SERVIRE CHI LAVORA? (Novembre 2020)

 

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Penso che anche Tu ti stia compiacendo per il molto lavoro che il Comune sta facendo in vari punti della città. Basti pensare all'impianto del teleriscaldamento, che è un lavoro non da poco.
      Ma Tu ed io ci poniamo una domanda, magari un po' filosofica: qual è il primo dovere di un sindaco? Ovviamente, rispondiamo, procurare il maggior vantaggio possibile al maggior numero di amministrati. Sentiamo politici in perenne campagna elettorale che urlano: prima la gente, prima il popolo, prima i lavoratori, prima gli Italiani; insomma, prima tutti. Se Tu concordi, io direi: prima un progresso che aumenti lavoro, il che, a sua volta, aumenterà il benessere della maggior parte dei cittadini. Per farla breve: per ogni opera dell'Amministrazione chiediamoci: giova alla maggior parte dei cittadini? Produce lavoro?
      Sulla base di questi princìpi, esaminiamo il progetto di trasformare Piazza d'Armi in un bel parco, con aiuole, verde, panchine, giochi per bambini e fors'anche una birreria. E forse, anche, per non disturbare chi riposa al parco, con chiusura al transito automobilistico di Viale Angeli. E' un'iniziativa molto bella, di cui bisogna dar merito alla nostra Superiorità; ma a chi giova? Produce facilità lavorativa, ossia, progresso?
      Caro Beato, io non so, ma ho qualche dubbio. Non vorrei che si trasformasse come l'ex Foro Boario, con l'erba al posto del cemento. Ritornando al principio inizialmente enunciato, la priorità andrebbe data a quelle iniziative che facilitano il lavoro. E quale facilità migliore, al momento, che quella di non perdere tempo e non sprecare denaro in carburante? Pensa un po': quante ore di lavoro si ricupererebbero se il lavoratore cuneese non dovesse partire di casa un'ora prima per essere sicuro del parcheggio? Gli stessi datori di lavoro avrebbero personale più motivato, più disponibile, più lieto, oserei dire. Il che vuol dire migliore e maggiore produzione, maggior possibilità di competere sul piano locale o nazionale o internazionale.
      Caro Beato, io lo sperimento tutti i giorni. Sono pensionato e, avendo tempo da perdere (scusami, è solo un modo di dire...), al mattino vado a Messa in via San Giovanni Bosco. La Messa è alle 8,30, ma, per parcheggiare in regola, devo arrivare almeno alle 8; così anche tutti quelli che devono prendere servizio o aprire alle 8,30 o alle 9, nel raggio di 2/300 metro. Inoltre, fa già freddo e, per il tempo di attesa, me ne sto in macchina col motore acceso per scaldarmi. E, guardando in giro, vedo che non sono il solo...
      Quando vedo i giovanotti che, spaparazzati alla birreria, se la godono all'ex Foro Boario con attorno ampio spazio vuoto, mi vien quasi da piangere. Si vuole fare il bis in Piazza d'Armi? Finire come il parcheggio sotterraneo di Piazza Boves? Facciamolo, ma non lamentiamoci se Cuneo non cresce.
      Fra gli Amministratori ci sono persone sagge ed umili (parecchie), che non perseguono fini personali, ma, non essendo chiassose, incidono poco. Caro Beato, non potresti suggerire ai potenti locali di stare attenti alla viabilità o, meglio, alla percorribilità? Siamo tutti d'accordo, ad esempio, per le piste ciclabili, ma non quando si costruiscono a scapito della maltrattata viabilità automobilistica. Vedi Piazza Europa, ad esempio, dove si annulla la svolta a destra per fare posto alla ciclabilità; hanno pensato che chi vorrebbe svoltare in Corso Brunet deve proseguire diritto e circumnavigare uno o due isolati? E il tempo perso sottratto al lavoro? E lo spreco di carburante? E la tanto strombazzata lotta all'inquinamento? Ti diranno, caro Beato, che così gli abitanti finitimi a Viale Angeli vivranno più sani, più tranquilli, più riposati; Ti diranno che ci sono le macchine elettriche. Bah!...
      Caro Beato, noi Cuneesi (capi in testa) siamo tutti ottimi statisti, economisti, esperti di economia politica, di politica economica e financo di scienza delle finanze. E' così o crediamo di esserlo? Ci sforziamo, ci sforziamo tanto, ma, qualche volta - corse al cadreghino non solo politico permettendo - fermiamoci a meditare, a ragionare. Noi tutti siamo certi di conoscere la teoria della riduzione dei costi (non dei salari né delle ore, ovviamente) per incrementare produzione e progresso? Siamo brava gente,no? Sforziamoci anche un po'...

                                     Giovannino del Maestro

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