SOBRIA PAUSA (Maggio 2007)

     Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

     Questo mese, mi astengo da ogni commento sull'operato dei nostri Maggiorenti.
      Come sai, sono candidato nella lista dell'UDC e mi prendo una pausa di riflessione (i politici dicono così, no?)
      Sempre come ben Tu sai, in ogni lista ci sono persone con caratteristiche diverse. Sarà interessante vedere se noi Cuneesi sceglieremo persone che si occupino soltanto delle aiuole, della rotonda, del lampione in più, della castagnata, della festa di quartiere, dello spettacolino gratuito, della misurazione arteriosa gratuita e di altre piccolissime cose utili, oppure se sceglieremo persone che abbiano una visione più ampia delle necessità cittadine, che abbiano esperienza e competenza in campi specifici, che sappiano vedere Cuneo in funzione di vero capoluogo di provincia, di vero motore di sviluppo. In questi ultimi 10/15 anni siamo calati un po': Alba, con altre amministrazioni, è sempre più la città trainante della Provincia.
      Avrai notato che i candidati del primo tipo - ripeto, in ogni lista - sono dinamici, sempre in agitazione, distribuiscono santini, spendono per manifesti, danno pacche sulle spalle e stringono centinaia di mani, in altre parole, "chiedono il voto".

      Quelli del secondo tipo, invece, si basano esclusivamente sulla capacità di discernimento dell'elettore: veda quest'ultimo chi è competente, con esperienza nella gestione di pubblici uffici, solido, sobrio, senza conflitti d'interesse, capace di capire che prima di distribuire la ricchezza bisogna produrla, chi non si riempie la bocca di socialità e solidarietà, ma sa far progredire la società attraverso il lavoro, l'industria, il commercio.
      Poi, caro Beato, ogni Cuneese scelga secondo il suo gusto: "panem et circense" volevano gli antichi romani. Ora, bisogna che noi scegliamo: "panem" (cioè, ricchezza, sviluppo) o "circenses" (cioè, giochini, feste, teatrini, fioriere)?

      Caro Beato, "quisque faber fortunae suae": ognuno (ogni Cuneese) è artefice della propria sorte. Dipende da una crocetta.

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