Gianni Magliano

RAPPORTO A SAN PIETRO - 1^ parte

Dalla Sacra Bibbia Vulgata nella traduzione di Re Giacomo:

Levitico - 25.10

E dovrete santificare il cinquantesimo anno. Esso diverrà per voi un Giubileo.
Proverbi - 17.17
Il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando c 'è angustia.

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Vostra Santità, mi pregio sottoporLe la stesura del rapporto richiesto dal FIGLIO.

Ho creduto opportuno far precedere il Rapporto dall'elenco dei nominativi formanti il particolare Gruppo oggetto della richiesta. Seguiranno dettagliate e, sino a dove sarà possibile, documentate schede per ciascun nominativo.

Nella speranza di averLe fatto cosa grata in conformità a quanto da LUI desiderato, porgo i più distinti omaggi.

Gabriele Arc.

P.S. Mi sono permesso di servirmi anche del supporto cartaceo, in vista del necessario inoltro sull'Olimpo.

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L'Olimpo, che seccatura! (dico questo molto, ma molto sottovoce). Infatti dal momento in cui la MADRE fu corporalmente assunta in cielo (l'Assunzione si è realizzata a partire dal primo novembre 1950 - Festum sanctorum omnium - ad opera di Papa Pacelli), si produsse una affannosa ricerca del Luogo. Un corpo non immateriale, infatti, presenta la necessità assoluta di un Luogo di residenza e di soggiorno.

Fu il PADRE, che sempre seguì le vicende terrene della Madre e del Figlio con animosa condiscendenza, soffusa di una lievissima invidia, a individuare immediatamente il sito, il Rifugio degli Dei Greci in esilio: l'Olimpo.

In origine si trattava di poco più di una parasanga quadrata1: era, infatti, l'Olimpo greco, il cui lato sud forma la frontiera della Tessaglia, mentre la sua base settentrionale cinge le pianure della Macedonia, ed appunto per ciò appellasi monte tessalico e macedone (Strabone - VII - pag. 329).

1Denominasi parasanga la misura itinerante degli antichi greci, corrispondente alla distanza che un oplita, carico di tutte le carabattole proprie della fanteria pesante, riesce a percorrere dall'alba al tramonto. Nei casi migliori, trattasi di circa trenta chilometri.

Sulla cima del monte sorgeva una cittadella, residenza di Zeus; essa veniva rallegrata dall'apparizione di tutti gli altri Dei, che si riunivano periodicamente a consiglio per decidere delle sorti degli uomini. I venti, la pioggia, le nevi ed i lupi non osavano approssimarsi alla vetta, soggiorno di un'eterna primavera.

A questo appezzamento JAHWEH, che oltre ad essere un abilissimo immobiliarista era anche un urbanista al di sopra della media (vedere, per tutte, Gerico e Gerusalemme), aggiunse in un Amen l'Olimpo della Laconia presso Sellasia, l'Olimpo dell'Elide sovrastante la città di Olimpia, l'Olimpo della Misia che divide la Frigia dalla Bitinia, l'Olimpo della Galazia e quello della Licia; infine, per buona misura, raggiunse i confratelli l'Olimpo Ciprio.

Si era così passati a un numero più che rispettabile di parasanghe quadrate, dove Maria avrebbe avuto una degna e confortevole dimora. E così accadde nel tempo di un secondo Amen.

C'era posto per tutti: gli Dei Greci, ormai in esilio da quasi due millenni, avevano la loro cittadella, i loro templi, i loro portici dipinti per le passeggiate, che si snodavano sereni attorno al monumento all'imperatore Flavio Claudio Giuliano (331-363), restauratore (pro tempore) del loro culto.

Maria abitava una sobria villa ellenistica all'altezza del suo rango di Signora dell'alta borghesia palestinese, sufficientemente ampia per accogliere la numerosa schiera di Troni e Dominazioni di servizio, e il Figlio, quando la veniva a salutare e riverire nelle Sue Umane Sembianze.

L'unico motivo d'attrito, se di attrito si può parlare, era quando il Figlio, certo in modo assolutamente scherzoso, rievocava le nozze di Cana a spese della piscina olimpionica della comunità olimpica, e Dioniso vi si tuffava con il suo seguito non propriamente ortodosso...

Tra le due realtà abitative sorgeva, dimessa e disabitata, la mastaba dalle pareti affrescate, che Anubi si era fatta costruire nel tentativo di affermare il diritto degli Dei Egizi ad abitare quel luogo deputato alla Divinità. Purtroppo il povero Anubi, assistente del padre Osiride nella psicostasia, aveva dovuto rinunciare prima della seconda settimana di soggiorno: il suo corpo di splendido esemplare d'aristocratico nilotico era sormontato da una testa di sciacallo: l'insieme male si conciliava con una dieta di un luogo di residenza di tipo terrestre.

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Io, Gabriele Arcangelo, mi pregio riportare qui di seguito l'ELENCO richiesto:

1 - ABBATE DAGA Angelo, nato a Genova il 27.09.1934

2 - ALESSANDRIA Giuseppe, nato a Narzole (CN) il 13.07.1932
3 - ARTUSIO Clara, nata a Bra (CN) il 10.03.1933
4 - BALLAIRA Margherita, nata a Cherasco (CN) il 06.06.1933
5 - BODRATO Guido, nato a Monteu Roero (CN) il 27.03.1933
6 - BONAUDI Maria Vittoria, nata a Bra (CN) il 31.08.1933
7 - BOTTA Gian Francesco, nato a Bra (CN) il 1°.09.1933
8 - CANALE Agnese, nata a Cherasco (CN) il 12.04.1933
9 - CIRAVEGNA Maria Pia, nata a Narzole (CN) il 25.04.1933
10 - CRAVERO Caterina, nata a Bra (CN) il 09.03.1934
11 - FERRERO Giovanni, nato a Novello (CN) il 24.10.1933
12 - FRANCO Giovanni Batt., nato a Bra (CN) il 05.12.1932
13 - GALLO Giovanni, nato a Casale Monf.(AT) il 18.08.1932
14 - GUGLIELMINO Lucilla, nata a Monforte d'Alba (CN) il 21.11.1932
15 - MAGLIANO Giovanni Batt., nato a Bra (CN) il 20.10.1933
16 - MAINARDI Guido, nato a Pagazzano (BG) il 07 04 1932
17 - MILANO Ernesto, nato a Farigliano (CN) il 29 05 1933
18 - MORRA Pier Giuseppe, nato a Bra (CN) il 14.09.1934
19 - ROSATI Roberto, nato a Magliano Alpi (CN) il 24.12.1932
20 - TURCO Giancarlo, nato a Mango (CN) il 09.01.1934.

A questo punto, inoltrato l'elenco in molteplici copie, da bravo Arcangelo coscienzioso, ritenni mio dovere esporre una breve descrizione di Bra, dove erano nati ben sette su venti dei compresi nell'elenco stesso, e dove aveva avuto sede l'istituzione che aveva fornito il supporto, il comune amalgama dei venti soggetti sopra anagraficamente individuati.

In un centesimo di secondo un Cherubino dal nome impronunciabile (in tempi un po' più tranquilli forse vi parlerò di codeste Creature) mi posò sulla scrivania un volumetto smilzo, stampato a Torino nel 1928, che titolava: 'Assalto del duca Emanuele Filiberto alla città di Bra'. Autore il prof. Euclide Milano.

Breve descrizione della stessa:

'La' dove la Stura di Demonte, dopo aver traversata con letto largo e profondo la pianura di Cuneo, si unisce col maggior fiume Tanaro, sceso lungo il limite orientale della stessa pianura con molti meandri tra ripe alte e scoscese; dirimpetto alla città di Cherasco, che siede sull'erto sprone collinoso protendentesi tra i due fiumi; e a breve distanza dalla famosa Pollenzo, dove la valle del Tanaro s'insinua a foggia d'imbuto tra le colline delle Langhe e dell'Astigiano, svolgendosi poi come un ampio solco serpeggiante verso Alba e Asti, in un punto, dunque, di grande importanza strategica, che domina da un lato quell'ampia convalle, dall'altro la vasta uniforme pianura da sud a ovest verso l'Alpi lontane, sorge l'industre e popolosa città di Bra'.

Riprendiamo fiato.

Vi descriverò pertanto il mio Essere e la sua posizione nelle Gerarchie Sideree.

Su sette che eravamo, siamo rimasti in tre Arcangeli e sopravanziamo Cherubini e Serafini, nonché Troni e Dominazioni. Siamo insomma il meglio degli eserciti angelici: io Gabriele, affiancato da Michele e Raffaele.

Raffaele è il più modesto, viene nominato in un solo Libro delle Scritture, è stato l'accompagnatore del giovane Tobia e per questo suo compito viene invocato come guida da quanti si pongono in viaggio. Il suo nome in aramaico suona come 'Dio ha guarito'.

Michele è il più 'pompato': antico patrono della sinagoga (sai che meriti!) adesso è riuscito a farsi riconoscere patrono della Chiesa universale, in quanto titolare di un santuario sulla riva europea del Bosforo (Costantino) e di un altro sulla riva asiatica (Giustiniano). In aramaico in compenso il suo nome non significa un bel niente.

Il mio nome invece significa 'colui che sta al cospetto di Dio' oppure 'fortezza di Dio'.

A suo tempo fui inviato al profeta Daniele per spiegargli 'le visioni del montone e del becco ed il mistero delle settanta settimane'. Dopo più di tre millenni posso aver dimenticato che cavolo significasse tutto ciò?

Bene invece mi rammento la missione d'annuncio presso Zaccaria (futura nascita di Giovanni Battista) e quella, sei mesi dopo, presso la Sposa di Giuseppe, a Nazaret (l'Annuncio per antonomasia).

Fui sempre io l'Angelo che apparve a Giuseppe quando pensava nientemeno di abbandonare la Santissima vergine e gli disse di riparare in Egitto con la sua famigliola, mentre era in corso la pulizia etnica di Erode.

Nella Cabala, infatti, sono ricordato come maestro e precettore del patriarca Giuseppe.

Sorpasso inoltre gli angusti confini biblici ed evangelici in cui forzatamente sta rinserrato Michele: i maomettani mi chiamano lo 'spirito fedele' e i persiani, per fortuna soltanto metaforicamente, mi dicono il 'pavone del cielo'.

Chicca finale, nel capitolo secondo del Corano si legge 'Chiunque è nemico di Gabriele, sarà confuso'.

Al termine di queste mie note assolutamente obbiettive voglio soltanto ricordare che ero io (e non certo Michele), in occasione della fuga in Egitto, 'l'Angelo di Elohim che marciava in testa del campo di Israele' (Esodo 14. 19).

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Ritengo d'avere ancora un poco di tempo libero prima di porre mano alle schede individuali del Gruppo. Vi parlerò quindi brevemente dei Cherubini. A differenza degli innocui, anzi piacevoli Serafini (due alucce che contornano un sorridente volto infantile), non vi auguro proprio di avere un faccia a faccia con un cherubino, né di giorno né di notte.

Ma stiamo alla fedele descrizione che ne fa Ezechiele nella sua visione assiro - babilonese (1, 4-25; lO, 1-22).

Gli Esseri che si manifestarono al profeta, nel numero di quattro, avevano quattro ali, due raccolte in alto e due piegate in basso, completamente cosparse d'occhi, così come le ruote splendenti di topazio grazie alle quali i cherubini si muovevano. Sotto le ali spuntavano mani d'uomo, ma i piedi erano di vitello, brillanti, come bronzo levigato. Tutti e quattro poi avevano quattro facce: d'uomo davanti, di leone alla destra, di toro alla sinistra, e d'aquila dietro. Sulle loro teste si poteva scorgere un firmamento splendente come zaffiro.

Per l'obiettività che mi è propria, devo infine confessarvi che i Cherubini possedevano un corpo animalesco 'adatto a essere cavalcato' (v. Genesi e Samuele).

Ma veniamo alla compilazione delle venti schede.

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Ho deciso di presentarle non per ordine alfabetico, ma a seconda dell'appartenenza dell'interessato, in base alla data di nascita, ad una determinata costellazione zodiacale.
Inizierò quindi, come da consolidata tradizione, dal segno dell'ARIETE, e dal sesso femminile, secondo una tradizione ancora più consolidata.

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SCHEDA n. 1

Canale Agnese - conosciuta come Ines Canale.

Di lei si è sempre potuto dire: inesplicabile, inespugnabile, inesauribile, inesausta, inesperta, inesorabile, inesplorata, inestirpabile, inesigibile, inesaudibile, inestimabile, inescusabile, inescogitabile, ineseguibile, inesercitabile, inespiabile, inesplicabile, inesprimibile, inestinguibile, inestricabile, inestensibile, inestrapolabile, inessiccabile persino, ma non certamente inesatta, inespressiva, né tantomeno inesistente!

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SCHEDA n. 2

Bodrato Guido, ai suoi bei tempi si era ribattezzato, letterariamente, Tersite. Voleva impersonare l'antieroe dell'Iliade. Nel corso degli anni, poi, impersonò l'uomo politico positivo e onesto. Fu addirittura inviato, nel pieno del tormentone Tangentopoli, a Milano, a discriminare gli onesti da quelli che onesti proprio non risultavano. Il suo Partito per questo tacitamente e anguillescamente in seguito lo discriminò.
In definitiva è sempre stato Uomo dell'Ariete, tutto d'un pezzo e senza sfumature.

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SCHEDA n.3

Mainardi Guido.Rappresenta l'altra faccia dell'Ariete, è dotato di poco tatto e assai irascibile. Fondamentalmente prosaico, è uomo vitale, dotato di sani appetiti. il lavoro lo ha sempre entusiasmato, lo considera il cardine della sua esistenza, anche se non gli sono mai dispiaciuti periodi di dolce far nulla.
Quando ha perseverato, si è rivelato un valido uomo d'affari.

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TORO

SCHEDA n.4

Ciravegna Maria Pia.La Pia per antonomasia.
Non è l'unica nata a Narzole, ma è l'unica nata sotto la costellazione del Toro.
Bruna dagli splendenti occhi di giaietto, sorriso complice, ha avuto classi e classi ai suoi piedi, insegnante intelligente e dolcissima.
E' paziente, timida e tenace; ha un gusto sicuro per la casa, di cui è un'ottima padrona.
Sempre pronta ad arrossire, è romantica come solo può essere una principessa delle fiabe.

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GEMELLI

SCHEDA n. 5

Ballaira Margherita,detta Ghita o Rita.
Ha sempre posseduto un susseguirsi di pensieri estremamente veloci e una grande capacità di giudizio circa il suo prossimo.
E' stata, infatti, alunna prima e professoressa poi, semplicemente perfetta. Il suo grande acume non l'ha inaridita, e perciò è riuscita a vivere le sue stagioni sempre padrona di sè.
Ottima manovratrice del denaro, è fragile, sottile, e qualche volta ha l'aria patita. Ma la sua debolezza è sempre stata più apparente che reale.

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SCHEDA n. 6

Milano Ernesto,detto Ernestino Milano.
È' sempre stato un simpatico, un estroverso, un intuitivo molto intelligente.
Non è mai stato in tutta la sua via un passionale, ma la sua scorza di diffidenza ha sempre celato un temperamento romantico al di sopra della media.
Ottimista, spiritoso e acuto osservatore, è passato attraverso l'esistenza coltivando un livello d'ambizione che si può definire medio.
Qualcosa d'infantile rimarrà sempre con lui, e sarà sempre una delle sue maggiori attrattive.

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CANCRO

SCHEDA n.7

Abbate Daga Angelo(l'Angelo Ricercatore non è riuscito a rinvenire nessun appellativo significativo).
La nota dominante tutte le età della sua vita è stata, come per Marcel Proust, la ricerca del tempo perduto: ha bisogno di radici, di ancore. Angelo deve sempre costruire l'avvenire su pezzi del passato; nel mosaico della sua esistenza il presente ha sempre contorni sfumati.
Una straordinaria e coerente capacità d'assimilazione ha sovente accompagnato le sue vicende, sia casalinghe che lavorative.
In tutte le fasi delle sue attività, invariabilmente ha avuto la più che lodevole tendenza a costruirsi degli ideali, cui rimanere fedele. Come per il pianoforte, su cui ha costruito negli anni una notevole espressione artistica.

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SCHEDA n.8

Alessandria Giuseppe,detto Pep o Pepon.
In tutta la sua vita è sempre stato un uomo che rende al massimo quando si occupa di un lavoro che coinvolge la sua personalità; deve sentire quello che fa, deve sempre aiutare il prossimo.
La necessità di andare indietro nel tempo è per lui assoluta: il passato significa la felicità, il passato è sempre stato per Pep un fattore psicologico importante: è il suo rifugio, la sua casa, la madre.
Ma la ricerca del tempo perduto non sempre riesce agevole:

'Ma il tempo non concede tregua. Esso non fa eccezioni, e passa inesorabilmente per tutti, in qualsiasi circostanza, senza arrestarsi mai. Anzi, sembra fuggire ancora più in fretta, quando vorremmo tanto che rallentasse la sua corsa per poterne assaporare più a lungo gli attimi felici'.

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SCHEDA n. 9

LEONE

Gallo Giovanni. Leone unico e solo.
Lo Schedario Celeste riporta a suo proposito solamente questo enigmatico versetto:

Quaerens me, sedisti lassus

Redemisti Crucem passus
Tantus labor non sit cassus.

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SCHEDA n. 10

VERGINE

Bonaudi Maria Vittoria,detta Ma o Mavi.
Ma ha sempre avuto la passione del dettaglio, e questo gusto per il particolare le ha formato uno spirito d'osservazione fuori del comune. Poche donne come lei hanno invariabilmente compreso i difetti, le debolezze e anche i punti di forza del suo prossimo.

I suoi amici sono tutti di lunga data, molti ancora quelli legati da vincoli di parentela, perchè i suoi modi riservati e il suo carattere in fondo timido, raramente le hanno permesso di allacciare facilmente nuove amicizie.

Ha il culto del perfezionismo, che ha applicato sia nella cattedra, che nel talamo.

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PAUSA per festeggiare la raggiunta metà delle schede.

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Approfittando della Pausa, apro una parentesi che considero Molto Importante.

Ho appreso in modo assolutamente casuale, per il tramite di un pettegolezzo che fa capo all'Angelo Lavavetri della Gerusalemme Celeste, che il Figlio ha richiesto queste Schede allo scopo di trovare un nucleo omogeneo d'esseri umani adatto alle Sue esigenze. Sta progettando infatti uno dei tanti 'sacrifici' rituali di cui così a lungo si compiacque Suo Padre, quando ancora si trovava a soggiornare nel culmine della Fase Veterotestamentaria.

Non appena ebbi un'autorevole conferma del Progetto (fontem non datur), emanai immediatamente una Circolare Urgente agli Angeli Custodi di tutti gli interessati:

"Memento! Anche se il Motto della Vostra Angelica corporazione suona così: 'Eorum protectione ab hostium iugiter liberemur insidiis, et contra omnia adversa muniamur' siete vivamente pregati di non mettere al corrente i vostri Protetti del destino che incombe su di loro, neanche in modo indiretto, né tanto meno ricorrendo a Premonizioni, che sappiamo tutti essere Fonte d'ogni turbamento. Grazie!"

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