Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della città di Cuneo,
chissà quante feste farete lassù, per celebrare la nascita del vostro Capo e nostro Signore.
Noi, quaggiù, Ti promettiamo di essere sempre più buoni, ma raramente ci riusciamo.
Per dare l'esempio, chiudo gli occhi e faccio finta di non vedere le cose che non vanno nel nostro amato Comune. Suvvia, vogliamoci bene!
Perciò, non trovo nulla che non sia perfetto nell'operato di chi comunalmente ci guida: tutto va bene, madama la marchesa (si cantava in un'operetta...).
Vorrei che i miei quindici lettori ricevessero i miei auguri di
Buon Natale
e Buon Anno Nuovo
in pace e serenità. Sono auguri veri, fatti col cuore, a tutti, a chi è vicino e a chi è lontano.
Come negli auguri per i Natale scorsi, nella foto (del 1969), c'è lo stupore dei miei figli di fronte alla Capanna ed alla Stella, ma c'è anche il segno del tempo che passa: il più piccolo insegna filosofia, scrive libri, cura le figlie e trema per la moglie precaria, il medio è missionario in Estremo Oriente, la più alta si arrabatta fra la scuola (insegna inglese) e i suoi tre figli.
Noi (io, soprattutto, perché le mamme non invecchiano) siamo sempre più anziani, quasi antichi, ma gli auguri sono sempre spontanei e calorosi.
Con devozione, il Tuo fedelissimo
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