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L’ANGELO DEL TERREMOTO (Dicembre 2016)

      Bella Italia suona bene nella poesia di Vincenzo Monti; un po' meno in questo anno in cui la vediamo devastata da terremoti che paiono non finire mai.
      Pensando allo stato d'animo dei sopravvissuti, in particolare delle mamme, ripropongo la nota che mio figlio don Michele scrisse da Taiwan nel 1999, quando il terremoto fece colà oltre 4000 vittime. Era Natale.

L’ANGELO DEL TERREMOTO (TAIWAN, NATALE 1999)

      Una giovane mamma di Taiwan ha perso sposo, figlio e voglia di vivere, quando il terremoto di settembre ha sbriciolato i muri e il futuro. Piegata dal dolore ha visto, tra le lacrime e la polvere, estrarre i due corpi abbracciati. Lui duro, teso, disperato, sembrava gridare: “Dio, perché?” Il piccolo invece quasi sorrideva, è morto pensando: “Con te non ho paura, papà”.
      Son passati tre mesi, è la vigilia di Natale. La giovane mamma è sola nel prefabbricato, oppressa da una solitudine pesantissima, invano cercando di scaldarsi il cuore ai riflessi di un piccolo televisore in bianco e nero.
      Qualcuno bussa alla porta. E’ la vecchia suora straniera: tanti anni a Taiwan e ancora parla in modo così strano. “E’ Natale. Coraggio. Auguri”, e le offre un biglietto vecchio stile, con gli angioletti che cantano sopra la grotta di Betlemme. La giovane mamma ringrazia, saluta, chiude la porta, appoggia il biglietto sul tavolo, e torna alla sua tristezza in bianco e nero.
       - “Mamma, mamma!”.
       - “ Sto diventando matta”, pensa. “Sento delle voci”. Si alza per trovare pace.
       - “Mamma, mamma, sono qui”.
      La voce sembra venire dal biglietto natalizio. Tra gli angioletti del disegno ce n’è uno che regge un lembo della scritta “Gloria in excelsis”, e sembra guardarla. E’ tutto luminoso d’oro, e brilla, e muove le ali.
       - “Mamma, mamma, guarda che bello! Quest’anno mi fanno fare l’angioletto del presepio. Ma non per finta, mamma. Sono proprio qui, vicino a Gesù, proprio sopra la grotta!”
      Prende tremante il biglietto.
       - “Sai mamma, quest’anno han scelto tutti i bimbi dei terremoti. C’è un bambino turco così felice, dice che Betlemme è quasi come casa sua. E il bimbo messicano, dovresti sentire come canta!”
      La giovane mamma si passa una mano sulla fronte. “Sì, divento matta”.
       - “No mamma, è vero! Ma cosa credi? Che Dio fatto uomo sia solo roba da cartoline natalizie? Ci ha fatti per Sé, ci vuole con Sé, ci aspetta. Natale è così bello mamma, perché non è una favola. E io, mamma, io sono qui, vicino a te.”
      La mamma fissa il biglietto. L’angioletto sorride, e con le mani lascia il “Gloria” per salutare contento. Ora si legge solo più “in excelsis”. L’angioletto in mezzo borbotta, ma capisce, e si sposta a destra.
       - “Devo andare ora, mamma. Dobbiamo ancora portare l’annuncio ai pastori, e poi guidare i re Magi, e poi avvisare Giuseppe… Quante cose belle, mamma. Qui anche se sei piccolo ti fanno fare cose importanti. Sembra quasi che i bambini qui siano i più grandi… Quando vieni ti racconto tutto con calma. Ciao mamma, buon Natale”.
      La giovane mamma si siede. Con la mano tremante accarezza il biglietto.
       - “Buon Natale, tesoro. E fai il bravo”.

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