IL DANNO E LA BEFFA
In
quest'ultimo mese abbiamo letto espressioni gongolanti di gioia da parte della
Lega, perché un terzo (ripeto un terzo) dei posti disponibili per il ruolo dei
docenti sarà assegnato secondo la graduatoria ad esaurimento così come era
prima dell'inserimento a pettine della valanga di extraprovinciali.
Che cosa
c'è da gioire? C'è da piangere, perché i due terzi dei posti, che moralmente
toccavano agli inclusi nella graduatoria provinciale ad esaurimento così come
formulata precedentemente, saranno assegnati secondo la graduatoria derivante
dal famigerato pettine. I precari del primo terzo sarebbero comunque andati a
posto, perché, anche se scavalcati da qualcuno, sarebbero in ogni caso rimasti
fra i papabili. Allora, dov’è la vittoria?
O non
hanno capito niente o prendono per stupidi le decine di migliaia di docenti a
suo tempo iscritti nella graduatoria ad esaurimento. Non si sono accorti
dell'abilità con cui i giudici hanno gestito la situazione.
Mi
sbaglio, o la legge n. 296 del 27/12/2006, alla lettera c) del comma 605
dell'art. 1, Diceva: "Con effetto dalla data di entrata in vigore della
presente legge le graduatorie permanenti di cui all'articolo 1 del
decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge
4 giugno 2004, n. 143, sono trasformate in graduatorie ad esaurimento"?
La
parola esaurimento che cosa significa? Semplicemente che quella graduatoria
(ripeto QUELLA) va esaurita.
Ma i
furbi extraprovinciali – o “furbetti della cattedra”, come li definì qualcuno -
sono corsi ai ripari, facendo in modo che la graduatoria ad esaurimento non si
possa esaurire se non dopo il loro inserimento. A pettine, naturalmente, anche
se in passato i trasferimenti erano sempre avvenuti in coda, senza che la
cosiddetta Suprema Corte battesse ciglio.
Ora, è
uscito l'ultimo Decreto Ministeriale. il n. 44 del 12 Maggio 2011, che, fra l'altro,
dice: "VISTA la legge n. 296, del 27/12/2006 ed in particolare l’art.
1, comma 605, lettera c), che ha trasformato le graduatorie permanenti di cui
all'articolo 1 del decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 143 del 4 giugno 2004, in graduatorie ad
esaurimento", smentendosi subito dopo, quando cita norme per cui non
sono ad esaurimento nemmeno un po', o meglio, lo saranno solo dopo
l'inserimento degli extraprovinciali. Sempre a pettine, naturalmente.
Però, con
notevole ipocrisia, dice: vedete che ho le mani legate? La Suprema Corte mi
dice come devo fare ed io devo obbedire! La motivazione della Suprema Corte mi
dice che “l’assenza di una esplicita scelta di campo del legislatore tesa a
confermare la valenza giuridica delle graduatorie ad esaurimento non implica ex
se l’immobilità e/o la cristallizzazione di queste ultime e che non sono dunque
ipotizzabili preclusioni di mobilità, anche territoriale nell’ambito delle
distinte graduatorie".
Parole
difficili? Però il concetto è chiaro: la graduatoria nata provinciale è
diventata in pratica nazionale; il punteggio vale dovunque e dovunque
conseguito; gonzi quei Provveditorati che hanno agito con serio rigore, come si
converrebbe a chi si occupa di scuola.
Poi, è stata
sbandierata l’immissione in ruolo della maggior parte dei precari abilitati. Ma
che cosa sbandierano? Faccio un esempio. A Cuneo c’è una graduatoria con 61
abilitati (ripeto, abilitati); la prendo ad esempio, perché rispecchia la media
generale. Ebbene, su 61 la Lega
gongola perché ne saranno immessi in ruolo 2, ripeto 2, ed in due anni.
Allora,
che c'è da gioire? C'è da vergognarsi, perché al danno per decine di migliaia
di precari abilitati buttati sul lastrico, si aggiunge la beffa del gongolamento
degli intelligentoni leghisti.
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