AUGURI DA PECHINO (Gennaio 2021)

 

       Ricevo dal figlio "cinese" gli auguri per tutti e, aggiungendo i miei, li trascrivo.

Pechino, Natale 2020, niente di nuovo

       Paure quotidiane.
       Sistemi elettronici ad ogni porta (non esagero) che controllano quanto sei caldo, dove sei stato nelle ultime sei ore, chi hai incontrato, se hai la mascherina o no.
       Un’ottima occasione per perfezionare il controllo.
       “Controllandovi vi salviamo la vita!”.
       Vero e diabolicamente geniale.
       In questi lunghi mesi ho detto Messa online per un gruppo di studenti cattolici africani in Cina.
       Pregano con una forza misteriosa: sanno che il mondo è una jungla.
       Dico Messa in un’ambasciata per un gruppo di fedeli sudamericani in Cina.
       Pregano con una serenità sovrumana: sanno che il mondo è fragile, ma Dio c’è.
       Ed è con noi.
       Seguo un gruppo della Bibbia online di fedeli cinesi puntuali come un orologio svizzero.
       E ho circa 300 studenti cinesi – in varie classi - che studiano Latino e Greco.
       La frase che piace loro di più: “nihil sub sole novum – niente di nuovo sotto il sole”.
       Epidemie? Morti? Controlli del governo? Umana incompetenza? Profittatori? Paura?
       “Niente di nuovo sotto il sole”.

       Poi a Natale mi è apparsa Maria.
       Come se non avessi abbastanza problemi. Non sa che in Cina – come mi disse il vescovo di XXX – senza il permesso del Partito non appare nessuno?
       Non una vera e propria apparizione. Una cosa virtuale.
       Mi ha raccontato tutto.
       Il bimbo era appena nato.
       Giuseppe doveva registrarsi, iscriversi, compilare il modulo.
       Non era volontario.
       Augusto imperatore aveva appena iniziato un nuovo sistema di tasse nell’impero.
       Devi registrarti, e devi pagare, se vuoi esistere.
       Siamo andati a Betlemme.
       Soldati armati che controllavano chi entrava.
       Croci sulla strada per chi non si registrava.
       Il freddo. La paura. La notte.
       Nessuno osa conoscerti, o riconoscerti.

       Maria mi raccontò: “Mi apparve il diavolo.
       Brutto come il diavolo.
       Sembrò un attimo confuso dal silenzio della notte.
       Ma si compose, e mi mostrò tutto.
       L’epidemia.
       Il distanziamento.
       Le accuse reciproche.
       Le chiese vuote.
       Croci sulla coscienza per ogni scelta fatta. O non fatta.
       Il freddo.
       La paura.
       La notte.
       La registrazione obbligatoria.
       Le tensioni in famiglia.
       I tradimenti.
       I profittatori.
       Gli avidi.
       Gli incapaci.
       Gli amici che non ti conoscono più.
Nihil sub sole novum.
       Sghignazzava.
       Mi chiese: “Guarda, Maria. Guarda! Ti arrendi?”

       Maria mi disse:
       “Ho guardato il bambino.
       Giuseppe dormiva, stanco, teso, nervoso, smarrito, venti anni piu’ vecchio. Forse sognava.
       L’ asino pareva sano. Le mucche riscaldavano l’aria.
       La stella brillava. La notte era silente.”

       Maria rispose: “Arrendermi? Non ho ancora cominciato a combattere!”

Buon Natale!

Don Michele Ferrero

 

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