QUESTIONE DI STOMACO (Aprile 2013)

      Caro Beato Angelo Carletti, compatrono della Città di Cuneo,

      Era molto tempo che non Ti parlavo del mio conto in banca, che a Te non interessa, ma a me sì. E tanto.
      Io continuo a non capire, ma può darsi che la mia età mi abbia reso ottuso.
      Nel maggio scorso, Ti parlai dell'investimento delle nostre (di mia moglie e mia) buonuscite presso la BRE (Banca Regionale Europea) di Cuneo e mi lamentai Teco, perché i nostri 200.000 euro erano diventati 140.000 e rotti. Il che mal combinava con una BRE che distribuisce utili.
      Oggi, leggo su giornali locali, del buon esito della BRE e della divisione di dividendi e guardo, contemporaneamente, la mia situazione: quei 200.000 euro, già calati a 140.000, con la recente crisi ora sarebbero ridotti a 135.000, se non ci fosse stato un bilanciamento col ricupero di successivi piccoli investimenti aggiuntivi. Di ciò, caro Beato, devo ringraziare la BRE.
      Anche Tu sai che, in questi ultimi anni, tutti i valori di borsa sono crollati, ma se io dovessi dire: "dalle disgrazie altrui ho ricavato un forte utile" mi sentirei lo stomaco in disordine. Ma ho lo stomaco glabro. Eppoi, non è vero che in tutte le banche si è perso; come già Ti scrissi l'anno scorso, una, dove avevo un piccolissimo investimento, nello stesso periodo me lo rese leggermente aumentato. Ma qui c'entra la capacità, cosa diversa dalla politica. Tu ed io, nel nostro rispettivo lavoro, se ci accorgessimo di essere incapaci, ci sentiremmo in colpa. Ma siamo superati dai tempi.
      Penso che anche Tu ed io saremmo capaci di fare i banchieri, se basta prendere i soldi dai clienti, restituire loro il 70% e distribuire dividendi.
      So benissimo che tutto è legittimo, ma Tu m'insegni (e dovresti insegnarlo anche ad altri) che, oltre all'aspetto giuridico, esiste nella vita un aspetto morale (che loro chiamano etico, per darsi delle arie e passare da progressisti, non da bigotti).
      Ti pare evangelico che, dopo aver dilapidato, sia pure involontariamente, un terzo dei beni loro affidati, abbiano la faccia tosta di dire che la banca ha dato ottimi risultati (per loro) e che possono distribuire dividendi agli azionisti? E che, nel contempo, presidenti e dirigenti si pappino fior di stipendi?
       E' tutto legittimo, naturalmente, ma Tu non voltarTi dall'altra parte per non rispondermi.

Con devozione, il Tuo fedelissimo

Giovannino del Maestro

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