CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA (Settembre 2014)

 

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Qualche mese fa, Ti parlai degli Africani (in genere, col pizzetto) che fanno la questua in determinati punti della città, in particolare davanti ad alcuni supermercati.
      Ormai, è appurato - per schietta testimonianza di uno di loro, che si confidava con una signora benefattrice - che fanno parte di una organizzazione mafiosa che agisce su larga scala. Sono associati fra di loro agli ordini dei capi, vengono ogni giorno da Torino in treno, hanno il posto fissato dal loro boss, non permettono ad altri questuanti di affiancarsi a loro, cambiano ogni quindicina perché cambiano lavoro. Il chiacchierone spiegava che i lavori sono diversi, senza precisare. Ma Tu, caro Beato, puoi capire quali siano gli altri lavori: spaccio di droga, controllo sulle prostitute affidategli e nel luogo prestabilito (anche qui, con esclusione di "lavoratrici" private), riscossione pizzo da certi piccoli rivenditori di colore.
      Insomma: attività mafiosa vera e propria.
      Sai che cosa mi ha colpito? Quanti Cuneesi collaborano a detta attività. Ogni pseudoelemosina fatta a costoro si può tranquillamente definire CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA.
      Pensa un po', caro Beato; i Cuneesi, oltre a preferire i gatti alle opere missionarie garantite, si dilettano, col proprio obolo (vero e proprio contributo), a contribuire, senza farne parte, alla predetta associazione mafiosa.
      Caro Beato, che ne dici? "Che lo fanno in buona fede!", mi risponderai. Lo so e, per salvarsi l'anima, non rimane loro che l'ottavo Sacramento: l'ignoranza. Ma Tu sai, caro Beato, che il Tuo diritto, il diritto canonico di cui eri dotto interprete, non accetta come scusante l'ignoranza colpevole, cioè, l'ignorare qualcosa che, come quel tipo di accattonaggio, non è affatto mendicità, ma palese e lucrosa attività commerciale e, spesso, criminosa.
      Tu, quando vedi un Cuneese che getta la moneta nel cappello di quei finti questuanti, pensi come penso io: ecco un altro colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa.
      Così va il mondo, caro Beato, anche a Cuneo. E le stelle stanno a guardare (almeno, quelle sul bavero o sulle spalline...).

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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