SETTE OPERE (di Misericordia?) (Gennaio 2013)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Come vanno gli affari in Municipio a Cuneo?
      Se Ti sei distratto, Ti aggiorno io.
      Il settimanale cuneese a Te e a me tanto caro, nel numero del 9 Novembre 2012, dà ampio risalto a quelle che il Comune definisce "le sette opere da realizzare" con priorità. Tutte opere buone, come avrai visto, tutte molto utili (o quasi), ma nessuna che migliori la viabilità.
      Tu sai meglio di me che la crescita, di cui tanto si parla, c'è solo col movimento. Già Eraclito, nell'antichità, e, più tardi, Hegel, dicevano che il mondo va avanti perché si muove. E Tu potresti aggiungere che un Tuo coinquilino, San Tommaso, definì Dio "motore immobile". Immobile Lui, ma in movimento tutto il creato.
      La crescita (vale a dire, il progresso) non si avrà aspettando l'autobus con la solita perdita di tempo, ma solo col movimento attivo dei laboriosi cittadini, cuneesi compresi.
      Nelle sette opere, non un accenno al miglioramento della situazione parcheggi, quelli bianchi, naturalmente. Quelli blu, come Tu sai, hanno un altro scopo.
      Ben venga l'isola pedonale in via Roma, ben venga anche altrove, purché a fianco, non lontano, ci sia la possibilità di libero parcheggio. Tu sai benissimo che la possibilità c'era, fino a ieri e, forse, ancora domani. Ma bisogna volere. Hai visto quante gru ci sono in Cuneo? Perché non si è vietata la costruzione o la ricostruzione in tutte (e tutte vuol dire TUTTE) le aree da corso Gramsci in giù?
      Se dico questo, grideranno tutti allo scandalo, alla faciloneria, eccetera. Risultato: a Cuneo non si parcheggia in bianco e gli autobus circolano per tre quarti vuoti. Non vengano a dire, i signori del Comune, al cittadino di prendere l'autobus: se deve lavorare, non può aspettare. Il mezzo pubblico va bene nelle grandi città, dove passa ogni 6 minuti (2' e30" una metro che presi a Tokyo...); non come a Cuneo. D'altronde, non possono fare di più, perché le spese sono esorbitanti e, a parte l'idea di boicottare l'auto, dobbiamo ringraziarli perché fanno fin troppo.
      Caro Beato, Ti porto un esempio? Qualche anno fa, andai con un collega ad Atlanta, in Georgia (U.S.A.), a trovare un Parroco nostro amico. Dovendo egli assentarsi per tre giorni, ci lasciò l'auto, dicendo: "Circolate con questa". Rimasi inorridito, perché il guidatore ero io e non so più di quattro parole d'inglese, in una città con più di due milioni di abitanti. Invece, fu semplicissimo. Come ci spiegò, la città viene costruita lasciando ampi e frequenti spazi destinati esclusivamente al parcheggio, tant'è che, volendo visitare il palazzo del governatore (pomposamente chiamato Campidoglio), parcheggiai tranquillamente a meno di 200 metri. Me ne pentii, perché poi vidi che c'era posto anche a soli 50 metri. E non avevano tante righe blu. Poi andammo al supermercato, al pub, a Messa, tutto senza problemi.
      Caro Beato, a Cuneo amano la città compatta (era lo slogan di un passato assessore); amore che continua.
      Ma è proprio vero che siamo nati per soffrire? Per arrivare nudi alla mèta, come diceva quello?
      Comunque, caro Beato, sono nato ottimista e - come Tu sai - chi vive sperando, muore cantando.

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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