COME LA VEDOVA (Ottobre 2005)

COME LA VEDOVA (Ottobre 2005)

Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della città di Cuneo,

Tu, da giovane, leggevi certamente quel settimanale satirico che aveva la vignetta della vedova scaltra. La quale, con fare contrito e compunto come si conviene a chi non ha più desideri nella vita, si rivolgeva al Tuo Capo, dicendo: "Signore, fammi solo più vedere (e diceva qualcosa d’impossibile, tipo un amministratore onesto o, per lo meno, capace) e poi chiamami pure accanto a quell’anima benedetta di mio marito.

Tale vignetta mi viene in mente ogniqualvolta penso alla Est-Ovest, che non finisce mai. Si disse nel 2003, poi nel 2004, poi nel 2005. Ora, per pudore, si tace. E pensare che nel 2000 sembrava cosa fatta.

Ricorderai che, sul finire dell’anno 2000, avevamo ospite una ragazza che avevamo cresciuto con noi. Aveva una figlia di 7 anni e stava per sposarsi (lei, non la figlia). Ovviamente, cercava un alloggetto, per un anno o poco più, perché, dopo il matrimonio, si sarebbero recati in altra regione, dove il futuro marito, semplice manovale precario, era in grado di trovare lavoro. Come avvenne. Solo che, quando ci recammo dall’allora Vicesindaco per far presente che, in corso Gramsci (ma, in Sardegna, ho visto scritto Gramxi), si erano liberati degli alloggi nelle case popolari: "Oh, mai più!" ci disse tutto premuroso, "Quella casa sarà abbattuta per far posto alla strada!".

"Lo sappiamo", ribattemmo noi, "Ma pensiamo che ciò non avverrà prima del 2003 e, al massimo nel 2002, la famigliola se ne sarà andata".
        "Ma cose mi dite mai! Voi non sapete niente e parlate (così disse anche l'avvocato Azzeccagarbugli al povero Renzo); la casa sarà abbattuta entro pochi mesi!".

La conclusione, caro Beato, la sai. La madre, la figlioletta e il futuro marito per un anno si dissanguarono per pagare un affitto in alloggio privato e, nel 2002, come previsto, se ne andarono definitivamente in quell’altra Regione. La casa agognata, invece, sempre come previsto da noi e non dal Vicesindaco, rimase in piedi fino al 2003, non certamente all’insegna del risparmio sociale e dell'aiuto ai ceti deboli.

Così va il mondo, caro Beato. Siamo noi quelli di Cuneo, perciò Tu non ti stupisci, perché conosci la nostra fama.

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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