LA COCCIUTA 2 (Febbraio 2017)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Non accusarmi di deformazione professionale,ma continuo a giudicare i nostri governanti locali misurando quanto di educativo ci sia nei loro vari comportamenti amministrativi. Perciò, ripeto quasi alla lettera ciò che scrissi ad Ottobre.
      Comprendo anche la loro frenesia nel rimpinguare, comunque, le casse comunali, ma non giustifico il poco conto che tengono dell'aspetto educativo. Tu, caro Beato, che ne dici?
      Torno un momento sui problemi dei comportamenti stradali. Si multa il parcheggio fuori riga, perché è facile multare e rende; non si multa ciò che succede alla pluricitata e fotografata rotonda di Corso Gramsci/Corso De Gasperi. Per chi proviene da Sud, gli ultimi 100 metri hanno il divieto di sorpasso, semplicemente perché, al punto di stop, due auto affiancate non ci stanno, senza invadere lo spazio biancozebrato (intangibile, secondo il codice stradale). Eppure (e Tu, dall'alto, lo vedi benissimo) tutti si affiancano e tutti si superano. E spesso si toccano.
      Con le telecamerine odierne, sarebbe facilissimo filmare e poi, analizzati i filmati, censurare i trasgressori. Ma occorre personale (sarà vero?) per visionare e si corre il pericolo di dover censurare qualche intoccabile (sarà falso?).
      Come ben Tu sai, il parcheggio irregolare spesso si fa per necessità, per la non volontà di varie amministrazioni di creare parcheggi; i sorpassi di cui sopra, invece, sono spocchiosi atti volontari gratuiti che si dovrebbero evitare, non fosse altro che per educazione civica, oltreché morale. Ma le cose vanno così, come vedi nella foto. Sappiamo tutti come sia facile incassare quattrini con le soste vietate e con i multavelox, ma ciò non toglie alle Amministrazioni (tutte) il dovere di equanimità nei controlli.
      Caro Beato, Tu sai che il parcheggio irregolare e l'eccesso di velocità (col multavelox) sono facilmente verificabili e sai anche che le Amministrazioni non vanno più in là. Aggiungi, poi, in caso di ricorsi, la necessità di trovare sette testimoni patentati, cresimati ed illibati, sennò nessuno condanna. Ciò non toglie che sarebbe molto più educativo se ci costringessero a non commettere infrazioni in movimento, ad usare le cosiddette frecce (in disuso anche fra la forza pubblica), a tenere le luci accese quando obbligatorie; insomma, a comportarci, specie nell'auto in movimento, da cittadini responsabili. Ma non si fa.
      Purtroppo, come Tu ben sai, non è un male solo di Cuneo, ma, ormai, di tutti gli italiani. Non si pensa ad educare, ma solo ad incassare. Hai letto, sul giornale locale di una bellissima città di questa Provincia, il manifestato orgoglio per aver elevato - nel 2016 - 33mila e rotte contravvenzioni? Quasi tutte con autovelox e "coadiutori del traffico"... Delle criminali azioni di movimento (sorpassi a destra, precanalizzazione a sinistra se non si va a sinistra, superamento di linee bianche semplici e doppie, eccetera), le autorità se ne occupano soltanto in caso d'incidenti. Allora, ad esempio, elevano contravvenzione (e con ragione) al ciclista investito che attraversa sulle strisce senza smontare, ma solo a lui, non all'investitore. Ma non al ciclista che attraversa sulla rossa pista ciclabile, ma con tanto di stop! Bah...
      D'altronde, caro Beato, come possiamo pretendere che si curino di educare, quando sono tutti presi dall'immenso problema di proporsi come candidati e formare liste per le elezioni comunali della primavera prossima? Devono affilare i coltelli, preparare i veleni, armarsi. I puri di cuore – pochi, ma ci sono e Tu, caro Beato, lo sai – devono guardarsi dagli amici, perché dai nemici, come dice il proverbio, li guarda Iddio. Le ambiziosissime persone che pensano al potere come vuoi che possano pensare a quelle piccole cose – come, ad esempio, l’uso delle “frecce” delle auto – che costringono ad un esame di coscienza?
      Proteggili, caro Beato, perché ne hanno bisogno, forse più dei loro amministrati.
      Con devozione, il Tuo fedelissimo
                                                                              Giovannino del maestro

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