Profumo4

Profumo4

NON CRESCE (Aprile 2012)

            Ottimo manager, ottimo organizzatore, ottimo conoscitore delle regole di mercato, ottimo illustratore della sua merce: è il ministro Profumo. Ma la qualità della scuola non cresce.

            Si era parlato di nuovi concorsi per i docenti. Tremai, perché vidi tanto entusiasmo e tanta fiducia. Secondo il mio solito, mi dissi: leggiamo prima il bando, poi sediamoci e ragioniamo. Poi, l’idea del concorso è stata scartata.

            Si disse che serve a sistemare i giovani. Primo dubbio: ma il fine della Scuola non è la formazione della personalità dell'individuo ed il suo accrescimento critico? Non è che, dicendo che serve a sistemare i giovani, si riduce la Scuola ad ufficio di collocamento, snaturandone il compito?

            Secondo dubbio: perché sistemare i giovani e non i "vecchi" che il concorso già l'hanno superato e da tempo sono abilitati, come propone l'ex ministro Fioroni? Vedremo.

            Lessi che il concorso, per le classi di concorso non esaurite,  dovrebbe essere riservato a chi è già abilitato; ciò sarebbe un'ottima cosa, ma, conoscendo i sindacati, ci credo poco.

            Lessi (altra sponda!) che il concorso sarà aperto a tutti, per far emergere i migliori. Buona cosa, se non ottima, a condizione che sia concorso serio.

            Ragioniamo. Il concorso non può essere nazionale, per l'impossibilità di sottoporre centinaia di migliaia di candidati ad un'unica commissione. Quindi, sarà Regionale o Provinciale (ma, probabilmente, Regionale). Allora, chi concorre per una Regione, non deve poter uscire da quella Regione, se non col trasferimento, ovviamente, dopo che sia entrato in ruolo.

            La qualità della Scuola ebbe, nella decorsa legislatura, due mazzate tremende: primo, la riduzione (specie nei Licei) dello studio della storia del pensiero dell'umanità, tarpando le ali ad una preparazione criticamente responsabile dell'individuo. Secondo, il famigerato inserimento a pettine. Già ai miei tempi si poteva trasmigrare da una graduatoria provinciale ad altra, ma sempre in coda, perché è ovvio che i metri non sono uguali dappertutto.

            E non mi limito solo ai voti, ma anche ai titoli. Un esempio: dopo l'inserimento a pettine, mi presi la briga di prendere una graduatoria, spulciare tutti i nuovi inseriti a pettine e controllare se proprio non erano riusciti a fare un po' di servizio. Come si sa, il massimo del punteggio per servizio è 24; ebbene, tutti, ripeto tutti, avevano 24 punti, cioè, avevano prestato il massimo del servizio possibile. Uno (miracolo!) ne aveva addirittura 26. Allora, il cambiare Provincia perché non avevano lavoro non era la verità; o non era verità il lavoro prestato. Questa non è roba da Uffici Scolastici o Provinciali, ma da Guardia di Finanza o giù di lì.

        La stranezza è che questa seconda mazzata, che lasciò a spasso decine di migliaia di precari del Nord (ma anche del Centro), avvenne con la Lega al Governo, il che colpisce. Ma di ciò già parlai altrove. Mi si dirà che, col decreto milleproroghe di due anni fa, il Governo (ministro Gelmini) tentò di salvare i precari del Nord, ma che il decreto fu bocciato da Napolitano proprio su quel punto. E' vero, ma, di fronte al Colle, m'inchino e basta. Idem di fronte alla Consulta. M'inchino di meno di fronte ai politici a cui scrissi che ciò sarebbe avvenuto e suggerii il modo di evitarlo. Ma non lo fecero.

            Tornando al concorso, se si vuole servire la Scuola, bisogna che il concorso sia:

1) per soli esami e titoli di studio rilasciati da Università. Al massimo, anche il servizio, purché prestato esclusivamente in scuole statali e nella classe di concorso per cui si concorre. Se si valutano anche i titoli ed i servizi privati, la famiglia, eccetera, siamo daccapo. Che il servizio prestato sia controllato (registro di classe, programma, pagamento dei contributi, orario, testimoni, eccetera).

2) esclusivo per la Regione (o Provincia) per cui si partecipa, senza possibilità di ottenere 110/110 a Quelpaese e andare a farlo valere a Torino o a Cuneo.

            Qualcuno dirà che sono crudele, ma dobbiamo ragionare sulla realtà, non sulle costruzioni teoriche del TAR Lazio o enti simili. Parecchi anni fa, ero amministratore in un piccolo comune, che bandì un concorso per capo tecnico comunale (unico tecnico comunale). La paga era poca e gli extra nessuno, perciò non si trovavano partecipanti. Ne convincemmo uno, bravo e capace, che, sia pure poco convinto ma per deferenza, partecipò. La commissione esaminatrice gli diede tutto il punteggio possibile, tanto era l'unico e bravo. Al vincitore non venne nemmeno in mente di dire: ora, con questo punteggio, voglio andare a fare il capo tecnico comunale a Cuneo o a Torino. Però, nella Scuola, è avvenuto così.

            Concludo: aspettiamo il bando, poi, sediamoci e ragioniamo. Soprattutto, ragionino i sindacati locali, che hanno e avranno non poca responsabilità nelle vicende dei precari del Nord. E che Dio ce la mandi buona, soprattutto per i nostri nipoti, vittime incolpevoli di una poco raccomandabile gestione centrale della Scuola.

Indietro
Pagina successiva
torna all'indice
Torna a AVE MARISTELLA