ACCOGLIENZA? (Settembre 2012)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Come sai, a Cuneo siamo accoglienti e generosi, ma, a volte, mi sorge il dubbio che ciò sia controproducente. Senti cosa m'è successo.
      Un martedì del giugno scorso, mi recai al mercato per alcuni acquisti per l'estate. Comprai una camicia, un paio di calzini ed un paio di pantofole, il tutto con regolare scontrino. Poi, trovai dei pantaloni economici in vendita, da un non giovane marocchino, e ne comprai due paia. Mi misurò in cinque secondi col suo metro e mi disse: "Questi vanno bene". Con pacche sulla spalla e parlando della sua famiglia, me li infilò nella borsa che già avevo. Chiesi se era tutto a posto (alludendo allo scontrino) e mi rispose di stare tranquillo. Tu, che mi conosci, sai che sono pignolo su queste cose.
      Giunto a casa, misi i quattro acquisti sul tavolo, ponendo su ognuno il relativo scontrino. Per i primi tre, nessun problema; per i pantaloni, niente scontrino. Eppure mi sembrava di aver visto un foglietto. Guardai bene nella borsa e c'era; ma era un pezzo di carta completamente bianco.
      Poi, guardai i due paia di pantaloni. Io ho il numero 52. Il primo era 50 e, tanto quanto, poteva andare; ma aveva un bello strappo alla chiusura lampo. Il secondo, poi, era addirittura un 42, che non provai nemmeno ad infilare. Cosa avresti fatto?
      Il martedì successivo ritornai dal marocchino, dicendogli: 1° - che volevo lo scontrino fiscale, se no, non ritenevo concluso il contratto d'acquisto: a me i soldi e a lui i pantaloni; gli dissi anche che, se per ipotesi avessi perso lo scontrino, lui aveva la matrice per controllare; 2° - che chiedevo il cambio dei pantaloni con altri di misura e non strappati. Pensi si sia scomposto? Mi disse con sorriso beffardo: "Non li hai comprati da me, se non lo dimostri con lo scontrino". Gli dissi che lo avrei denunciato e mi rispose che lui conosceva i controllori e che non temeva nessuno se non il suo Dio. Dovevo credergli?
      Me ne andai disgustato, pensando a quanti si danno da fare per accogliere gente del genere, convinti di fare opera di bene. Lui, continua imperterrito a vendere ai bravi Cuneesi. Caro Beato, non mi parlino più di aiutare marocchini; è come allevarsi serpenti in seno e, come umilissimo Tuo devoto, è un danno per la cristianità.
      Inoltre, aveva già la cittadinanza italiana. Ma noi la regaliamo? Pensiamo al danno che ci facciamo? So benissimo che tante brave persone dell'accoglienza fanno una professione, ma la cittadinanza è altra cosa. Sai che tanti (Napolitano in testa) vorrebbero che chi nasce in Italia sia cittadino italiano? T'immagini la corsa delle partorienti per un visto turistico (per 15/21 giorni si concede facilmente e logicamente)?
      Tu, caro Beato, sai che gli stati seri non fanno così. Conosci, ad esempio, mio nipote Mario, che da una dozzina d'anni fa l'avvocato in uno stato della Comunità Europea. Può esercitare, fare tanti soldi, ma la cittadinanza di quello stato la sta ancora aspettando. Conosci, anche, mia nipote Katia, che da una quindicina d'anni lavora negli U.S.A. per una grossissima multinazionale. Guadagna molto, paga un mucchio di tasse, ma è sempre in attesa della cittadinanza. E noi la diamo a chi vende straccetti di cui non ho capito la provenienza? Autolesionisti al massimo. E anticristiani.
      Caro Beato, io mi sono stufato delle prese in giro; la primavera prossima voterò per quei partiti che diranno chiaro e tondo che, per concedere la cittadinanza, bisogna fare come la Svizzera o l'Austria o gli U.S.A.

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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