Cent’anni fa, la prima guerra mondiale infuriava al fronte, ma si faceva sentire anche a tutta la popolazione. Ogni giorno, c’era una nuova limitazione per la produzione di determinati materiali e, soprattutto, per la disponibilità di viveri.
Anche la glicerina diventava preziosa. Infatti, serve per la nitroglicerina che, a sua volta, per renderla stabile, viene trasformata in dinamite, di cui in guerra si fa molto uso.
Ecco una restrizione.
“””””Con Decreto Luogotenenziale 1413 del 22 Ottobre 1916, sono emanata speciali disposizioni per assicurare la produzione della glicerina; viene ordinato il censimento della glicerina stessa e delle sostanze grasse e viene regolato l'uso di tali materie da parte delle industrie che ne fanno impiego.
L'art. 6 del Decreto stesso sancisce pene severe per i trasgressori.”””””
Lo stesso riso, di cui la pianura Lombardo-Piemontese era (ed è) grande produttrice, cominciava a scarseggiare. Di qui, il censimento, preludio all’ammasso obbligatorio.
Il Sindaco rende noto: Chiunque alla data del 30 novembre corr. possegga riso, sia del nuovo che del vecchio raccolto, in quantità maggiore a 20 quintali deve farne denuncia all'ufficio comunale dal 1° al 5 dicembre p. v.
Chiunque ometta di fare la denuncia nei termini stabiliti o la faccia inesattamente, è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa fino a L. 5000.
Anche gli imperatori muoiono.
"Si ha da Vienna che l’Imperatore Francesco Giuseppe è morto."
La notizia fu così annunziata da una edizione speciale del “Wiener Zeitung”: “L’Imperatore e Re Francesco Giuseppe si estinse tranquillamente martedì sera alle 9 nel castello di Schoenbrunn”.
L’inizio del commento de LA STAMPA è il seguente:””“L’uomo che era passato impassibile attraverso tante tragedie della sua famiglia e del suo popolo, il ferreo vecchio a cui nemmeno il peso degli anni pareva aver ammollito la dura tempra fisica e la spietata rigidezza dello spirito, l’ottantenne imperatore che fra i monarchi europei sembrava ergersi, quasi a sfida dei tempi nuovi, come intangibile campione e simbolo sopravvissuto dell’assolutismo, ha dovuto cedere alla legge della natura. Francesco Giuseppe, che tante tempeste aveva superato e che pareva dover attraversare immune anche quest’ultima maggiore di ogni altra, scende nella fossa, e vi scende a mezzo di questa guerra terribilmente vasta ed atroce che il suo Governo ha suscitato or son due anni con quello spietato ultimatum alla Serbia in cui era implicito l’incendio europeo, e la rovina immensa e fatale che ha desolato e desola tutto il mondo civile. Se il vecchio imperatore si fosse spento prima del fatale agosto 1914, il sentimento dell’Italia dinanzi alla sua tomba sarebbe stato ispirato a quel senso di riserbo che è legge ad ogni cuore umano dinanzi alla salma di un antico nemico. I lunghi anni trascorsi avrebbero reso più facile il perdono e l’oblio delle antiche offese, soccorsi dalla fama che si era diffusa e che dipingeva il vecchio monarca come un sincero e tenace apostolo di pace. Francesco Giuseppe non ha voluto che la sua figura tramontasse cinta da quell’aureola. Sulle soglie dell’ultimo riposo, ha consentito a scatenare sul mondo un conflitto gigantesco, il più vasto e terribile del suo lungo regno che pur tanti ne aveva conosciuti. Per esso, la figura dell’imperatore ottuagenario si riflette per noi italiani con quella del monarca adolescente; per esso l’Italia si è trovata ora di fronte al nemico che le era comparso dinanzi, imperatore diciottenne, guidando le schiere austriache a Santa Lucia contro l’esercito piemontese.”””
NOTA - Francesco Giuseppe nacque nel 1830, nipote dell'imperatore Francesco II. Nel 1835, per drammatiche vicende familiari, fu destinato al trono; nel 1848, alla maggiore età, divenne imperatore a pieno titolo. Nello stesso anno, guidò l'armata austriaca contro i Piemontesi nella prima guerra d'indipendenza che, alla fine, lo vide vincitore e costrinse Carlo Alberto di Savoia all'esilio. Per curiosità, quattro furono i re sabaudi che abdicarono o se ne andarono in esilio: Carlo Emanuele IV nel 1802; Carlo Alberto nel 1849; Vittorio Emanuele III nel maggio del 1946 (ma già nel 1944 aveva ceduto il potere al figlio Umberto, nominato Luogotenente); Umberto II nel giugno del 1946.
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