51 (Luglio 2010)

51 (Luglio 2010)

     Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

     Hai mai assistito all'uscita dei bambini dalle elementari "Einaudi"?

      Allora, Ti racconto un fatto piccolissimo, quasi insignificante, ma indice di qualcosa che non va.

      L'altra settimana, andai a ritirare il nipotino dalle elementari di Corso Galileo Ferraris, come faccio quasi tutti i giorni. Ci ritroviamo tutti, genitori e nonni, e cerchiamo di parcheggiare come si può. Arrivai con altre auto già parcheggiate nello spazio del BUS (che a quell'ora non passa), ma, fra due auto, non c'era più spazio longitudinale per la mia. Siccome la mia è piccola - poco più di tre metri - mi misi di punta, col muso contro l'albero, senza che il posteriore sporgesse di un centimetro più delle altre. Non c'è problema di maciapiede, perchè fra l'albero e la siepe c'è lo spazio per un TIR, con rimorchio, volendo.

      Stavo per scendere quando un vigile, nuovo fiammante, mai visto nei giorni precedenti, mi apostrofò: "Pensa mica di lasciarla lì!"

      Avevo fretta, non aprii bocca e spostai subito la vetturetta due decine di metri più avanti, assieme ad altre in doppia fila. Poi corsi sulle strisce bianche per ritirare il nipote. Il vigile nuovo di zecca mi riapostrofò: " Sa perché l'ho fatta spostare?"

      Avevo fretta e non m'interessava, perciò risposi semplicemente no. Difatti non lo so ancora adesso. Vidi che smise di regolare il traffico e partì di corsa verso la mia piccolina. Lo inseguii per chiedere il motivo.
      "Perché non ha risposto come doveva, quindi faccio una contravvenzione".

      Caro Beato, Ti giuro che non so che cosa avrei dovuto rispondere, a meno che non volesse che dicessi una bugia. Ma la mia mamma mi ha insegnato a non dirle. Forse trovava offensivo che l'automobilina gli mostrasse il posteriore?

       Il nipote premeva più di tutto e corsi nella scuola.

      Al ritorno, contai cinque macchine in doppia fila e tre nello spazio giallo del BUS. Non è una novità, perché, per dieci minuti - solo quei dieci minuti - i vigili sono tolleranti, anche perché il corso è molto largo e non si creano problemi. Sono tutti gentili, ma in particolare le vigilesse, che ci aiutano in ogni modo, forse perché, signore o signorine che siano, l'istinto materno le porta a capire di più l'ansia di chi deve far attraversare un bambino.
      Caro Beato, il vigile di quel giorno non era così, ma solo per me. Mi fece vedere anche la targhetta luccicante che gli brillava sul petto, con tanto di numero in rilievo, lucidato e terso. Mi venne di pensare a John Wayne con la stella di latta da sceriffo. Il fascino del potere, bah!

      Caro Beato, mi viene un dubbio: in che modo il Sindaco assume i vigili? Intanto, non è lui, ma qualche commissione per lui; però, al vertice dell'Amministrazione c'è lui e, purtroppo, moralmente e politicamente deve rispondere di tutto.

      Non è da Cuneo, ma non vorrei che il concorso fosse per merito compar-attivo...

                                                     Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

Indietro
lettera successiva
torna all'indice
Torna a LETTERE AL BEATO ANGELO