TROPPO SCRUPOLOSO? (Giugno 2018)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Sono costretto a ritornare sull’argomento trattato due mesi fa, perché vedo cose che gridano vendetta, ammesso che, nel Tuo mondo, sia ammessa la vendetta.
      Come saprai, da un po’ di tempo, la Cocciuta si dedica al rastrellamento di denaro dagli automobilisti, indipendentemente dal fatto che il suo modus operandi giovi veramente ai Cuneesi. E come lo fa? Incrementando l’accanimento delle contravvenzioni a chi è male parcheggiato. Tu, caro Beato, dirai che ha ragione, perché così dice la legge. Ma i saggi dicevano anche che pecunia non olet (traduco per mia zia Clotilde: il denaro non ha odore).
      Se Tu imbocchi da Ovest via San Giovanni Bosco, trovi pochi parcheggi a spina di pesce a destra e spazio continuo a sinistra; ma per parcheggiare a sinistra devi fare una pericolosa inversione a U, sennò arriva quello della pensione alternativa e Ti fa la multa. Non ha importanza che Tu possa parcheggiare a sinistra con un minimo accostamento a 5 km. all’ora, con piena visibilità frontale e posteriore. No, devi fare l’inversione a U, perché così dice il codice, valido alibi per sperare che, dati la difficoltà ed il pericolo della manovra, comportante l’accorto uso degli indicatori di direzione, Tu ti accosti semplicemente a sinistra nelle apposite righe bianche, senza inversione.
      Ora, il problema non è solo teorico o civico: è morale.
      Tutti sanno – ed è documentato – che è facile sanzionare la macchina fuori righe bianche o fuori tempo di sosta: la macchina è lì, è ferma ed ha una targa. Il verbalizzatore, poi, non deve nemmeno discutere, il che sarebbe faticoso.
      Tutti sanno, anche, che, per far rispettare il corretto uso delle frecce, occorrono tre requisiti:
      1) perfetta conoscenza dell’art. 154 del codice della strada; vale a dire, intelligenza anche modesta;
      2) perfetta conoscenza dei pericoli derivanti dal mancato o scorretto uso delle frecce (Tu ed io conosciamo incidenti anche mortali derivanti da tale inosservanza);
      3) olio di gomito. Occorre aver voglia di fotografare o riprendere l’infrazione, di stendere rapporto, di rispondere ad eventuali ricorsi, testimoniare (se necessario).
      Lascio a Te, caro Beato, scoprire quale di tali requisiti manca alla Cocciuta.
      Sul primo, non dovrebbe esserci dubbio: se è stato assunto, significa che è competente, essendo dovere dell’operatore conoscere ciò che fa. Però, qualche dubbio ce l’ho: il 1° Maggio, rincasavo da Madonna della Riva e mi accodai, volutamente, ad un’auto molto pubblica, riconoscibilissima e per i colori e per la vistosa scritta sulle fiancate. Deviai dal mio cammino per seguirla, avendo notato che non usava frecce in nessun caso, né svoltando a sinistra (o a destra), né uscendo dalle rotatorie, né superando legittimamente. Quale dei suddetti tre requisiti mancavano? Ah, saperlo…
      Sul secondo, vedo un problema di onestà, che mi spinge a scrivere queste note e a tornare, se del caso, sull'argomento in futuro. Di fronte alla scelta fra il procacciare tanto denaro al Comune colle contravvenzioni alle auto ferme, oppure procacciare un po’ meno denaro salvando vite umane, cioè, sanzionando chi crea pericolo col movimento, Tu non avresti dubbi: prima di tutto viene la vita, poi il denaro. La Cocciuta pensa così?
      E sul terzo? Sanzionare le macchine ferme è facile, già l’abbiamo detto. Per i reati in movimento occorre, ad esempio, riprendere e trascrivere il registrato; contestare per iscritto; confutare le opposizioni; insomma: lavorare. Vedi un po’ Tu.
      Io, da vecchio Cuneese, sogno di vedere il giorno - ma l'anagrafe me lo impedirà - in cui, invece dell’autovelox, metteranno, all’incrocio fra corso De Gasperi e corso Gramxi, un telecamerina che registri lo strazio quotidiano della norma: negli ultimi 50 metri (da Borgo S. D. ) c’è il divieto di sorpasso, eppure tutti si affiancano in doppia fila per far prima. Il poveretto che è a destra in regola, si vede schiacciato ed i fabbricanti di specchietti retrovisori gongolano.
      Caro Beato, proteggici Tu, perché, prima o poi, l’incidente veramente grave succederà.
      Con devozione, il Tuo fedelissimo
                                                                              Giovannino del maestro

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