SERVIRE LA GENTE? (Maggio 2021)

 

 

      Caro Beato Angelo Carletti,

      Anche Tu, di tanto in tanto, al martedì leggerai CUNEO SETTE, settimanale di cui apprezzo la qualità della redazione e l’equa distribuzione delle opinioni personali. Apprezzo anche il non combattersi ideologicamente fra di loro, anche se porta ad una eccessiva morbidezza nel trattare gli argomenti.
      Caro Beato, Tu mi chiederai perché Te lo dico: é perché da quel settimanale mi aspetterei, prima o poi, un’indagine statistica (e planimetrica) sul seguente argomento: perché a Cuneo scarseggiano i parcheggi? Specie quelli liberi? Tu mi dirai che ce ne sono tanti, ma tutti a 500 metri da dove il cittadino vorrebbe andare.
      Come già Ti accennai (seppure superfluamente, data la tua Altezza) in passato, il parcheggio non è solo una comodità, ma un modo concreto per ridurre l’inquinamento e per facilitare il lavoro; facilitare il lavoro dei propri amministrati dovrebbe essere il primo principio (tautologia) di ogni autorità; se sia così, a posteriori lo valutiamo dai fatti.
Inquinamento. Io, stamattina 21 Aprile, andai a Messa ai Salesiani, che sembrano già in periferia. Dove parcheggiai? In via Bertolino, a 350 metri, secondo Google-Maps. Ma, per via di un senso unico, ne feci più del doppio per trovar posto. Ho inquinato o no? Giudichino le Superiorità. E non parlo del mio mancato risparmio, perché, come pensionato della scuola (senza beni immobili), sono considerato ricco dalla “gente” (espressione molto cara ad un noto politico).
      Caro Beato, ma quanti vanno a lavorare e si vedono costretti quotidianamente a tali giravolte automobilistiche? Pensa, ad esempio, ai negozi e al terziario in genere; se sprecano tempo e denaro, per forza devono aumentare prezzi e tariffe. Ci rimettono anche i cittadini, non Ti pare?
      Caro Beato, non dirmi che il Comune si prodiga in piste ciclabili, iniziativa utile, ma non per tutti, nemmeno per tanti; non per chi, lavorando in proprio o avendo responsabilità familiari, non può permettersi ogni giorno almeno un paio di quarti d’ora in più per andare in bici. Non parliamo dei monopattini gratis: esiste una statistica cuneese che indichi la totalità dei monopattini venduti e la percentuale di essi usati quotidianamente (ripeto quotidianamente) per lavoro? In proposito, non Ti dico ciò che vedo.
      Ma, caro Beato, ora vengo a ciò che mi piacerebbe leggere su CUNEO SETTE: una statistica ed una mappa che illustri la situazione topografica di Cuneo-città 60 anni fa; che illustri tutte le aree da corso Einaudi (circa) a Porta Torino che, in questi 60 anni, sono state occupate da costruzioni edili di qualunque tipo; che illustri tutte le aree lasciate temporaneamente (o perpetuamente) libere da edifici vetusti abbattuti, pubblici o privati; quante di ueste ultime aree occupate da nuovi edifici anziché lasciate a parcheggio; quali aree (poche) ancora adesso si potrebbero ricuperare al parcheggio da edifici demolendi (ex IPI, ex frigorifero militare (vedi foto), ex Policlinico, eccetera); per finire con tutti gli edifici che ottennero il permesso di sopraelevare. E forse non dico tutto.
      Fra parentesi, mi commuove lo sforzo di Cuneo per un servizio urbano di autobus encomiabile; ma non ci sono soldi per corse frequenti; ogni mezz’ora diurna sono il massimo, ma servono poco a chi ne ha bisogno per andare a lavorare.
      Parcheggio. Caro Beato, dei tanti luoghi che visitai, ne cito due, dove capii che cosa vuol dire essere al servizio dei cittadini.
      Primo. Fui a Los Angeles (California) da un compaesano immigrato. Ero in un modesto ostello ed egli venne per accompagnarmi in due punti che gli chiesi di visitare. Pensavo alla metropolitana o mezzi del genere; invece, arrivò con la sua macchina. Stupito, mi spiegò che, esclusa la City, ci sono parcheggi dappertutto e così fu.
      Secondo. Fui ad Atlanta (Georgia U.S.A.) da un conoscente sacerdote piemontese, che mi ospitò alcuni giorni in canonica. Ma egli per tre giorni dovette andare ad una riunione di Parroci cattolici in una città ad oltre 300 km. Aveva due auto e mi lasciò la più nuova, una Fiat 128 regalatagli dai fedeli, anche se ne aveva già un’altra tedesca. Gli feci presente le difficoltà della lingua e del parcheggiare. Mi spiegò che, esclusa la City, anche se la città supera i tre milioni di abitanti, avrei trovato parcheggio libero dappertutto. Gli dissi che volevo andare proprio al Campidoglio (così si chiama la sede del Governatore; governatore di uno Stato, non come da noi, che chiamiamo governatore il Presidente di Regione camuffato). Mi disse, vai! Così feci e, per prudenza, parcheggiai ad oltre 200 metri dal Campidoglio. Poi, vidi che c’era posto libero anche più vicino. Mi spiegò anche che la City era rigorosamente verticale e ci si andava solo con la metro (tante linee e corse a non più di 5 minuti una dall’altra), oppure col parcheggio riservato all’ufficio.
      Caro Beato, non facciamoci illusioni, perché da cristiani credenti, noi Cuneesi, come tutto il mondo, stiamo scontando il Peccato Originale che già Virgilio, oltre duemila anni fa, senza saperlo, così definì: “auri sacra fames” ( esecrando appetito di denaro) e Dante così ripeté: Per che non reggi tu, o sacra fame De l’oro, l’appetito de’ mortali? (parafrasi per mia cugina analfabeta: perché tu, o esecrabile cupidigia di ricchezza, non riesci a soddisfare l’appetito di denaro dei mortali?).
      Caro Beato, se Tu fossi ancora vivente in terra, Ti direi, come disse un Matteo: lascia perdere e fattene una ragione. Ma posso dirlo solo a me stesso.

      Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

 

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