COME FARE DENARO (Ottobre 2023)

 

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Ho scoperto che il Comune di Cuneo, pur di fare denaro, interpreta i contratti a modo suo. Il caso è toccato a me.
      Caro Beato, tu sai che il 20 Marzo 2023 Ti ha raggiunto Aldo Ferrero, mio fratello e, di conseguenza, si fece il calcolo degli eredi. Siamo in quattro, tre signore attempate ed io, a cui toccherebbe un quarto di un piccolo alloggio. Le Signore, in altra Provincia, mi delegarono alle pratiche di successione.
      Caro Beato, quell'alloggio mio fratello lo tirò su (verso il 1975/76) con un mutuo patrocinato dall'A.C.L.I, mentre, contemporaneamente, anch'io mi procurai l'alloggio col mutuo, ma con la GESCAL, meno macchinosa nelle procedure. Il mio mutuo era venticinquennale ad interesse zero (Gestione Case Lavoratori) e, colla scadenza dell'ultima rata, finì tutto, anche l'eventuale ipoteca temporanea.
      Quello di mio fratello mi pare fosse solo ventennale; non conosco se fosse applicato un interesse, ma c'era l'ipoteca. Il mutuo è estinto da anni, ma c'è una clausola strana o, meglio, è strana l'interpretazione del Comune di Cuneo. Dice la clausola che Ti trascrivo integralmente: """Dopo 20 anni dal rilascio della licenza di abitabilità, il proprietario dell'alloggio può trasferire la proprietà a chiunque o costituire su di essa diritto reale di godimento, con l'obbligo di pagamento a favore del Comune, che a suo tempo ha ceduto l'area, della somma corrispondente alla differenza tra il valore di mercato dell'area al momento dell'alienazione ed il prezzo di acquisizione a suo tempo corrisposto, valutato sulla base delle variazioni dell'indice dei prezzi all'ingrosso calcolato dall'Istituto Centrale di Statistica. Detta differenza è valutata dall'Ufficio Tecnico Erariale ed è riscossa all'atto della registrazione del contratto dal competente Ufficio del Registro, che provvede a versarla al Comune."""
      Caro Beato, fin qui, tutto chiaro: il proprietario dell'alloggio è la persona che ha firmato il contratto con quella clausola. E il notaio che ha redatto il contratto, nominando il proprietario dell'alloggio, si riferiva, ovviamente, al proprietario che ha firmato ed accettato tale clausola: Aldo Ferrero, non persone sconosciute ipotizzabili. Penso che anche l'A.C.L.I, che sa quel che si fa, fosse convinta di ciò. Ma il proprietario è morto e il Comune ha bisogno di soldi, sebbene tutto estinto. Come fare?
      Caro Beato, basta un colpo di genio: facciamo pagare gli eredi, perché c'è un'altra interpretazione: per proprietario s'intende chi è proprietario al momento della vendita, non al momento del contratto. Ma gli eredi non hanno firmato quel contratto, non hanno preso nessun impegno. Eppoi, quali eredi? E se gli eredi muoiono senza aver venduto?
      Caro Beato, col criterio interpretativo del Comune - non nuovo ad invenzioni del genere e di ciò pagai le conseguenze (come Tu sai) colle spese (anche se assolto) di un processo - dovrebbe passare all'erede successivo. E se, ad esempio, per cento generazioni, gli eredi non vendono? Quello che venderà nel 4000 circa dopo Cristo che cosa deve pagare? Il meraviglioso ufficio competente del Comune di Cuneo sarà in grado di fare il calcolo? Non ci sono dubbi che è un concetto interpretativo stiracchiato o, per usare la Tua lingua, pro domo sua.
      Caro Beato, quel famoso filosofo di qualche secolo fa, che ora è Santo in Tua felice compagnia, disse una cosa saggia: "Per capire se un concetto è giusto o sbagliato, bisogna portarlo all'estremo possibile". Come ho fatto coll'esempio di sopra.
      Caro Beato, retoricamente domandati: questo problema è stato portato all'esame personale del Sindaco di Cuneo? Io scrissi due volte al Sindaco (tramite l'URP), ma ho il dubbio che la Signora non sia stata aggiornata, perché, da persona perbene, mi avrebbe risposto. Non solo, ma certamente conosce le nozioni principali del diritto (soprattutto commerciale), oltre che per essere stata valida senatrice, per aver frequntato il glorioso Istituto Tecnico Bonelli.
      Caro Beato, eppure, così va questo mondo, almeno quello di Cuneo. Ma io sono langarolo e - anche su consiglio di esperto - non mi arrendo di fronte ad atteggiamenti che potrebbero essere definiti con termini poco lusinghieri e poco adatti ad un Beato.
      Però, fra le persone sagge c'era anche mio nonno contadino-vetturale (al sabato, colla diligenza, fino al 1922 trasportava i paesani al mercato di Alba), che diceva: è meglio un cattivo arrangiamento che una buona causa. Io lo seguirei.

      Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

 

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