CONTRIBUENTI: CONTRIBUITE! (Maggio 2018)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Hai letto anche Tu, su più giornali locali, che ci sono altri uffici pubblici che vogliono lasciare il Mostro? Come Tu ben sai, per i Cuneesi il Mostro è quello scatolone definito Palazzo degli Uffici Finanziari, in via Bongioanni. E’ un palazzo recente, inaugurato con tagli di nastri e discorsi nel 2001; eppure, non passa giorno che non ne cada un pezzo o non si palesi qualche inconveniente, anche pericoloso.
      Avrai letto, caro Beato, che l’anno scorso si parlò persino di abbatterlo, ma non avrai letto, perché nessuno mai lo scrisse, perché è ridotto in quelle condizioni.
      Tu ed io proviamo a ragionarci sopra un momento: è stato costruito con soldi pubblici, cioè, con soldi di noi contribuenti? Sì. Sono stati soldi sprecati? Sì. Solo sprecati? Si spera di sì. Ma perché?
      Come Tu ricordi, ci fu a suo tempo l’approvazione del progetto; poi fu indetto l’appalto; poi fu scelta la ditta costruttrice ritenuta più idonea (i motivi saranno stati validi). Allora, perché quel “mostruoso” disastro? Come Tu sai, io parlo da incompetente e, da incompetente, non riesco ad andare più in là di tre ipotesi, di cui una sola presumo possa essere causa dello spreco.
      1) Il progetto prevedeva quelle cose che sono state realizzate, con tutte le carenze subito appalesatesi.
      2) Il progetto era ottimo, ma la ditta costruttrice presentò un piano costruttivo carente di materiali necessari e appropriati.
      3) La ditta costruttrice presentò un piano costruttivo perfetto, ma nell’esecuzione impiegò materiali diversi da quelli previsti.
      Caro Beato, che cosa Ti posso dire? Provo a farlo, sempre da contribuente incompetente.
      a) Se il progetto prevedeva quelle cose disastrose, come mai non sono state rilevate dai competenti che lo approvarono? Se così fosse, dovrebbero risponderne pecuniariamente verso noi contribuenti. Pare di no, perché la Cocciuta nulla contestò.
      b) Se il piano costruttivo presentato dalla ditta era carente, ma la costruzione seguì esattamente il citato carente piano, dovrebbe risponderne pecuniariamente non la ditta, ma gli esperti che lo approvarono. Pare di no, perché la Cocciuta nulla contestò.
      c) Se la ditta costruttrice impiegò materiali diversi da quelli indicati nel capitolato, dovrebbero risponderne pecuniariamente in due: la ditta stessa ed i tecnici incaricati dei controlli. Ma pare non sia così, perché la Cocciuta nulla contestò.
      Mi trovo senza parole, disarmato. Tu, caro Beato, sai benissimo che lo Spirito Santo non c’entra; eppure il fattaccio costruttivo è avvenuto.
      Tu, come me, pensi che non conosceremo mai i responsabili di tale danno economico ai contribuenti? “Chetare, sopire..., sopire, chetare...” diceva quel tale in un romanzo. O, come dice un mio amico napoletano: “Passata la festa,…..”. Fortunato Tu, che non devi mai votare!

      Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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