PRESTIGIO O FRUSTRAZIONE? (Ottobre 017)

 

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Come Tu sai, frustrazione è una brutta parola, ma è la condizione in cui si trovano tanti insegnanti. Ho la foto – 1911 - di mio padre alle elementari, con oltre 50 compagni tutti ordinati e disciplinati e, soprattutto, con il maestro unico col vestito della domenica e il colletto inamidato, fiero come un condottiero.
      Perché così fiero? La domanda – Tu lo sai – è retorica: perché era conscio del suo compito educativo (non solo istruttivo) e sapeva che la sua categoria si era guadagnata un convinto prestigio. Il quale prestigio deriva dalla coscienza e competenza degli insegnanti, ma anche dall’attenzione che gli enti locali (soprattutto i Comuni) rivolgono alla scuola.
      Al riguardo, che ne dici del comportamento della Cocciuta?
      Avrai letto anche Tu del bel programma per il miglioramento degli edifici scolastici cuneesi, ma – visto che sai guardare a fondo – avrai notato che il vero scopo è quello di togliersi ogni responsabilità dal punto di vista del rispetto delle leggi; quindi: adeguamento delle porte, degli accessi, degli interruttori, eccetera. Vedremo.
      Per intanto, a dimostrazione della considerazione in cui è tenuta la scuola, guarda la foto a lato: è del più importante plesso elementare di Cuneo. Ti sembra proprio ben tenuta? Ti sembra l’edificio di un’attività prestigiosa (così giudico l’insegnamento)? Hai provato a confrontarlo coi vari altri enti pubblici (o partecipati) della Cocciuta? Non li nomino (specie i partecipati), ma Tu li conosci.
      Si direbbe – ma posso fallare e allora, Tu, caro Beato, correggimi – che i miglioramenti in programma siano semplicemente atti dovuti, programmati per pararsi la schiena, con un pizzico di insofferenza per questa noia economica che è la scuola.
      Caro Beato, aiuta i tanti docenti che ci mettono anima e competenza nel loro servizio quotidiano; fa che non si sentano frustrati nel vedersi poco apprezzati dall’alto e dal basso né frustati dal miserello stipendio. Secondo me, quelli bravi (tanti, ma non tutti) sono un po’ gli eroi del nostro tempo.

      Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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