L'INFORMAPOCO (ASL) (Dicembre 2004)

Da quando esiste il medico di famiglia, non l'ho mai cambiato, ma, generosamente, lo Stato ha pensato di togliermelo a mia insaputa. Nel 1999, per motivi di lavoro, da Cuneo mi trasferii per qualche mese ( e trasferii la residenza anagrafica) in altro comune.
        Dato che alla sera, spesso, rientravo, non cambiai medico, perché col mio avevo un lungo rapporto di fiducia. Nello stesso 1999, però, riportai definitivamente la residenza a casa mia, a Cuneo.
        Sorpresa: l'ASL (non so se allora fosse ancora USL) aveva provveduto a cancellarmi dalla lista dei pazienti senza avvertirmi, cosicché il medico mi ha curato gratuitamente per cinque anni.
        Data l'età, i neuroni cominciano a darmi qualche disturbo, perciò non riesco a capire la logica della cancellazione automatica: il controllo su eventuali duplicati di prenotazione non è impossibile, nè difficile. Mah!
        Per scrupolo, ho certosinamente controllato tutta la sala d'aspetto dell'ASL: non vi è alcuna indicazione che richiami l'attenzione su tale automatica cancellazione nel caso di cambio di residenza, nemmeno allo sportello dove si sceglie il medico. Casualmente, l'ho saputo ieri. Sono corso all'ASL e mi sono sentito dire che la cancellazione è automatica, ma non il ripristino in caso di rientro.
        "Perché?", chiesi.
        "Perché dobbiamo pareggiare con i decessi che non ci vengono segnalati!".
        Oh bella! Nel Vangelo, la folla gridava: "La nostra colpa ricada sui nostri figli". L'ASL grida: "La colpa dei disonesti ricada sugli onesti".
        Poi, gentilmente e con molta importanza, come si conviene a chi parla a persona sprovveduta, mi è stato spiegato che la legge non ammette ignoranza. Non persi tempo a spiegare il significato del termine gorbacioviano "glasnost"; nè ho detto che anche obliterare il biglietto ferroviario è obbligatorio, ma c'è un avviso in ogni angolo delle stazioni e lo dicono anche all'altoparlante; nè ho detto che, anche nel mio ufficio, tutte le informazioni venivano date con avvisi scritti affissi in ogni dove. Ma nè le ferrovie nè il mio ufficio dovevano pareggiare decessi...
        Adesso, al medico daranno gli arretrati, ma non tutti. Mi è stata spiegata la possibilità di dichiarare che ero rientrato, ma solo da tre anni. Volevo dire la verità, che ero rientrato un anno e più prima, ma mi è stato gentilmente predisposto il modulo di domanda: o indietro di tre anni o niente. Pensavo che, chiedendo la retrodatazione al momento del rientro, l'ASL me la poteva benissimo concedere solo per i tre anni previsti. Piccolezze, ma, in ogni ufficio, se uno chiede dieci ed ha diritto a sette, gli danno sette.
        Così va il mondo, diceva il Manzoni. Così andava nel 1999 (e va) l'Italia democratica, repubblicana, libera e civile, dico io.
        Civile? Che ne dice il molto onorevole ministro competente?

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