(sonoro) Maggio 2020

da LUCE E FORZA di Novembre-Dicembre 1953

       Carissimi Parrocchiani,

       Dopo due anni è tornata la vendemmia. Purtroppo il tempo non l'ha accompagnata troppo e le speranze concepite non si sono avverate come si sperava. Instabilità del tempo, congiura di uomini, egoismi non giustificati hanno steso su quella che doveva essere una festa di poesia un velo di massoneria, di malcontento ed un pessimismo a volte eccessivo.
       Lasciamo da parte il tempo; non possiamo farcelo come lo desideriamo e bisogna prenderlo come viene. Ma anche qui è dovere del Parroco fare una riflessione. Diciamo un po', cari parrocchiani: Possiamo proprio dire di meritarci di più? Tutti siamo persuasi che chi comanda non siamo noi, e che, non ostante tutta la incredulità che va facendosi strada anche nei nostri paesi e ci rende comunisti pratici, in genere si crede ancora che c'è un Dio al disopra di noi che regola gli avvenimenti, che ha date le sue leggi, che ci fa sentire la sua parola attraverso il ministero della Chiesa. Un Dio che ha i suoi diritti che noi ben conosciamo, che ci impone dei doveri imprescindibili, che potrebbe farci star meglio o peggio, secondo il suo piacimento sempre improntato a giustizia e misericordia e contro il quale possiamo fare nulla.

       E NOI?
       Non è vero che troppo sovente i diritti di Dio fingiamo di ignorarli? Che di doveri sovente non vogliamo sentirne parlare, che molti cristiani se le cose vanno bene hanno da lavorare e dimenticano e preghiera e chiesa e feste ecc.; se invece vanno male arrivano a volte fino alla bestemmia e se la prendono col Signore perché le cose non vanno come loro desiderano?
       "Abbiamo lavorato tutto l'anno e adesso..."
       Ma potete anche dire: "Abbiamo fatto tutto l'anno il nostro dovere?" Basterebbe un fatto solo a porre tante famiglie dalla parte del torto: "Piove, in campagna non si può andare, le piazze e le vie formicolano di gente che guarda in su, ma in chiesa quanti sono a recitare col sacerdote la preghiera liturgica: - Signore, siamo qui a pregarti. Esaudiscici e dà a noi che ti supplichiamo la serenità del tempo..."?
       Persuadiamoci, cari parrocchiani. Oggi si vive in un continuo errore. Abbiamo messo l'accessorio prima del principale, i valori spirituali al disotto dei materiali, crediamo di bastare da noi, di far tutto da noi ed invece constatiamo che più si fa della roba e più si sta male, più crescono le invenzioni e le comodità della civiltà pagana e più si moltiplicano i timori di un avvenire fosco e per nulla promettente. Si grida: "pace, pace" e la pace non c'è. E' così!

       CONGIURA?...
       Stentiamo a credere alle voci che sono andate in giro. Si è parlato nientemeno che di una campagna diffamatoria sul nostro prodotto di uve. Si dice che da qualche delinquente si è sparsa la voce, specie nelle pianure sottostanti, dalla quale negli altri anni, affluivano a Novello i compratori, che la nostra vendemmia era pessima, non matura, ecc., motivo per cui molti compratori non sono saliti quassù e molte nostre uve sono state cedute per forza a prezzo svalutato ai pochi offerenti cui dobbiamo ancora dir grazie di essere venuti. Se tutto questo è vero, come qualificare gli autori di così vigliacca azione a danno di tanti agricoltori che pure, dopo due anni di carestia, avevano diritto ad una giusta mercede? Vigliacchi e danneggiatori sui quali ricade la responsabilità di una così abbietta azione.

       LA NOSTRA COLPA
       Ma anche noi, cari parrocchiani, abbiamo la nostra colpa. Ad ogni vendemmia, da anni in qua, si ripete lo stesso fenomeno: la corsa per l'offerta dietro quei pochi compratori che, pratici del loro mestiere, si mantengono sul chi va là e attendono il momento di svalutare la nostra merce. Perché non andiamo per tempo a cercarci i compratori? Perché la nostra uva di primissima qualità, i nostri dolcetti, le nostre barbere, imbattibili su tutti i mercati, perché devono attendere, povere cenerentole, chi le degna di uno sguardo, mentre in altri paesi, uve assai inferiori alle nostre si vedono oggetto di una caccia a vantaggio del venditore?
       Non basta lamentarci, cari parrocchiani, ma occorre svegliarci e farci conoscere. E lo stesso diciamo della frutta che a Novello è scesa sino a dieci lire il Kg., mentre in città ha prezzi favolosi. Ammettiamo però che la cura della frutta, e sulla pianta e nella raccolta, è ancora cosa sconosciuta da molti.

       EGOISMO...
       Non ultima causa di questo stato di cose e di molte altre è l'egoismo che, come oggi regna un po' dappertutto, non è sconosciuto da noi. Ho sentito parlare di persone che, nella vendita alla rinfusa, hanno dato roba non mercantile o addirittura cacciato in mezzo alle ceste materie «eterogenee», di gara nel rubarsi i clienti, di svalutazione del prodotto altrui per offrire il proprio e infine di una potatura delle viti da stracaricarle di prodotto per modo che, in molte località, non raggiunse la piena maturazione. Roba che per lo più fanno i soli mezzadri disonesti nell'ultimo anno di conduzione.
       Tratta bene se vuoi essere ben trattato, è proverbio vecchio mai smentito.

       LA CONCLUSIONE?...
       Si dice che la storia è maestra della vita e cioè che noi dovremmo imparare dal passato. Purtroppo questo non avviene e neppure la guerra, coi suoi disastri, ha insegnato come si dovrebbe vivere.
       La conclusione di queste poche cose che il Parroco, anche a costo di incontrare critiche, s'è sentito in dovere di dire, è questa: "Date a Cesare ciò che é di Cesare e date a Dio ciò che é di Dio" (Vangelo). Compiamo con esattezza, con generosità, senza egoismi e senza inganni i doveri verso Dio e verso il prossimo, e non avremo a pentirci mai di aver sbagliato.
       In pratica sarà bene tenere presenti le seguenti cose:
        1) Chi può (e sono molti, se non tutti) si attrezzi in modo da poter in caso di abbondanza e di poca ricerca come quest'anno, vinificare tutte o parte delle sue uve. A fare il vino in dette annate non c'è da perdere.
        2) Ogni anno, in prossimità della vendemmia, ognuno cerchi di accaparrarsi i compratori, andando magari a trovarli a casa nelle pianure sottostanti. Chi vuol vendere deve offrire o almeno far sapere che ha roba buona da smerciare. Chi ha fatto così ha venduto bene.
       3) Non credere tanto facilmente e non cooperare alla voce grossa che parla in antecedenza di prezzi favolosi (L. 700-800 al Mg.) ben sapendo che il prodotto di quest’anno non è dei migliori. Tale voce ci ha fatto del danno e molti compratori spaventati non si son fatti vedere.
       E infine segnaliamo con piacere una voce che abbiamo raccolta: - Pare che l’on. Municipio, come primo passo verso il nostro rinnovamento, voglia quanto prima procedere alla provvista di un nuovo PESO PUBBLICO rispondente alle esigenze dei moderni camion e posto in località presso le Scuole per modo di eliminare le noiosissime manovre di oggi. Idea ottima da tutti approvata.

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Alle Madri di famiglia

       In occasione dell’apertura dell’Anno Scolastico fu fatta una speciale raccomandazione alle madri di famiglia di accompagnare alla scuola i loro figli. Un buon numero ha accolto l’invito (un po’ poche per verità) ed il M° Ferrero ed il Parroco hanno colto l’occasione per dire loro una buona parola di esortazione a collaborare cogli Insegnanti e coi Sacerdoti se si vuole che la scuola sia veramente formatrice di anime e di coscienze. La predica, si può dire, si compendia in queste parole: «Famiglia, Scuola e Chiesa devono formare una cosa sola nell’interesse degli scolari. Se uno di questi fattori manca, l’esito della scuola è compromesso, poiché la scuola non deve dare semplice istruzione, ma una soda educazione morale, civile e religiosa». Già ai suoi tempi, il grande pedagogista Nicolò Tommaseo diceva: «La scuola se non è tempio è tana».
        Ora constatiamo un fatto: non possiamo dire che manchi attorno l’opera e l’interessamento degli Insegnanti e dei Sacerdoti. Eppure è comune la lagnanza che forse mai abbiamo avuto degli scolari così discoli, così nervosi, così indolenti, da far cadere le braccia. Quale la causa? Sono i figli della guerra? Forse anche questo contribuisce, ma soprattutto in molti casi manca uno dei tre fattori: la cooperazione della famiglia. Ci sono genitori che in tutto il corso dell’anno non si sono presentati una volta agli Insegnanti od ai Sacerdoti a domandare notizie dei loro figliuoli. E allora? … A voi, cari genitori, un po’ di esame di coscienza sulla vostra responsabilità ed il proposito di interessarvi di più dei vostri figli scolari.

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Le nostre feste

       LUIGINI E FIGLIE DI MARIA
       Hanno celebrato la Festa della loro Compagnia rispettivamente le domeniche 30 Agosto e 6 Settembre. Il triduo però fu fatto nei giorni 27-28-29 Agosto dal bravo predicatore D. Boffa Francesco di Neive che parlò alle ore 16 alle Figlie ed a notte ai giovani. Il Parroco non fa le solite lamentele che purtroppo non giovano, ma non può fare a meno di dire che, specie dai giovani, si aspettava di più. Un buon numero non s’è fatto vedere per niente; altri si sono limitati a venire ai Sacramenti la domenica mattina. No, cari giovani, non è semplicemente la comparsa (peggio se l’assenza) che basti per dire di essere buoni e veri Luigini. Avete bisogno di istruzione soda, specie religiosa, per prepararvi all’avvenire che vi attende e che può darvi delle terribili delusioni. Un bravo giovane ed una brava ragazza si conoscono in chiesa ed è solo su d’una sufficiente istruzione religiosa accompagnata da una vita seria e divota che si fondano le vere famiglie, speranza della Chiesa e della Patria. Credere che il matrimonio sia un giuoco o che vi cambi d’un colpo la testa è spaventevole illusione.
        Meritano una parola di lode i Priori delle due Compagnie Sig.ri Vietti Diego dei Luigini e Giachino Maria per le Figlie, per l’impegno posto durante l’anno coll’intervento alle Processioni, alle Sepolture e la cura dell’altare delle Figlie al quale non mancarono mai i fiori freschi. Alla Priora in modo speciale che un ostinato malanno privò della gioia della Festa vadano i migliori auguri e le preghiere delle Consorelle.
        A Sottopriori delle Compagnie furono chiamati per elezione i giovani Passone Cesare per i Luigini e la sig.na Cogno Franca per le Figlie. Entrano Priori per l’anno in corso il giovane Marengo Franco dei Ciochini per i Luigini e la sig.na Pirra Maria Angiola per le Figlie. Auguri a tutti di buon Priorato.

       S. MICHELE ARCANGELO
        E’ il Patrono, il Titolare della nostra Parrocchia e ne abbiamo celebrata la festa, preceduta dalla novena, la domenica 4 Ottobre. La coincidenza della vendemmia, disturbata dal cattivo tempo, ha diminuito la solennità. Tuttavia un buon numero di uomini s’è accostato alla Comunione ed ha accompagnato la Processione nella quale per la prima volta fecero scorta all’artistica statua i Priori di S. Michele, Coniugi Ferrero M° Michele e Grisotto M.a Margherita, che fecero pure alla Chiesa il munifico regalo di L. 10.000. Anche la Cantoria maschile con sacrificio s’è trovata puntuale per il canto di Messa grande.
        A nuovi Priori furono chiamati i Coniugi Cav. Anselma pasquale e Cogno Metilde. E fa piacere constatare che l’iniziativa (veramente un po’ tardiva) di dare anche a S. Michele i suoi Priori ha incontrato il favore della popolazione e dà speranza che d’ora in avanti l’onorifico incarico sarà accettato con piacere e riconoscenza da quelle famiglie che vi saranno chiamate. E siano espressi i migliori sensi di riconoscenza a chi va ed i più fervidi auguri a chi viene.

       I SANTI ED I MORTI
        Per la festa dei Santi e Commemorazione dei Morti avevamo in progetto una simpatica funzione. Si intendeva, se era possibile, rimandare le SS. Quarantore ai giorni 1-2-3 di Novembre e chiudere il giorno 4 colla solenne commemorazione dei Caduti nelle diverse guerre e dei Dispersi in Russia e altrove, unendo alle SS. Quarantore un triduo ai militari da tenersi a notte. Avevo invitato per questo un bravo Predicatore, ex-Cappellano degli Alpini, che parla tanto volentieri e con tanta efficacia ai soldati. Purtroppo l’invito non è stato dei primi ed il bravo Cappellano mi risponde che è impossibile. Si aggiunge a questo l’intenso, noioso e fastidioso lavoro della vendemmia e delle semine per cui la locale «Unione Combattenti» può recare poco aiuto per l’organizzazione della cerimonia che avrebbe tra l’altro compresa la solenne consegna delle Croci di Guerra alle famiglie interessate. Pazienza! Resto ancora in attesa per altri inviti diramati e si farà tutto ciò che si potrà.

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Le giornate della carità

       PRO SEMINARIO
        S. E. il Vescovo la raccomanda quest’anno in modo speciale. Il Seminario è il primo benefattore delle Parrocchie nel senso che provvede i Sacerdoti di cui i paesi non possono fare a meno. Oggi poi in Seminario si sono iniziati lavori di sistemazione e di migliorie resi necessari dalle esigenze dell’igiene, del riscaldamento, ecc. Perché i nostri giovani possano attendere con frutto alla loro formazione intellettuale, fisica e morale occorre che il Seminario offra loro un posto accogliente, con almeno quelle comodità di cui nessun collegio oggi più difetta. E per questo ci vogliono fondi e fondi. E da chi li deve attendere questi mezzi il Seminario se non dai diocesani? Pertanto speriamo che quest’anno la giornata pro Seminario sia più redditizia che per il passato. L’Azione Cattolica tutta deve essere impegnata; anzi si dovrebbe arrivare a dare, se non come è fatto caloroso invito, L. 100 per individuo, almeno tale somma ed anche più per ogni famiglia. Per i benefattori noi Sacerdoti della Parrocchia siamo disposti ad applicare una Messa al mese pubblicandola.

       PER LE MISSIONI
        Purtroppo questo apostolato non è ancor troppo sentito in Parrocchia. Paesi assai più piccoli del nostro, parrocchiette che non stanno alla pari colla nostra ci bagnano il naso in offerte e preghiere. Se pensiamo, cari parrocchiani, che ci sono paesi ove si muore di fame, perché la miseria e la barbarie pagana e bolscevica fanno rivivere i tempi della più dura schiavitù (ho letto su una rivista missionaria che in India nel 1952 sono morte di fame circa 150 mila persone); se pensiamo alla nostra condizione privilegiata non ostante tutto, non possiamo e non dobbiamo negare il nostro obolo per la salvezza di creature che dopo tutto hanno i diritti alla vita che abbiamo noi e che non sono responsabili del loro misero stato. Aiutiamo i Missionari a salvarli.

       PER IL COTTOLENGO
        Anche questa provvidenziale istituzione domanda il nostro aiuto. Parlo della casa di Alba che ha continuamente qualcuno della nostra parrocchia. Oggi vi è ricoverato da tempo il vecchio Rinaldi Giovanni per il quale il Parroco ha promesso di offrire L. 50 mila, e ne ha già date buona parte coll’aiuto dell’E. C. A. A giorni speriamo vi sia accettata la povera vecchia Fino Lucia per la quale occorrerà pagare altra notevole somma. Ed è giusto, perché i poveri del Cottolengo non vivono di aria e il Cottolengo di Alba sta incontrando gravi spese per notevoli restauri e ampliamenti. Ho promesso che avrei dato quanto è possibile anche in natura. Per questo vorrei fare invito a buone persone del Paese e delle Borgate a voler compiere l’opera buona di una colletta presso le famiglie. Tutto è accettato: grano, meliga, cereali vari, denaro, vesti e indumenti usati, ecc. Il Parroco farà pure la sua parte, ma non può far tutto. Diamo per i poveri nostri.

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Noi ed i nostri morti

       In troppe famiglie non c’è un’idea esatta e cristiana dei rapporti che devono passare tra noi ed i nostri morti. Ed è per questo che credo mio dovere mettere sotto gli occhi a tutti quel minimum di doveri che importa la scomparsa di uno dei nostri cari:

!° LA SEPOLTURA
        Eccetto pochissimi casi, da noi le sepolture vengono fatte con decoro e a volte anche con troppa spesa, specie nei riguardi della vettura che sovente risulta sproporzionata alla classe della sepoltura. Se posso dare un consiglio in proposito dirò che è tanto cristiano ed umano che i nostri morti siano portati dai parenti o amici in spalla rendendo così il feretro visibile a tutti quasi a modo di trionfo.
        Se fosse possibile, abolire i fiori e sostituirli, come lodevolmente si fa in tante parrocchie, con opere di beneficenza o di suffragio. Se poi proprio non si può, specie nei riguardi dei forestieri, non gettare i fiori, che per lo più costano assai, sulla fossa a marcire o ad appassire, ma regalarli alla Chiesa.

2° I SUFFRAGI
        Capita purtroppo sovente che fatta la sepoltura il morto viene quasi del tutto dimenticato. Il Funerale o almeno la Messa di Trigesima (la Messa di settima è compresa nella spesa della sepoltura) non dovrebbe mai essere omesso e sarà bene sia della stessa classe della sepoltura.

3° MESSE
        Nel primo anno dovrebbero essere numerose: settimanali o almeno mensili. Se il nostro Morto ci chiamasse appena quanto spendeva alla settimana in tabacco, chi oserebbe negarglielo? Il numero potrà gradatamente diminuire negli anni seguenti, ma limitarci fin dal secondo o terzo anno al solo anniversario è troppo poco. E’ un torto che facciamo ai nostri Morti.

4° L’ANNIVERSARIO
        In molte parrocchie l’Anniversario vede, almeno nei primi anni, non una semplice Messa ma un Funerale di 1.a o 2.a classe. La Messa cantata non dovrebbe mancare mai e per molti anni. E anche qui se posso dare un consiglio direi ai figli e alle figlie di non lasciar passare senza Messa l’Anniversario dei Genitori e ciò per tutto il tempo della loro vita. I loro figli faranno altrettanto.
        Pare poi superfluo raccomandare di assistere alla Messa celebrata pei nostri Morti. E chi ci ha da venire se non ci sono neppure i parenti più prossimi? Eppure sovente accade che non sono in Chiesa neppure i figliuoli!

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E per la Chiesa?

       Certo non va dimenticata. Tempi addietro (vi ricordate?) facevamo la festa della Riconoscenza. Le due annate trascorse ci hanno consigliato di tacere. Quest’anno però, se vogliamo essere sinceri, tra grano, fieno, meliga, verdura, frutta, ecc. abbiamo raccolto il doppio del normale.
       Diciamo grazie a Dio, ma insieme ricordiamo che non bastano le parole. La Chiesa abbisogna ancora di tante cose ed ha delle spese gravi da sostenere. Facciamo la nostra offerta che dica la nostra riconoscenza e insieme non obblighi il Signore a pagarsi da sé.

LE OFFERTE

PER LA CHIESA
       Frat. Roggia (Ermiglione) in occ. Dell80° anno del padre Giuseppe L. 1500 – Stra Lucia (in occ. matrim.) 500 - Montanaro Lorenzo (in occ. battes.) 1000 – Vietti Diego (Priore Luigini) 4000 – Tarditi Antonietta (in occ. Matrim.) 1000 – Manzone Severina (in occ. Matrim.) 500 – Fam. di fu Iberti Giuseppe (in suffr.) 1000 – Tarditi Luigi (in occ. Batt.) 500 – Con. Ferrero-Grisotto (Priori di S. Michele) L. 5000 – Mascarello Gius. (in occ. battes.) 500 – Totale entrate bimestre Lire 15.500.
       Spese nel bimestre: Al Sacrestano Lire 11.000 – Per lavori Battistero 50.000 – Per tegole al tetto della Chiesa 20.000 – Spese varie 750 – Per luce 890 – Per riparazione grondaie 13.000 – Totale spese L. 95.640.

PER IL BOLLETTINO
       Macario Mario L. 500 – Alessandria Matteo 500 (e olio per lampada) – Iberti Giovanni 500 – Taricco Teresa fu Luigi (olio pr lampada) – Frat. Protto (Lovera) 700 – Cav. Anselma 500 – Basso Domenica ved. 500 – Civallero Giuseppe 100 – Tarditi G. B. 100 - Paglietti Massimo 100 – Con. Meraviglia-Tarditi 1000 – Con. Saputo (Torino) 700 – Con. Passone (Torino) 500 – Tarditi Angelo (Cuneo) 200 – Marengo Angela (Torino) 1000 – Borio Francesco 200 – Fam. Fu Iberti Giuseppe 500 – Con. Borletto-Stra (Torino) 1000 – Manzone Francesco (Settimo Tor.) 1000 – Tersilla Abrate ved. Milanese (Torino) 400 – Vietto Clemente 500 – Mascarello Giuseppe di Gugl. 200.

PER LE OPERE PARROCCHIALI
       Con. Ferrero-Grisotto 5000 – Con Meraviglia-Tarditi in occ. 1.a Com. del figlio 2000 – Con. Passone (Torino) 200.
       PER BERGERA: Cav. Anselma L. 500.
       PER L’ASILO: Cassa di Risparmio di Alba 1500.
       PER BORSA DI STUDIO: Zelatr. S. Cuore 500 – Donne di A. C. 2315.
       PER S: GRATO: Con. Borletto-Stra lire 5000.

Anniversari di Novembre e Dicembre

       1952: Pavia Giuseppe, 18 novembre.
       1950: Galvagno G. Battista, 27 dicembre.
       1949: Musso Giuseppe, 25 novembre – Conterno-Marengo Angiolina, 28 novembre.
       1947: Cane-Rovella Lucia, 9 novembre – Tarditi-Settimo Isabella, 3 dicembre.
       1946: Viglione Giovanni, 23 novembre.
       1945: Prandi-Marengo Margherita, 25 novembre – Montagnoni Maria Grazia, 11 novembre – Scotto Michele, 23 novembre – Saccato Guglielmo, 18 dicembre – Borio Giovanni, 26 dicembre – Saccato-Mosca Luigia, 20 dicembre – Tarditi Giov. Batt. 26 dicembre.
       1944: Borio-Pressenda Maddalena, 25 dicembre – Bocca Franco, 2 novembre – Bosio Amedeo, 2 novembre – Costa Pietro, 22 dicembre – Finelli-Roggia Giovanna, 25 dicembre – Gioffredo-Sangiano Marianna, 16 dicembre – Marengo-Alessandria Maria, 30 dicembre – Sobrero Giuseppe, 27 dicembre – Vivalda Elio, 27 novembre.
       1943: Albarello-Tarditi Maddalena, 26 novembre – Torre Bartolomeo, 27 novembre – Baroero-Passone Anna 7 dicembre – Taricco Giuseppe, 23 dicembre – Zanette Antonio, 27 dicembre.

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