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IL SALTO DEI TORNELLI (Aprile 2016)

      L'Italia sarà bella e amata, ma mi sento sempre meno orgoglioso di essere italiano. Due notizie mi hanno avvilito.

Prima notizia

      Il 29 Febbraio, vidi in Tv il réportage di un telecronista che, piazzatosi all'ingresso di una stazione della metropolitana di Roma, ne filmò gli ingressi. Era una gara alla furbizia, all'infilarsi dietro a chi usava il biglietto, al saltare il tornello con agilità, al comprare il biglietto ed usarlo tenendo la barriera aperta per altre persone della compagnia, eccetera. Il tutto fatto come se fosse la cosa più naturale e soprattutto più onesta del mondo; non c'era il minimo segno di vergogna.
      Poco dopo, il cameraman si spostò ad altra stazione periferica della metro, posta di fronte ad un istituto tecnico. Attese l'uscita di quel migliaio di studenti, la maggior parte dei quali utilizzava sempre la metropolitana, e li filmò. Essendo giovani e vigorosi, fu veramente una gara al salto dei tornelli; ne filmò un centinaio e solo due usarono il biglietto. Il senso della mancanza di onestà fu dato dal fatto che l'operatore non si nascose, ma fece vedere che filmava, interrogandoli ed interloquendo con loro. Tutti (meno due) ritenevano onesto rubare, sempre e tutto il possibile, ai cittadini che pagano le tasse; non c'era in loro il minimo segno di colpa. E dire che erano studenti.
      Qualche lettore darà la colpa alla mancanza di controlli, qualcun altro alla scuola. La verità è che le famiglie li hanno formati così. Siamo a Roma e quanti di loro hanno i genitori che sono dipendenti pubblici? La maggioranza, certamente. Se, in famiglia, hanno quel concetto di onestà, pensiamo come saranno onesti gli uffici (di tutti i Ministeri e di tutti gli Enti pubblici,ma, ripeto, di tutti i Ministeri) in cui tali genitori prestano servizio, dal commesso al dirigente, dalla funzione amministrativa alla giudiziaria alla legislativa!
      Non ci rimane che piangere al vedere un'Italia così!

Seconda notizia

      Su un quotidiano il 26 Febbraio scorso, lessi un dato stupefacente: quanti evasori fiscali vengono imprigionati in Italia in confronto ad altri stati.
      Le statistiche, ufficiali e non, dicono che il lavoro sommerso, vale a dire quel furto chiamato evasione fiscale, in Italia raggiunge vertici spaventosamente alti, non paragonabili ad altri Stati industrializzati. Sono cifre che, invece di far sobbalzare tutte le sedie su cui siede qualcuno che comanda, provoca soltanto un impegno di facciata, ma così di facciata da scandalizzare.
      All'alta personalità italiana che visitava un carcere americano e che si stupiva nel vedere che i carcerati per evasione fiscale avevano tutti una condanna da 5 a 15 anni, senza domiciliari o linimenti del genere, venne risposto che la pena dipendeva non tanto dall'entità dell'evasione (diciamo: del furto), ma dal fatto che avevano mentito al popolo americano.
      Quanti evasori fiscali (chiarisco: quanti disonesti che hanno rubato al popolo italiano) sono in carcere in Italia con una condanna da 5 anni in su? E senza domiciliari? Vorrei saperlo, ma non lo so.
      Sono noti, invece, alcuni dati. Nel 2014 negli USA i detenuti per reati fiscali erano 12.000; in Germania, dove l'evasione fiscale è bassissima, erano 8.600. In Italia? Solo 156, ma tutti con pochi anni (e sperando nell'amnistia e nella buona condotta...): Insomma: ufficialmente, in Italia non c'è evasione fiscale, non si ruba al cittadino onesto. O non si condanna e lo dico lungi dal pensare che lupo non mangi lupo. Dipenderà dalla leggi? O dalla loro interpretazione?
      Da piccolo, il mio maestro unico mi aveva insegnato che esiste un Ministero di Grazia (allora) e Giustizia che mette in prigione i ladri e i disonesti; spero che in futuro ciò si avveri.
      Al momento, non ci rimane che ripiangere al vedere un’Italia così!

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