AUGURI DA PECHINO (Gennaio 2022)

 

       Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della città di Cuneo,
       Intanto, Ti mando con un po' di ritardo gli auguri per un Santo Natale, anche se lo faccio per tradizione terrena, non essendo Tu più interessato dal tempo. Questa è una bella scusa per chiederti, se puoi, una parola di conforto per la lettera di auguri natalizi (sottotrascritta) che il figlio “cinese”, sacerdote a Pechino mascherato con altra attività, ogni anno manda agli amici.
       Io trovo in essa alquanto pessimismo, ma è così. Con molta discrezione mi informa della situazione, che Tu ben conosci.
       Malgrado i tentativi del Papa in questi ultimi due anni, la condizione dei cristiani in Cina si è aggravata; don Michele dice che gli accordi col Vaticano vanno interpretati secondo il pensiero cinese, non secondo linee di semplice correttezza (pacta servanda sunt). Porta ad esempio la recente ordinanza del Presidente Xi Jinping, con cui si comunica che i cristiani possono liberamente celebrare i riti per le loro festività, ovviamente SECONDO LE DIRETTIVE SPECIFICHE DEL GOVERNO. Il quale “consiglia” (brutto termine per dire ordina) di non fare presepi, né alberi natalizi, né canti natalizi, eccetera, in aggiunta ai divieti che già traspaiono dalla sua lettera.
       Tu sai dirmi fino a quando continuerà ad essere accettato in Cina? Ciò perché si infittiscono le interviste dei vari organi di stampa (emissari governativi), vertenti sempre sulla stessa domanda: che cosa pensi della Cina? Don Michele si è sempre barcamenato con se, ma, insomma, eh…, ma ora ha cambiato. Agli ultimi intervistatori ha detto: io faccio il mio lavoro all’Università, del mio pensiero rispondo, su questa terra, solo a me stesso. Il che non è piaciuto.
       Ancor meno alla domanda: come vedi il governo cinese? A cui rispose: è sulla buona strada per essere come quello della Corea del Nord. Irritazione degli intervistatori.
       Caro Beato, Tu sai che io tremo un po’, perché non so come andrà a finire. Ma spero sempre nella Provvidenza, perché vive in un Paese in cui, ad ogni domanda sul "come ti trovi", non si può che sibillinamente rispondere "non mi posso lamentare".
       Caro Beato, guarda solo che la Provvidenza non si distragga…

       Ecco la lettera integrale

Pechino, Natale 2021

       Buon Natale da Pechino, Cina.
       Qui il Natale è simile al primo Natale di nostro Signore Gesù Cristo.

       Allora Erode era geloso e sospettoso verso quel bambino.
       Oggi qui c’è un’ esplicita diffidenza verso il Cristianesimo.
       Ci sono numerose restrizioni. I programmi per la promozione dell’ateismo nelle scuole sono ufficiali e messi rigorosamente in pratica. I ragazzi sotto i 18 anni non possono entrare in chiesa. Una strage delle anime innocenti.

       Allora san Giuseppe era stordito e confuso dagli eventi.
       Ogni tanto un angelo gli diceva cosa fare.
       Oggi qui i pochi cristiani cinesi sono perfettamente consapevoli che il mistero dell’Incarnazione è qualcosa che ci supera tutti infinitamente.
       Ma sono confusi: cosa fare?
       Le chiese sono chiuse spesso, per la prevenzione del covid – dicono.
       La cattedrale del sud è chiusa dal 2018 per lavori che non sono ancora cominciati.

       Allora Maria la madre di Gesù viveva gli eventi in silenzio.
       Oggi qui il silenzio è a volte scelto, più spesso imposto.
       Le canzoni di Natale non sono ufficialmente proibite ma sono fortemente sconsigliate. Lo stesso per addobbi natalizi, alberi o feste.
       Simeone aveva detto a Maria Santissima Immacolata: questo bambino è per la salvezza o la rovina di molti.
       Qui ci sono alcuni che digrignano i denti e ripetono: “Gesù di Nazareth! Sappiamo chi sei! Sei venuto a rovinarci!".

       Allora la Sacra Famiglia era incerta sul futuro.
       Oggi noi siamo incerti sui contagi che avremo prima delle Olimpiadi invernali.
       Basta poco a bloccarci. E’ tutto digitale. Per entrare in università c’è una telecamera che mi legge la faccia. E’ come avere il green pass tatuato sul volto.
       Devo rimuovere la mascherina perché la telecamera possa decidere se posso entrare. Per ora nessuno ci costringe anche a sorridere.

       Il Natale non è una favola o una leggenda.
       O un giocattolo per far ridere i bimbi mentre i grandi parlano di cose serie.
       Noi pochi cristiani lo festeggiamo tra noi. Non è una perla da gettare ai porci.
       Il Natale è l’unica luce in questa tenebra abissale.
       Per questo gli antichi scelsero di festeggiarlo quando il sole ricomincia a crescere.
       Per questo, anche quest’anno, sussurriamo, solo tra noi, sotto voce, quasi fosse un gran segreto: “buon Natale!”.

Don Michele Ferrero

       Caro Beato, aiuta quegli eroici cristiani cogli occhi a mandorla che,per voler rimanere tali, si sottopongono a prove che noi occidentali ignoriamo.

      Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

 

lettera precedente
lettera successiva
torna all'indice
Torna a LETTERE AL BEATO ANGELO