Michele 5300; Tarditi Clementina ved. 1000.
PER IL BATTISTERO: Passone Pietro di Gius. 500; Cogno Giovanni 500; Pirra Giovanni 1000; Tarditi Clementina ved. 1000; Rag. Sarzotti Franc. 500; Tarditi Margherita vad. Ang. 500; Taricco Pasquale 1000; Col. Maffei Vincenzo 1000; Tarditi Giuseppe di G. B. 1000.
PER LE OPERE PARROCCHIALI: R. G. 2000;Novo-Tarditi Clara 400; Alessandria Giovanni 1000; Cogno Giov, (in occ. matr.) 1000; Borio Domenico (in occ. Matr.) 400; Foglio Luigi 1000; Salvano Giuseppe 1000; Tarditi Gius. 200; Montagnoni Silvio 1000; Conterno Francesco 300; M.a Clara Borio-Tarditi 1000; Marenco Angelo 500; Tarditi Onorina 500.
A queste offerte ne aggiungiamo un’ultima la più generosa: quella che in dlata 1-2-1951 ci inviava la Sig.ra Dina Giordano Pejron in memoria e suffragio del compianto Dott. Cornm. Pietro in L. 30.000. Secondo I`intenzione della generosa offerente il Parroco destinava la vistosa offerta all’opera Parrocchiale più bisognosa e più efficace che ha bisogno di sistemarsi: il Ricovero.
Sappiamo che un’egual offerta fu inviata dalla medesima Signora probabilmente in Comune. Qualcuno disse che doveva destinarsi per il ricovero in Istituto di beneficenza della povera malata Raimondo-Vivalda Maria. Non possiamo dire niente perché non siamo stati interessati, ma possiamo dire che al giorno d’oggi per ottenere il ricovero di una persona al Cottolengo più che denari occorre trovare il posto disponibile, il che per noi come per quasi tutte le parrocchie di campagna è diventato quasi impossibile.
A tutti gli offerenti ed in modo speciale alla Sig.ra Giordano l’espressione della nostra riconoscenza e le continue preghiere dei beneficati.
Al prossimo numero le altre offerte.