oggi non ti parlo di elezioni comunali, ma, alla luce di quanto succede attualmente nell’Est-Europa, Ti prospetto due argomenti, su cui spero Tu possa illuminarmi.
Il primo, riguarda come noi italiani abbiamo sempre tenuto in massima considerazione e considerati fratelli i cittadini italiani di etnia diversa, ossia, le cosiddette minoranze. Vedrai come in Italia erano rispettate le minoranze fin dai tempi di Cavour e financo nel 1910, quando l’irredentismo italiano dell’Istria era forte.
Cavour, come sai, non volle mai andare a Roma, perché la sua Italia terminava colla Toscana. Senza dirlo, arricciò anche un po’ il naso per l’impresa di Garibaldi. Però, non discriminava.
In una lettera a Lorenzo Valerio, regio commissario ad Ancona, che aveva fatto nascere un incidente diplomatico con la Prussia chiamando in un documento ufficiale "Trieste città italiana", così, nel tardo 1860 - cioè, dopo l'unità d'Italia senza il Veneto e l'Istria e senza il Lazio - scrisse Cavour, come Presidente del Consiglio:
“Debbo pregare la S.V. di evitare ogni espressione dalla quale possa risultare che il nuovo regno italiano aspira a conquistare non solo il Veneto, ma anche Trieste con l’Istria e la Dalmazia. Io non ignoro che nelle città lungo la costa vi hanno centri di popolazione italiana per razza e per aspirazioni. Ma nelle campagne gli abitanti sono tutti di razza slava, e sarebbe inimicarsi gratuitamente i croati, i serbi, i magiari e tutte le popolazioni germaniche, il dimostrare di voler togliere a così vasta parte dell’Europa centrale ogni sbocco sul Mediterraneo. Ogni frase avventata in questo senso é un’arma terribile nelle mani dei nostri nemici che ne approfittano per tentar d’inimicarci l’Inghilterra stessa, la quale vedrebbe essa pure di malocchio che l’Adriatico divenisse com’era ai tempi della repubblica veneta, un lago italiano”.
E pensare (ma Tu lo sai) che allora in Istria gli italiani erano il 58%! Ora, che è slovena e croata sono il 7%… Perché così pochi? Perché, come fa lo Zar attuale, discriminavano e, se non fuggivi, come furono costretti a fare quasi tutti, c'erano sempre le foibe a tua disposizione.
Un’altra testimonianza viene da Angelo Vivante. Questi era un irredentista socialista di sinistra, di origine ebrea (ma rifiutò ogni religione) che si batté per un’Istria italiana, ma senza discriminare chi di etnia italiano non era. Morì nel 1915.
Da un suo articolo del 1910:
“I politici dovranno mettere in chiaro soprattutto questo: che nella Giulia vivon da secoli due popoli; che l’uno (l’italiano) si è nutrito fin d’ora dell’altro (lo slavo) perché questo dormiva, ma ora lo slavo si è svegliato e non si riaddormenterà, mentre l’irredentismo parolaio, regnicolo e giuliano pare pagato apposta per strappare il ridesto dal letto e sospingerlo nel suo cammino.
Occorre che chi parla e scrive d’irredentismo, anche professandosi tale, anzi appunto per questo, rinunzi a tutto il corredo delle frasi fatte: la “civiltà due volte millenaria”, l’”eredità di Roma”, “i barbari invasori”, ecc.; occorre che rinunzi ancora a certe certe audaci contraffazioni di storia antica e… moderna, troppo frequenti al di là e al di qua dell’Judrio (un fiume che, attualmente, separa l’Italia dalla Slovenia). Dopo di che potrebbe anche darsi che di questo irredentismo ritemprato in un bagno di realtà, rimanga ancora qualche cosa almeno di sincero!”
Non poteva immaginare, caro Beato, che le sue parole anticipassero ciò che ora pensiamo di quei blablateranti, che girano con la corona in mano, che dicono di lavorare “per la gente”, che fingono di piangere dicendo di “aiutare i bambini ucraini”, che dicono (o dicevano) che lo Zar russo, in fondo in fondo, è solo un po’ più cattivo del previsto.
Caro Beato, che cosa mi suggerisci circa il pensiero di Cavour e di Vivante?
Il secondo argomento Ti tocca più da vicino, perché è materia Tua.
Tutti sappiamo che, nella prima guerra mondiale, dal 1914 al 1917, la Russia fu nostra alleata contro l’Impero Austro-ungarico e la Germania. Il 13 Luglio di quell’anno, i pastorelli di Fatima ricevettero il cosiddetto 3° segreto, che fu divulgato solo nel 2000 da Papa Wojtyla. Già nel Luglio 1917, l’Apparizione ai tre pastorelli aveva messo in guardia il mondo col seguente messaggio, che trascrivo integralmente, tradotto in italiano non da me, così come rivelato al Papa da suor Lucia, anziana superstite dei tre pastorelli.
Il messaggio dice:
“Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace.”
Caro Beato, pensavamo che queste cose fossero già avvenute colla seconda guerra mondiale e coll'attentato al Papa, ma è così? Non faccio commenti, perché sarebbero inutili, come credo inutili le varie interpretazioni che in questi ultimi vent’anni diedero gli studiosi al messaggio. Io mi limito a leggerlo e basta. Ognuno faccia come me e poi pensi come vuole, specie meditando sulla data (Luglio 1917) in cui la Russia era ancora nostra alleata, anche se rivoluzionata e fresca di poco glorioso armistizio. Però, un pensierino aiutami a farlo.
Con devozione, il Tuo fedelissimo
Giovannino del Maestro
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