PAURA IMMOTIVATA

PAURA IMMOTIVATA? (Febbraio 2011)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

            Sei fortunato a non dover parcheggiare in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto: eviti di avere paura.

            No, non spaventarti: la paura non è quella di non trovar posto (tanto, se non c'è, non lo trovi, con o senza paura...). La paura è quella di vederti assediato da parecchi individui che dicono di volerti aiutare, ti indicano un posto (se c'é) che vedresti da solo eppoi pretendono il pizzo. Non solo, ma ti inseguono anche, chiedendoti dov’è la tua macchina e se parti, per impadronirsi del posto da “vendere”.

            Noi, Cuneesi perbene (quasi), abbiamo sempre paura, perché, se non si paga il pizzo, temiamo qualche sgarbo. Eppoi, non è simpatico dover sempre discutere per non pagarlo.

            Tu, saggio e beato, non potresti dire una parolina al Sindaco, affinché faccia cessare tale situazione? Tempo fa, un assessore mi disse che, in clima di libertà, nessuno può impedire ad una persona di stazionare nella piazza, aiutare il prossimo ed accettare un obolo. Ma Tu non credi che, sempre in clima di libertà, perbacco!, il cittadino dovrebbe essere libero da paure ed essere in condizione di parcheggiare con sicurezza, senza temere danni?

            Mi fu anche detto che non c'è reato, ma non ci credo. Non potresti far capire (veramente, io penso l'abbiano capito, ma che non intervengano per altri motivi) che ormai si configura come vero e proprio atto commerciale? Tanto per dirne una, perché al momento del pizzo, un vigile in borghese non lo contravviene per mancato rilascio della ricevuta o per mancanza di licenza di commercio? Ci sarebbero anche altri legittimi sistemi, ma non Te ne parlo, perché ben li conosci, Tu e il Sindaco.

            Ma poi, è sicuro che non ci sia reato? L’altro giorno, un marocchino, dopo aver consigliato ad una signora dove parcheggiare e dopo aver preso la mancia, è saluto sull’auto e l’ha rubata. Putrtoppo, è finito contro un muro sfasciando l’auto e fuggendo. Ma i Cuneesi, che non sono napoletani che non vedono e non sentono niente, hanno permesso alle forze dell’ordine di individuarlo. Ma la signora si tiene il danno.

            Caro Beato, ho capito che il Sindaco Ti ascolta poco, ma Tu provaci lo stesso; chissà che, provando e riprovando (come diceva Galileo), qualcosa Tu, coll’aiuto del Tuo collega Sant’Alberto,  non lo ottenga.

            Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del maestro

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