(sonoro)

CARI AMICI DEL VIDES,

un saluto cordialissimo in occasione della vostra festa. Il Signore benedica la vostra preziosa e generosa attività e vi doni occhi nuovi per riconoscerlo nelle persone che servite.

Attualmente, sono a Taiwan, che non è propriamente un paese in via di sviluppo, ma è certamente terra di missione. L’Ispettoria salesiana cinese comprende Hong Kong, Macao, Taiwan e la Cina continentale. I primi tre paesi hanno il reddito pro capite tra i più alti del mondo; il quarto è un po’ più terzo mondo, ma non si può dire a voce alta. Tantomeno si può parlare pubblicamente delle attività che i Salesiani vi svolgono, poiché è ostinatamente avverso alla Chiesa.

Qui a Taiwan sto studiando il cinese, sia come lingua sia come cultura. Sono ormai quasi due anni, e ce ne vorrà ancora un terzo prima che possa cominciare a lavorare usando la lingua del posto. Poi, mi dicono che ci vogliono almeno cinque anni per poter leggere e scrivere. Insomma, in questo paese dalle tradizioni millenarie, tutto è al rallentatore, anche l’inserimento dei missionari.

Quello che sto scoprendo, e non Io dico solo per la "D" di VIDES, è che le donne sono molto più internazionali degli uomini. Sto facendo l’esperienza di come la cultura, intesa come insieme di tradizioni, costumi e comportamenti che determinano l’identità di un popolo, possa anche essere il modo migliore per difendersi dalle intrusioni degli stranieri, dei diversi. Quello che vivete in Italia con gli extracomunitari, io lo vivo qui da extracomunitario: la fatica di inserirsi, di comunicare, di essere accettato, di lavorare insieme. La Cina è sempre stata radicalmente chiusa ad ogni contatto con l’esterno, e le differenze tra il mondo orientale e quello occidentale richiederebbero più spazio di una lettera di saluto. Il punto è che le donne, anche cinesi, sono molto meno rigide nella difesa dell’assolutismo culturale, molto più disponibili ad accettare qualunque idea positiva provenga dall’estero (vedi, ad esempio, l’internazionalità della moda, della musica e... delle ricette), molto meno campaniliste.

Me ne accorgo soprattutto lavorando alla domenica con i nostri parrocchiani di lingua inglese (filippini, americani e altri stranieri vari: francesi, inglesi, sudamericani, canadesi, ecc.). Le donne hanno molta più facilità a mischiarsi, a chiacchierare senza preoccuparsi del passaporto dell’interlocutore.

Siamo nell’era della globalizzazione. Solo chi non usa la cultura come maschera, o come arma, può indirizzare la storia in senso positivo.

Ciao!

don Michele

La foto: La macchina da "faccia" è così larga che l'autista può rilassarsi facendo yoga nel cofano.

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