Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,
Non voglio morire!
Sono arrivato ad 87 anni e, alla mia età, se prendo il coronavirus muoio, non c'è scampo.
Non bisogna chiedere raccomandazioni, ma, questa volta, mi rivolgo a Te che riscuoti la fiducia del Massimo Superiore. Chiedigli che, nelle Sua decisioni, faccia in modo che i politici tengano sempre presente questo nostro triste destino, prima di tenere aperti certi servizi. I politici devono scegliere fra l'evitare il fallimento di una persona ed evitare la morte di una persona.
Capisco il dolore di commercianti, artigiani, gestori di agenzie varie ed altri nel veder scemare i loro onesti guadagni, ma non c'è paragone fra fallimento di Tizio e morte di Caio. Per loro, non si tratta di morire, ma di passare da una vita agiata ad una vita soltanto dignitosa, come tanti di noi, pensionati semplici. Non Ti pare?
Intanto, chi ha 65 anni e i versamenti sufficienti, sia pregato di andare in pensione invece di fare manifestazioni di piazza per incrementare gli agi. Dopo tutto, la bancarotta, se non è fraudolenta, non è la fine di questo mondo. La morte, per noi vecchi, si.
Eppoi, per quei pochi che veramente sono ridotti in miseria, se non hanno l'età per la pensione, fa Tu in modo che il governo provveda col fornire loro un lavoro dignitoso, come era il nostro (operai, commessi, applicati, autisti, eccetera) in qualche ente. Noi, lavoratori dipendenti, abbiamo sempre ritenuto dignitoso il nostro lavoro, anche se presi in giro perché paghiamo sempre le tasse sino all'ultimo centesimo.
Tu, caro Beato, sai che mi sono sempre ritenuto persona dignitosa, anche se viaggio con la mia macchina del 2000, di 998 cmq di cilindrata e senza optionals. Lo possono fare anche altri; non devono essere ridotti a mendicare. Per eventuale pensionamento o lavoro, il governo può analizzare a fondo gli ultimi cinque anni del loro 730 (o simile) e regolarsi di conseguenza. Nessuno deve pranzare alla Caritas.
Poi, caro Beato, prega che il governo, nel dare aiuti, non sprechi; ad esempio, non dia soldi a chi aspetta solo il contributo per fallire l'anno dopo. Va sostenuto solo chi sa far rendere il proprio lavoro. Per parecchi, alla fin fine, si tratta di lucro cessante, non di danno emergente.
Caro Beato, hai visto anche tu i banchi a rotelle, i monopattini elettrici gratuiti ai ragazzini che scorrazzano per la città, anche se abitano in alloggio popolare a fitto ultracalmierato ed hanno la Mercedes o il Suv. Pensi che l'Italia sarà sempre così?
Eppure, chi ha cervello ed onestà, nella scelta fra il rendere più povera una persona o far morire un'altra persona, sceglierebbe senz'altro il rendere più povera una persona. Anche Tu, caro Beato, ne sei certamente convinto. Eppoi, anche un quotidiano noto per la sua ponderatezza, la sua pacatezza, il suo misurato uso dei termini (il Corriere della Sera), il 10 Novembre 2020, all'interno, aveva un titolo che diceva tanto sull'ingordigia di tanti: "NESSUNO MORIRA' DI FAME, MOLTI MORIRANNO DI COVID"!
Ma onesti devono essere soprattutto i governanti, ad ogni livello. Caro Beato, aiutali a non guardare i voti, le preferenze, gil interessi personali o del partito, la popolarità o l'impopolarità, ma a guardare finalmente anche la loro coscienza.
Caro Beato,stando a giornali e TV, pare che lo Stato sia civilmente responsabile dei danni del coronavirus; vogliono soldi i disoccupati (oltre la cassa integrazione), vogliono soldi commercianti, industriali, artigiani, gestori del settore terziario, perché diminuisce il loro guadagno, il che anche a me dispiace, ma è solo denaro. Lo Stato funge da assicurazione: se mi capita una disgrazia, tu mi paghi, proprio come fa un'assicurazione in caso d'incidente. Ma allora, perché non indennizza, e fortemente, chi ha perso padri o madri o fratelli o figli? Non hanno subìto un danno immensamente più grande di quello pecuniario subìto dalle categorie sopra citate? Che dipenda dal fatto che giornali e televisioni, ogni giorno, ci inondano di interviste a chi ha subìto un danno pecuniario (anche se continua a marciare in BMW) e quasi mai ai congiunti degli oltre 52.000 (cinquantaduemila) morti? E' perché i morti non parlano? O perché parlare di loro non fa cassetta? E lo Stato fa finta di non capire? O, a fini di lucro, fa come all'inizio del secondo lockdown, quando, fra i negozi da tenere aperti perché indispensabili, mise anche le case da gioco? Sono sempre più demoralizzato.
Caro Beato, Tu ed io capiamo anche il dolore di quella madre parlamentare, che, poco tempo fa, soffriva perché il figliolo ventitreenne non poteva andare a ballare in discoteca dopo le 23; come la Mafalda di Linus, aveva bisogno di affetto e comprensione, se no gli venivano le frustrazioni.... Per non ammazzare noi vecchi, si faccia anche questo sacrificio. Lessi un cartello di protesta che diceva: "Non si balla da soli". Sul mio uscio interno, scrissi: "Se si balla, muoio io", ma lo leggo solo io.
Caro Beato, Tu sai che noi vecchietti siamo tanti; ricorda al governo che i sopravvissuti sapranno ancora votare. Fai quello che puoi: non voglio morire!
Con devozione, il Tuo fedelissimo
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