INSENSIBILITA' e PAURA (Aprile 2013)

      Insensibilità.
      Il mio appello - rivolto per iscritto anche al Ministero dell'Istruzione - è caduto nel vuoto. Come noto, le prove scritte del concorso furono rinviate, limitatamente ai primi due giorni, a causa della neve (si dice). E' altrettanto noto che ciò generò qualche equivoco, inducendo alcuni (pochi, pochissimi!) candidati a non presentarsi negli altri giorni, interpretando il rinvio uguale per tutti, senza contare che, in certe località, vi fu più difficoltà di transito il mercoledì che non il lunedì ed il martedì.
      Come si fa per gli ammalati negli esami di maturità, si poteva - senza difficoltà e senza eccessiva spesa, come suggerito - indire una sessione suppletiva. Bastava una per Regione, con una sola aula. Sarebbe utile conoscere se il non averlo fatto è indice di semplice pigrizia o di insensibilità.
      E' solo per pigrizia o insensibilità che non ci fu alcuna opposizione alla decisione del solito TAR - stimolata dal solito sindacato (quello, non tutti) - con cui si ammisero alle prove successive anche parecchi bocciati alla prima prova? Tanto, non è la qualità della scuola che conta...

Paura.
      Presto cambieremo ministro. Io avevo riposto tante speranze nel Profumo, speranze mal ripagate. Quando, poi, all'insegna del risparmio, accennò a ridurre il quinquennio delle secondarie di 2° grado ad un quadriennio, mi spaventai. Lui, il Profumo, dice che è per allinearci alle altre scuole europee. Se così fosse, i nostri ragazzi dovrebbero svettare in cima a tutte le graduatorie durante le prove comparative fra gli studenti europei, il che non avviene. Semplicemente, il Profumo non tiene conto della diversa struttura scolastica italiana, non sempre comparabile con altri stati.
      Ridurre gli anni da cinque a quattro? Certo che così si risparmierebbe, ma, con lo stesso criterio, si potrebbe risparmiare sulle carceri chiudendole del tutto, o sulle pensioni concedendole solo dopo gli 80 anni, o sugli ospedali praticando l'eutanasia di massa.
      Nell'idea del Profumo non si vede nessuna idea di vera riforma della scuola: sotto il progetto di portare la maturità a 18 anni, il Profumo ha proposto ben tre alternative, per lui indifferenti, ma assolutamente in contrasto con un piano organico ragionato: cominciare le elementari a 5 anni; ridurre di un anno le medie; ridurre di un anno le superiori. L'importante è risparmiare, con la scusa di finire prima.
      Le tre ipotesi sono talmente diverse tra loro che è veramente surreale che gli siano indifferenti. O, meglio, sono indifferenti per chi sia di un'incompetenza assoluta...
      Allora? Promoveatur ut amoveatur: mandiamolo, lautamente pagato, a dirigere qualche Università o qualche prestigioso Centro di Ricerca...
      In questi ultimi giorni, pare che il Ministro sia stato preso da una frenesia indescrivibile: sta firmando l'inverosimile prima di mollare il posto. L'ultima cosa è l'obbligo di adottare libri digitali o semidigitali e il divieto di far adottare quelli solo cartacei dal 2014/15. Se resta in carica ancora un paio di settimane saprà sorprenderci con effetti speciali, come non faceva quella marca di televisori vent'anni fa.
      Mi auguro che il futuro ministro non sia un Magnifico Rettore (nemmeno ex) imbottito di tecnologia, ma sia persona colta, che ha plasmato generazioni, che conosce la forza formativa della scuola, specie della secondaria, che ne conosce le caratteristiche, le difficoltà, i problemi: primo, fra tutti, quello degli abilitati precari, da sistemare al più presto, con l'impegno - una volta smaltito l'arretrato - di abolire la famigerata abilitazione, limitando le assunzioni al puro concorso per posti numericamente preindicati.
      Più ci ripenso e più l'ipotesi della riduzione da quinquennio a quadriennio, così come prospettata, mi fa paura, mi fa pensare al rogo dei libri a Berlino di 70 anni fa.

      

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